Australian Open, Sinner: "Io e Bolelli-Vavassori in finale, che bello per l'Italia"

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Australian Open, Sinner: “Io e Bolelli-Vavassori in finale, che bello per l’Italia”

“Questo per me è stato un grande test per capire a che punto ero fisicamente” – ha detto Sinner dopo l’impresa con Djokovic.

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Jannik Sinner - Australian Open 2024 (foto: X @atptour)
 

Per la terza volta negli ultimi quattro confronti diretti Jannik Sinner ha avuto la meglio su Novak Djokovic, questa volta senza nemmeno dover ricorrere a match point annullati e rincorse titaniche. Jannik ha vinto mostrandosi superiore su tutto, dall’inizio alla fine, nonostante quel terzo set sfuggito per un soffio da cui però lui è stato bravissimo a non lasciarsi condizionare. Di seguito alcune sue dichiarazioni raccolte a caldo ai microfoni di Eurosport.

D: Jannik, non è un sogno: come ci si sente?

Jannik Sinner: “Benissimo. La partita è stata una partita complicata. Nei primi due set lui ha sbagliato tanto, nel terzo il livello era più equilibrato. Nel quarto mi sono detto che dovevo ripartire il prima possibile. Ho servito bene e ho risposto altrettanto bene, il risultato mi rende felice”.

D. Come fai a non pensare al match point sprecato nel terzo set?

Jannik Sinner: “Su quel dritto ero teso, volevo giocare lo sventaglio lungolinea poi ho cambiato all’ultimo e le gambe non mi hanno aiutato. Il primo game del quarto è stato importante, l’ho giocato davvero bene. Ho continuato a spingere, ho avuto palle break sull’1-0 e non le ho convertite, ma mi sentivo pronto fisicamente e mentalmente”.

D: Hai giocato tre volte contro Novak in dieci giorni a fine dell’anno scorso, questo ha fatto la differenza?

Jannik Sinner: “Sì, ma gli Slam sono diversi. Questo per me è stato un grande test per capire a che punto ero fisicamente. Penso di aver scavato a fondo le mie energie nel quarto set, soprattutto sul 3-1, era l’ultimo game con le palle vecchie e dal gioco successivo sarebbe stato più facile servire. Lo scorso anno aver giocato tre volte contro di lui in dieci giorni è stato un privilegio, questi giocatori è meglio giocarci contro in partita piuttosto che allenarsi con loro”.

D: E ora l’altra semifinale?

Jannik Sinner: “Sarò tranquillo a cena e la guarderò. Ora non penso tanto alla fine. Vediamo chi ci sarà contro di me. Le finali sono partite diverse dalle altre, intanto sono felice di essere nella posizione di lottare per uno dei trofei più importanti del mondo”.

Sinner è il protagonista del giorno nel tennis mondiale, ecco tutte le interviste che ha rilasciato dopo la partita contro Djokovic:

Ecco la trascrizione integrale della sua conferenza stampa, con le dichiarazioni raccolte dal nostro inviato Vanni Gibertini:

D. Complimenti Jannik per la vittoria cosa hai pensato sul matchpoint e cosa sentivi in cuor tuo?
Sinner: “Ho provato tanta felicità e grande soddisfazione perché abbiamo lavorato tanto per arrivare fino a questo punto. Ma il torneo non è finita: c’è una partita importante per me e per la mia carriera e adesso vediamo come va”.

D. Quanto sono stati importanti i tre match ravvicinati di novembre nell’affrontare questa gara?
Sinner: “Sono stati molto importanti per me e credo che sia stata anche una gran fortuna giocare tre volte contro di lui. Un conto è l’allenamento un conto è giocare una partita vera, giocare punti importanti contro di lui. L’avevo detto anche l’anno scorso quando perdevo 3-0 da lui che sentivo che il livello tra me e lui si stesse avvicinando tanto. Oggi mi avrebbe fatto male allo stomaco perdere tre a zero. Alla fine devi essere sempre consapevole di quello che fai. Il finale dell’anno scorso mi ha aiutato tantissimo. Dobbiamo essere onesti a dire che non ha giocato benissimo i primi due set, ma poi ce la siamo giocati alla pari nel terzo e quarto set e sono felice di aver vinto”.


D. Per il tennis italiano un gran momento con la finale di doppio che vedrà protagonisti Bolelli e Vavassori.
Sinner: “Ha parlato il campo ed è bello vedere un finale di doppio con gli azzurri in campo che ci potranno aiutare in Coppa Davis. A parte questo sono dei ragazzi normali, semplici come me e stanno giocando un gran tennis e speriamo che possano fare una gran finale. Sarebbe un passo importante per loro”.

D. Jannik complimenti per la tua prima finale in uno Slam. Eliminare Novak in un torneo che lui ha vinto dieci volte è la più grande impresa della tua carriera?
Sinner: “Sicuramente, quando giochi contro di lui sai che sarà una partita difficile. In uno Slam è diverso. E’ stata una partita difficile specialmente quando ho perso il terzo set dopo aver avuto un match point. Ho cercato di restare positivo il più possibile e oggi è andato tutto al meglio e sono davvero felice”.


D. Puoi aiutarci a capire il perché tu, Alcaraz e Rune, questa nuova generazione riesce ad ottenere vittorie contro questi campioni e quelli della precedente non ci sono riusciti?
Sinner: “Ognuno di noi è un giocatore diverso. Sento che anche mentalmente ognuno di noi, me, Carlos e Holger, ha un atteggiamento in campo differente. Ma quello che penso e che abbiamo in comune il fatto che crediamo tanto in noi stessi. E questa è una bella base nel tennis. Siamo molto fortunati a poter affrontare Djokovic, vedere cosa fa e come si allena. Spero che Rafa ritorni così da poter sfidare anche lui. Ho avuto il privilegio di osservarlo quando ero ad Adelaide. Non ho avuto la possibilità di ammirare Roger. Intanto cerco sempre di imparare da loro e di ottenere qualcosa da loro. Questo fa parte del mio processo che mi sta portando avanti ma non è ancora finito, perché sento che dobbiamo migliorare ancora molto. Sono felice di essere qui, di giocare la mia prima finale a Melbourne, ma nella mia mente so che posso e devo ancora migliorare. Quindi è bello avere Novak intorno”.


D. Sembravi molto rilassato a fine match e quando hai vinto non hai festeggiato. E’ una cosa voluta? Hai voluto che le tue emozioni non prendessero il sopravvento? O forse se togli la mano dal freno, sai cosa succede quando sei davvero emozionato?
Sinner: “Non lo so. Provo questo tipo di emozioni che non puoi controllare. Ovviamente per me significa tantissimo aver battuto Novak qui a Melbourne, ma il torneo non è finito. Domenica c’è la finale. Sono emozioni diverse, perché la finale è sempre speciale a prescindere dal torneo. Nella mia mente sapevo che oggi era la semifinale: non è conquistandola che vinci il torneo. Ci vediamo domenica e vedremo come andrà”.

D. Quando hai visto sfumare il match point cosa ti passava per la testa e come hai fatto a riorganizzarti per il quarto set?
Sinner: “Non è stato semplice, sei così vicino alla vittoria e, invece, poi nella tua mente capisci che la strada è ancora lunga. Mi sono seduto e ho pensato al fatto che il punteggio era ancora positivo per me e mi vedeva avanti due set a uno. Ho solo provato a ricominciare il set in maniera positiva. Mi sono detto che dovevo servire e che tenendo il servizio sarei stato nuovamente avanti nel punteggio. Quindi ho cercato di rimanere davvero concentrato sull’obiettivo che avevo oggi. Avevo un buon piano partita e speravo che l’esecuzione funzionasse. Nel quarto set, quando l’ho breakkato, è stata una sensazione positiva. Sono stato felice di aver vinto il match”.

D. Novak ha detto che non giocava così male una partita dello Slam da parecchio tempo. Hai avuto la sensazione di aver giocato una partita perfetta o che lui non fosse allo stesso livello delle gare giocate in precedenza?
Sinner: “Sì sicuramente nei primi due set ho visto che non colpiva la palla come lui sa. Non si muoveva molto bene e penso che non fosse nemmeno così concentrato. Ma lui è il numero 1 al mondo e devi essere pronto al fatto che lui riesca a cambiare le cose rapidamente. Nel terzo set abbiamo giocato alla pari e abbiamo fatto i migliori scambi del match. Non ha avuto un breakpoint è questa è una statistica insolita per lui. Nel tennis quando hai una brutta giornata è difficile uscirne vincitori. Quindi ho capito che nei primi set non stava giocando un granchè bene, ma ho cercato di tenere alta l’intensità degli scambi e ho colto l’occasione”.

D: Sono anni ormai che parli di calma, pazienza, di questo processo che stai portando avanti. Dove l’hai imparato? Quanto è stato difficile per te essere paziente e capire che saresti migliorato costantemente e che un giorno saresti arrivato lì dove sono arrivati campioni prima di te?
Sinner: “La pazienza può essere il tuo più grande nemico alle volte, perché se non sei così paziente, corri e poi forse dimentichi alcuni passaggi che dovresti fare per diventare un giocatore migliore, per crescere fisicamente. Poi a un certo punto, sento il livello del tennis che sto mostrando è frutto del lavoro di un anno intero e del processo che abbiamo fatto per diventare la versione mia migliore. So che posso migliorare ancora. Il mio percorso non è ancora finito. La pazienza non è facile da gestire, è un allenamento”.

D: Darren Cahill fa parte del tuo staff. La sua abilità di stratega è ben nota. Ha anche un effetto calmante in questa fase del torneo, vista l’esperienza che ha con i grandi vincitori e i numeri 1 al mondo?
Sì sicuramente. E’ sempre rilassato e lo era anche stamattina. Parliamo di cose normali, non sempre di tennis. Poi 20 minuti prima della partita si parla di tattica, di come gestire certe situazioni. Penso che abbia aiutato non solo me, ma anche tutto il team a credere in noi stessi. Ma anche a divertirci, perché viaggiamo così tanto in giro per il mondo e godersi il tempo insieme è davvero importante. La combinazione con lui e Simone sia fantastica in campo. Stiamo gestendo tutto nel modo giusto”.

D. C’è una statistica che mi fa impazzire. Carlos Alcaraz ha battuto Novak Djokovic a Wimbledon esattamente 2195 giorni dopo la sua ultima sconfitta lì e tu hai vinto a Melbourne contro di lui 2195 giorni dopo la sua ultima sconfitta. Credi che questa vittoria fosse scritta da qualche parte oppure era la giornata giusta per battere Novak?
“Fosse così facile, basta guardare alcuni numeri (ride). Non so cosa rispondere a riguardo”.

D. Ovviamente i tre grandi hanno dominato gli Slam. Mi chiedevo se il fatto che Carlos sia riuscito a vincere due Grandi Slam, non ti abbia incoraggiato a provare a farcela anche tu o c’è stata una partita o un momento in cui ha creduto di poter vincere uno Slam? “Penso che tu vinca le partite non solo il giorno della finale. Le vinci perché ti senti pronto per una bella battaglia. Ti senti preparato mentalmente e fisicamente. Penso che dopo l’anno scorso, soprattutto la fine dell’anno, mi ha dato la fiducia giusta per ottenere buoni risultati negli Slam. Ma devi dimostrarlo. Ci sono persone che parlano molto, ma devi dimostrare i fatti perché alla fine vai in campo e devi giocare. Se non è quest’anno, sarà l’anno prossimo e poi se non è l’anno prossimo, sarà di nuovo l’anno prossimo. Sono davvero rilassato a dire il vero. Cerco solo di lavorare il più duramente possibile e nella mia mente sento che il duro lavoro ripaga sempre in un modo o nell’altro. E stiamo lavorando davvero duramente per realizzare i nostri sogni. Se questo può accadere va bene: altrimenti ho dato il 100%, il resto non posso controllarlo. Ovviamente sono davvero contento per Carlos per quello che ha fatto e per quello che sta facendo. Quando giochiamo contro potenzialmente è sempre un ottimo confronto, ma in questo momento dobbiamo anche dire che lui è più avanti di me. Ha vinto molti 1000, ha già vinto alcuni Slam. Quindi massimo rispetto per lui e gli auguro il meglio”.

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