[12] T. Fritz b. [7] S. Tsitsipas 7-6(3) 5-7 6-3 6-3
La sessione serale della domenica di mezzo sulla John Cain Arena, all’Australian Open 2024, ha visto nel secondo ottavo della parte alta del tabellone maschile uscire vincitore la testa di serie numero 12 Taylor Fritz che si è aggiudicato la sfida contro il finalista del 2023 Stefanos Tsitsipas per 7-6(3) 5-7 6-3 6-3 in poco più di tre ore di gioco. Terza volta ai quarti di finale di un Major per il 26enne di San Diego, purtroppo per lui dopo aver affrontato Rafa Nadal a Wimbledon 2022 – match in cui un eroico Rafael vinse al quinto nonostante l’infortunio agli addominali prima di ritirarsi dalla semifinale con Kyrgios – e Novak Djokovic all’ultimo US Open, è costretto nuovamente a fronteggiare un mostro sacro: per la seconda volta consecutiva in altrettanti Slam tocca di nuovo al cannibale serbo.
Il match, che si è disputato con il tetto chiuso, avrebbe potuto avere un punteggio ancor di più a senso unico se soltanto il californiano non avesse avuto il passaggio a vuoto che gli è costato il secondo set. Uno scontro dominato dai servizi, 25 aces in totale – 13 per il vincitore, 12 per lo sconfitto – con il campione di Indian Wells 2022 che ha tenuto una percentuale di resa della prima pari all’86% (68/79) concedendo solo 4 palle break di cui metà annullate, a dispetto del due volte finalista Slam che invece ne ha affrontate ben 11 salvandone 7.
Taylor ha meritato ampiamente il successo, dimostrandosi superiore anche negli scambi e in risposta grazie ad un atteggiamento sempre aggressivo e propositivo assunto nei punti importanti dove invece Stefanos si è sciolto tradendo grande tensione e attuando un tennis eccessivamente difensivo. Inoltre il 25enne di Atene ha sofferto tanto sulla seconda di servizio, soprattutto quando non riusciva con il kick da sinistra a buttare fuori dal campo il rivale per poi spostarsi ed eseguire lo sventaglio di dritto.
A livello Major si erano già scontrati nel 2022 proprio qui in Australia, anche in quel caso ottavi di finale. A spuntarla fu però Tsitsipas ma solamente al quinto dopo oltre 3 ore di battaglia: il greco si sarebbe poi arreso a Medvedev in semifinale. Con il successo odierno, l’americano stacca l’avversario salendo 4-3 negli H2H (considerando anche le due esibizioni su erba del Boodles Challenge datate 2015 e 2018 con doppio successo di Fritz).
Primo Set: Comandano i servizi, Fritz perfetto sulla prima (100% di conversione) e il più lucido in campo nel prendersi il vantaggio nel tie-break
Si incomincia con entrambi i giocatori che cancellano un paio di palle break a testa nel loro primo turno di servizio del match. Dopodiché, ad eccezione di tre soli games in cui le battute concedono alle risposte quantomeno di salire a 30, in sostanza i fondamentali d’inizio gioco viaggiano a vele spiegate verso il tie-break non dando mai reali opportunità di vincere un round in risposta: nel tredicesimo game della frazione, il primo ad allungare è Fritz che trova il mini-break portandosi sul 3-1. Come accaduto già nel set regolare, in seguito ad aver offerto alcune occasioni in ribattuta – in questo caso per la verità, solamente il greco ha ceduto il passo -, l’unico colpo che nel tennis dipende esclusivamente da se stessi aumenta i giri del motore e per quattro punti praticamente non si gioca. Sul 5-3, però, Tsitsipas subendo un secondo mini-break abbandona definitivamente le sue speranze di conquista del parziale. Taylor non si fa pregare e al primo set point, sigilla con il servizio il set in suo favore: 7-6, 7 punti a 3 in 52 minuti di gioco.
6 aces ciascuno, ma due doppi falli in più per Stefanos (3 a fronte dell’unico commesso dallo statunitense). Percentuale invece speculare per ambedue i tennisti sulla prima di servizio, 70%, che però ha visto il n. 12 ATP convertirla il 100% delle volte (26 punti vinti su 26). Anche il finalista uscente non è stato da meno, seppur non possa mostrare un dato immacolato, 23 quindici incassati su 30 avviati con la prima pari al 77% di trasformazione. Sulla seconda, diversamente, si è fatto preferire l’ateniese che ha tenuto una percentuale del 46% (6/13) di realizzazione, 10 punti percentuali in meno per l’americano che si è intascato 4 quindici sugli 11 iniziati con la seconda palla di servizio. Per quanto riguarda la risposta, come detto, il 26enne di San Diego è stato inappuntabile sulla prima: ciò ha di fatto limitato parecchio il solco profondo che avrebbe potuto incidere il 64% dei punti in ribattuta ottenuti da Tsitsi sulla seconda californiana: 64% (7/11) contro il comunque ottimo 54% (7/13) avversario. Come si evince, dunque, avendo il campione di Indian Wells 2022 dovuto ricorrere meno a tale fondamentale, questo non ha fatto che mitigare ulteriormente il dato di cui sopra relativo all’efficacia rispondendo alla seconda rivale del 25enne ellenico.
Numeri praticamente allineati anche per quanto concerne il bottino tra vincenti e non forzati, positivo per tutti e due, +8 per l’ex n. 5 del mondo (16 winners, 8 unforced) e +5 per l’ex n. 3 ATP (14 winners, 9 unforced). Da annotare infine come ultima statistica interessante e di una certa rilevanza, la percentuale dei punti vinti a rete: uno splendido 80% (8 discese convertite in punti messi in saccoccia) a favore della testa di serie n. 7, a fronte di un altrettanto invidiabile dato in favore del tennista a stelle e strisce: 50%, 4/8.
In generale, aldilà di tutto, la percezione è che sia proprio Tsitsipas il giocatore in campo che cerchi di verticalizzare di più la propria manovra pur essendo sulla carta l’atleta migliore fra i due, che quindi in una partita dura sul piano fisico con diversi scambi prolungati e che si possa decidere sulla lunga distanza sarebbe il favorito d’obbligo qualora naturalmente uno scenario di questo tipo divenisse reale.
Secondo Set: Le battute proseguono ad avere un rendimento eccezionale, si profilava un altro tie-break ma Fritz paga il passaggio a a vuoto nel finale. Al servizio per pareggiare i conti, Tsitsipas deve annullare una palla del contro-break valevole il 6-6 ma alla fine rimonta e vince il parziale
Al ritorno in campo dopo la pausa tra un set e l’altro, le battute se è possibile si fanno ancora più letali: a differenza di quanto accaduto nella frazione antecedente, stavolta non si vede neppure l’ombra di una palla break. Tutto sembra far presagire un secondo tie-break, invece proprio sul più bello Taylor ha il primo vero passaggio a vuoto della sua partita – che poi sarà anche l’unico – cedendo la battuta a 15 nell’undicesimo game e permettendo così a Stefanos di pareggiare i conti grazie al successivo turno di servizio. Il greco tuttavia a dimostrazione di un rendimento nel torneo che continua a non convincere pienamente, è costretto comunque ad affrontare un palla del contro-break. Il servizio gli viene in soccorso nel momento del bisogno, così dal 30-40 sono tre punti in fila per il due volte vincitore del Masters 100 di Montecarlo: 7-5 Tsitsipas in 46 minuti.
Entrambi mantengono costanti, e tendenti all’eccellenza, le percentuali in battuta. Ciononostante il dato probabilmente più significativo dell’intero set, e che fa capire come Fritz abbia disputato un altro grande parziale e che se solo non si fosse distratto sul rush finale si sarebbe potuto giocare nuovamente le sue chances al tie-break, corrisponde all’88% di punti vinti sulla seconda di servizio (7 su 8) da parte dello statunitense. Rispetto al parziale perso, al contrario, l’ellenico ha messo meno prime in campo ma ne ha accresciuto la resa: passando nel primo caso dal 70% al 61%, e nel secondo crescendo dal 77% all’85% (17/20).
Terzo Set: Il parziale con più occasioni in risposta, tuttavia è sempre Tsitsipas a dare la sensazione di maggiore sofferenza. Paga invece l’atteggiamento aggressivo di Fritz
Terza frazione che ha una avvio ben diverso dai suoi precedenti, stavolta le possibilità di stappare subito la battuta avversaria vengono sfruttate: dapprima Taylor, ex n. 1 del mondo juniores, vola immediatamente 2-0; poi però Stefanos reagisce prontamente trovando rapidamente il contro-break. Il tennista ateniese, tuttavia, continua a soffrire tremendamente nei suoi turni di servizi, o meglio all’interno di una gara dove le battute stanno avendo un rendimento che rasenta la perfezione colui che indubbiamente sta dimostrando più sbavature è il due volte finalista Slam, e nel terzo gioco deve frantumare una nuova opportunità di strappo nordamericano.
Il n. 7 del mondo riesce a salvarsi, successivamente quasi a voler smentire quanto da noi appena sostenuto tocca al californiano sventare un pericoloso break point (2-2). Quello in corso si sta infatti rivelando sicuramente il parziale con più occasioni per le risposte, o potenziali tali. Sinora 4 games, e tre di essi hanno palesato palle break – l’unico a non averne fatte registrare è stato il primo in assoluto del set, in cui l’americano ha vinto a 15 il proprio turno – beh la storia si ripete tra quarto e quinto gioco, con Fritz però bravo a limitare i danni non concedendo break point sul 30-30 e vedendosi unicamente costretto ai vantaggi senza perire oltre. Questa brillante uscita dalle difficoltà dello statunitense lo galvanizza, così in risposta nel game che segue assume grande aggressività accompagnata da atteggiamento propositivo. Ci mette poi del suo anche il buon Tsitsi che completa la frittata autoinflitta, due pesantissimi doppi falli garantiscono infatti lo strappo decisivo del set – il quale comunque giunge soltanto dopo 12 punti e alla seconda chance di break. La dodicesima testa coronata breakkando e potendo condurre lo score sul 4-2, non si guarda più indietro: conferma a zero e poco dopo al secondo set point si riporta avanti nel match: 6-3 Fritz in 42 minuti.
Quarto Set: altro 6-3 Fritz, l’americano più propositivo quando conta. Tsitsipas sempre troppo passivo
MTO negli spogliatoi per colui che è appena salito 2-1, forse un indurimento muscolare o un accenno di crampi per l’americano: nei primi due set si è più volte tolto la scarpa sinistra come a far evidenziare una problema di natura fisica al corrispettivo piede. Durante il corso del parziale, il 26enne di San Diego dà la sensazione di muoversi peggio, però non pare essere un infortunio limitante ma solo un piccolo fastidio dovuto alla stanchezza (abbiamo già sfondato il muro delle due ore di gioco) e alla fatiche accumulate: basti pensare al primo turno, dove l’ex n. 5 ATP è stato in campo per ben 4 ore prima di superare il brasiliano Diaz Acosta.
Grandissimo equilibrio per tutta la prima parte del parziale, nei primi sei giochi fino al 3-3 soltanto un paio di turni – uno a testa – vedono le ribattute arrampicarsi a 30, poi il settimo game come sempre spezza l’ordine dei servizi. Ancora una volta è Fritz, il giocatore a meritarsi maggiormente le opportunità in risposta. Oltre ad essere più lucido, Taylor si sta mostrando ben più voglioso di determinare e comandare il punto: cerca di spingere, non lesina mai aggressività e spirito offensivo; contrariamente al Maestro 2019 alle ATP Finals londinesi che quando non riesce ad essere incisivo con la seconda in kick per girarsi dal lato sinistro con lo sventaglio di dritto, trema a più non posso sotto le cannonate del nativo di San Diego nonostante tutto sommato Stefanos stia tenendo bene lo scambio sulla diagonale sinistra.
Dopo il break (4-3), vidimato dal punto più bello della sfida – il greco spinge anche con una certa velocità dal suo lato sinistro verso il bimane statunitense, il punto sembra fatto ma Taylor si inventa un passante lungolinea in allungo che non può non fiaccare psicologicamente il rivale -, Fritz si abbandona totalmente all’entusiasmo assorbito: è semplicemente on-fire, non vuole neppure attendere di poter servire per il match. Vuole concludere la discussione il prima possibile, conferma quindi lo strappo (5-3) e si regala i suoi terzi quarti di finale a livello Slam breakkando per la quarta volta l’airone Tsitsipas. Altro 6-3 a chiudere i giochi, in 44 minuti, per il n. 1 degli Stati Uniti che non ha concesso neanche un break point nel quarto set. Ora lo attende al varco, The Mission Impossible: Novak Djokovic.