D. Quanto sei rimasto sorpreso del fatto che il tuo livello era assente? Avevi avuto segnali di questo tipo?
DJOKOVIC: “Per essere sinceri in tutto il torneo non sono stato nemmeno vicino al mio livello migliore. Forse la partita contro Mannarino è stata ottima, ma nella maggior parte dei match giocati non ho ho giocato come faccio di solito in Australia. Quindi da un lato ero sorpreso, perchè non pensavo che avrei fatto così male nei primi due set, ma dall’altro lato non mi sono sentito lo stesso di sempre in campo lungo tutto il torneo. Uno può dire che la semifinale sia comunque un ottimo risultato, ma mi aspetto sempre il massimo da me stesso e oggi non è andata di certo così”.
D. Per la prima volta in uno Slam non hai avuto nemmeno una palla break. Te ne sei reso conto in campo? Che esperienza è stata per te?
DJOKOVIC: “Probabilmente questo dato dice molto. Prima di tutto va detto che lui ha servito in maniera molto molto precisa. Per quanto riguarda me, è difficile trovare le parole. Non abbiamo abbastanza tempo. Ci sono tante cose negative che ho fatto oggi in campo in termini di gioco e non sono contento nè della mia risposta, nè del dritto, nè del rovescio. Ero sotto il par su tutti gli aspetti. Quindi lui ha dominato. Ha dominato i suoi turni di battuta. Se servi bene e non affronti mai una palla break hai un vantaggio mentale nei confronti dell’avversario e puoi mettere pressione a lui. Congratulazioni a Jannik, ha giocato un match perfetto”.
D. Il prossimo Slam è il Roland Garros. Chi sarà il favorito a Parigi?
DJOKOVIC: “C’è moltissimo tempo davanti. Vediamo come i giocatori ci arrivano nei prossimi mesi, c’è ancora tutta la stagione su terra da giocare, le condizioni sono differenti. Alcuni giocatori sono più avvantaggiati di altri sulla terra, come è normale che sia. Penso che, se Nadal sarà in campo, è sempre il favorito a prescindere quando si gioca al Roland Garros. Poi ci sono Alcaraz e Sinner. Se prendi i primi cinque-dieci giocatori del mondo possono vincere tutti. Ma ci vogliono ancora tanti mesi, vediamo come vanno le cose”.
D. Da tantissimo tempo non perdevi qui. Hai vinto più di 30 match consecutivamente. Mi chiedo se perdere ti fa apprezzare un po’ di più tutto quello che hai fatto qui.
DJOKOVIC: “Ora non riesco a riflettere bene. Subito dopo il match è difficile ragionare con calma. Forse domani ci penserò, forse tra un po’ di giorni, ma sicuramente ho tante cose di cui essere orgoglioso. Prima o poi bisognava perdere. Almeno ho provato a dare tutto quello che avevo in un momento in cui non stavo giocando bene e ho perso contro un giocatore che ha un’ottima possibilità di vincere il suo primo Slam. Sicuramente questa è stata una città speciale, è stato il mio Grand Slam della carriera. Spero di avere la chance di tornare qui e giocare almeno per un’altra volta per riprovare queste emozioni”.
D. E’ la terza volta che Sinner ti batte da novembre, ed eri imbattuto contro di lui prima di allora. Che cosa è cambiato nel gioco di Jannik?
DJOKOVIC: “Già prima colpiva la palla molto forte sia di dritto sia di rovescio. E’ ormai famoso per come schiaffeggia la palla, gioca veloce, gli piace essere aggressivo. Penso che il suo servizio sia migliorato molto. Lo direziona molto bene e ha anche aumentato la velocità. Sul piano mentale è sempre stato molto tranquillo in campo, ma forse faticava a esserlo nei match più importanti. Ora però il cerchio si sta chiudendo. Naturalmente Darren Cahill, che è un coach di grande esperienza e ha lavorato in passato con gente che è stata numero uno al mondo, lo sta aiutando sul piano mentale, insieme a tutto il resto. Ha un grande team con sè, il suo percorso è quello giusto. Tra un paio di giorni potrà vincere il suo primo Slam”.
D. Hai detto che in tutto il torneo non sei stato al meglio. Ora hai 36 anni. Senti che qualcosa sta cambiando o è solo un torneo come un altro?
DJOKOVIC: “Vediamo (sorridendo). Ho ancora grandi speranze per gli altri Slam, l’Olimpiade e ogni altro torneo che giocherò. E’ solo l’inizio della stagione. Di sicuro il feeling che ho adesso non è qualcosa a cui sono abituato. Quasi sempre ho iniziato la stagione con un trionfo nello Slam e non ho mai perso in semifinale o in finale all’Australian Open. Quindi stavolta è un po’ differente dal solito, ma così è. Non so, sicuramente questo torneo non è stato all’altezza del mio standard, ma non vuol necessariamente dire che è l’inizio della fine, come piace dire ad alcuni. Vediamo cosa succede nel resto della stagione”.