Darren Cahill: “Sinner aveva bisogno di essere caricato in finale. La partita è girata sul 5-1 nel secondo set”

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Darren Cahill: “Sinner aveva bisogno di essere caricato in finale. La partita è girata sul 5-1 nel secondo set”

“Non abbiamo detto molto a Jannik durante l’intero torneo” ha detto il coach di Sinner. “Gran parte del lavoro lo facciamo in allenamento”

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Darren Cahill - Roland Garros 2023 (foto Roberto dell'Olivo)
 

A una settimana esatta dal successo di Jannik Sinner in finale dell’Australian Open 2024 contro Daniil Medvedev, gli occhi degli appassionati sono ancora ricolmi di emozione nel ripensare all’impresa compiuta dal tennista altoatesino. Artefici di questo importantissimo traguardo, senza dubbio, anche i suoi due allenatori, Simone Vagnozzi e Darren Cahill, sotto la cui guida il livello del 22enne di Val Pusteria è cresciuto esponenzialmente. L’ex n. 22 del mondo è intervenuto durante una delle puntate del programma radiofonico australiano ‘1116 Sen’, parlando soprattutto delle indicazioni date a Jannik nel corso dei match dell’Happy Slam.

Durante un incontro hai pochi secondi per parlare con il giocatore tra un punto e l’altro, puoi dirgli cose semplici come di entrare un po’ di più sotto la palla per aumentare la profondità dei colpi e quindi tirarlo fuori da una posizione sbagliata in campo. Oppure puoi consigliargli di stare indietro sulla seconda di servizio dell’avversario in modo che possa avere migliore feeling nel colpire. L’aspetto importante è che abbia fiducia in quello che gli stiamo dicendo, che è la cosa giusta e per questo lo facciamo spesso durante gli allenamenti, per capire esattamente perché glielo stiamo dicendo”.

Cahill poi prosegue: Gran parte del lavoro, quindi, viene fatto in allenamento, come per tanti altri sport. Quando il giocatore è in campo meglio non possiamo parlare durante il gioco, non possiamo avere una conversazione. E quando il giocatore è dall’altra parte del campo non puoi urlargli delle istruzioni, perché è un fastidio per l’avversario. Il massimo che si possa fare sono alcuni gesti con le mani”.

Entrando poi nel merito di quanto accaduto all’Australian Open 2024, Cahill ha detto: Ad essere sinceri non abbiamo detto molto a Jannik durante l’intero torneo. Aveva bisogno di essere un po’ caricato durante la finale per varie ragioni. Medvedev è stato incredibile nei primi due set, ma sapevamo che sarebbe stato stanco perché aveva rimontato con Zverev e aveva affrontato un percorso molto più duro nel torneo con match vinti al 5° set. Eravamo consapevoli di come ha giocato, del fatto che sarebbe stato tanto fuori dal campo, anche fino a 3 metri indietro, che avrebbe usato la velocità per fare in modo che l’avversario colpisse tre o quattro colpi in più per un vincente”.

Cahill continua nella sua analisi: Invece in finale ha fatto il contrario, stando sulla linea di fondo, e lo ha fatto molto bene, il che ha portato Jannik a dover trovare una soluzione. Era necessario cercare un aggiustamento e questo è successo alla fine del secondo set dove ha strappato un contro-break sul 5-1. Per riprendere il parziale era ormai tardi, ma è stato decisivo, perché ha capito cosa dovesse fare e questa è stata l’iniezione di fiducia di cui aveva bisogno. Lì la partita è girata”.

Fabio Barera

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