Alessandro Petrone, coach di Arnaldi: "Quest’anno dobbiamo consolidare l’identità di gioco"

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Alessandro Petrone, coach di Arnaldi: “Quest’anno dobbiamo consolidare l’identità di gioco”

Il sanremese è atteso nel tabellone principale sia di Indian Wells che di Miami. Potrebbero essere punti importanti per lui, visto che da aprile dovrà difendere punti pesanti

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Matteo Arnaldi – Coppa Davis 2023 (foto di Roberto dell'Olivo)
 

Matteo Arnaldi non si accontenta mai, parola di Alessandro Petrone, il coach che ha investito sul 22enne sanremese sin da quando perdeva nei tornei Future da ragazzino. Oggi Arnaldi è uno degli astri più luminosi del panorama tennistico italiano, e il suo allenatore, ospite del programma Tennis Talk su Supertennis, ha parlato della sua crescita e dei suoi traguardi per il 2024 nel corso dell’intervista.

Petrone ha parlato del lavoro svolto con Arnaldi prima della riparte stagionale in Australia: “Il main topic della pre-season è stato il servizio. Abbiamo lavorato anche tanto sulla seconda e siamo arrivati a una media di 160 km/h” afferma Alessandro. “Quest’anno dobbiamo consolidare l’identità di gioco. A livello tattico deve migliorare molto, imparare a essere meno frettoloso. Sotto pressione gli viene da accorciare i tempi di gioco“.

Si diceva del progetto a lungo termine che ha rappresentato per il suo coach Arnaldi: “Ho investito sulla carriera di Matteo quando era 950 del mondo e non era mai andato oltre i quarti nei Future. Avevo visto in lui qualità mentali, di professionalità e dedizione. Viveva per il tennis, forse anche troppo: poi ha dovuto trovare un equilibrio fuori dal campo. Aveva tante aspettative, e ne ha ancora come è giusto che sia”.

Equilibrio che ha trovato nella stagione scorsa, quando è passato dal 134esimo posto della classifica al n.44 di fine anno, con la sofferta ma fantastica vittoria in Coppa Davis, decisiva per riportare a casa l’Insalatiera dopo 47 anni. “Il 2023 è stata la prima stagione in cui ha giocato con continuità nel circuito ATP. La vittoria con Ruud gli ha dato la consapevolezza di poter vincere con giocatore molto forti. C’è anche un effetto negativo, però, di quel match. Prestazioni così succedono una volta l’anno e invece a volte Matteo vorrebbe giocare ancora quella partita lì”.

“Arna” è un grande lavoratore, come conferma il suo coach: “A volte devo frenarlo un po’ in allenamento. A Brisbane faceva le navette sul campo in erba con 40 gradi alle due del pomeriggio…”. La classifica non è un obiettivo, ma solo il risultato del gioco e dei risultati: “Non ci poniamo obiettivi di classifica. Devo dire che sono sempre stato più conservativo di Matteo. 

Nel 2022 avevo detto: ‘Se finiamo top 200 va benissimo’. Lui si era dato come obiettivo di finire in Top 150 e ha chiuso da numero 134. A inizio 2023 per me l’obiettivo era finire la stagione da Top 70, il suo era la Top 50. E ha avuto ancora una volta ragione lui. C’è solo un traguardo che si era dato e non ha raggiunto l’anno scorso, vincere un 250. Per il 2024, per me, se si consolida nei prima 50 per me è fantastico. Lui ancora una volta si è dato un obiettivo più alto” conclude Petrone.

Quest’anno intanto Arnaldi potrà disputare Indian Wells e Miami, a differenza del 2023, quando disputò le qualificazioni in entrambi i 1000 di primavera, senza entrare nel mai draw. Potrebbero essere punti importanti per lui, visto che da aprile dovrà difendere punti pesanti: la vittoria al Challenger di Murcia e il terzo turno a Madrid.

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