Il qualificato francese Corentin Moutet, istrione dal talento smisurato ma troppo fragile a livello di continuità mentale, infrange le speranze cilene di assistere ad una semifinale “casalinga” nella parte alta del tabellone al Movistar Chile Open di Santiago, infliggendo una sorprendente sconfitta maturata in un doppio tie-break alla prima testa di serie del seeding nonché campione uscente Nicolas Jarry: 7-6(5) 7-6(3) in poco più di due ore e dieci di accesso confronto.
Il 24enne transalpino, entrato nel torneo ad inizio settimana come numero 140 della classifica mondiale e con la casella delle vittorie nel circuito ATP che per il 2024 recitava ancora 0 successi, è riuscito nei momenti decisivi ad annullare totalmente l’impatto della potente prima di servizio avversaria, oltre ad approfittare sapientemente di una prestazione molto incline agli errori in fase difensiva del 28enne nativo della città che ospita l’evento.
Dunque, nel penultimo atto dell’ATP 250 cileno ad attendere il classe ’99 di Neuilly-sur-Seine ci sarà un altro mancino: quello di casa del 26enne, nato a Toronto, Alejandro Tabilo che da quinto favorito ai nastri di partenza del main-draw ha sconfitto l’oriundo Luciano Darderi per 6-0 7-5.
Corentin è stato in grado di mettere a segno l’impresa del torneo dimostrando grandissimo cuore in entrambi i set della sfida, dove è stato capace di rimanere attaccato alla partita quando si è trovato pesantemente sotto nel punteggio prima di rimontare clamorosamente nel momento in cui la fermata per il treno che conduceva alle semifinali appariva già irrimediabilmente un mero ed utopistico ricordo: nella prima frazione Jarry ha sprecato la chance di servire per il parziale sul 5-4, nella seconda addirittura ancora più incredibile il ribaltone di Moutet poiché ha forzato un secondo tie-break dopo essersi ritrovato in svantaggio 5-2.
Un’immagine che racchiude metaforicamente l’intero significato dell’incontro, e di conseguenza del suo andamento, è quella ammirata in occasione del primo mini-break conquistato dal mancino d’Oltralpe nel primo dei due giochi decisivi: straordinario bimane lungolinea vincente, tirato da parecchi metri dietro la linea di fondocampo è riatterrato nella metà campo rivale pulendo la riga di fondo opposta. Un gesto tecnico perfettamente emblematico per rappresentare la genialità francese, accolta dal silenzio assordante degli spalti cileni.
Per Moutet questa a Santiago è la quarta semifinale della carriera a livello di circuito maggiore, la prima in assoluto su terra e la prima da Adelaide 2022: quindi un digiuno di oltre due anni da tali appuntamenti nelle fasi cruciali di un torneo. Nelle precedenti tappe del Golden Swing, l’ex n. 51 del mondo – Best Ranking raggiunto nel novembre del 2022 – era caduto nella trappola delle qualificazioni argentine sia di Cordoba sia di Buenos Aires, mentre al contrario a Rio quantomeno aveva superato i due turni preliminari prima di essere sconfitto al primo turno del draw dal futuro vincitore del 500 brasiliano Sebastian Baez.
E proprio il 23enne bonaerense è il principale favorito a giungere in finale nella parte bassa del tabellone: vestendo il ruolo di seconda testa di serie, Sebita ha infatti messo in fila la settima vittoria consecutiva (la dodicesima se si allarga il computo alla gira sudamericana nel suo complesso) superando anche lo spagnolo Jaume Munar (tds n. 8) con un duplice 6-4 in quasi un’ora e cinquanta di match.
Dopo il titolo più prestigioso finora inserito nella sua personale bacheca, Baez raggiunge la doppia cifra di semifinali (10) nel Tour ATP che corrisponde contemporaneamente alla terza consecutiva in quel di Santiago (2022, 2023, 2024). Della triade in questione avrebbe poi perso nell’incontro che assegnava il trofeo della terza edizione dell’evento da quando è stato reintrodotto nel calendario a partire dal 2020.
Il turning point della sfida è andato in scena nel secondo set, quando l’ex n. 1 junior – e finalista Under 18 al Roland Garros del 2018 – ha totalizzato un filotto da cinque games che gli ha permesso di rientrare dall’1-4 e apporre così il sigillo alla sua affermazione. In secondo luogo, certamente, un ulteriore elemento chiave dello scontro è coinciso con il sangue freddo mostrato da Sebastian sulle palle break concesse: ne ha difatti cancellate 6 delle 7 affrontate.
“È stata una partita equilibrata. All’inizio probabilmente, nel primo set, ho fatto la differenza fin dal primo break messo a segno. Nel secondo set, invece, in alcuni momenti non mi sono sentito bene in campo, non riscontravo buone sensazioni ma proprio in quei frangenti la mia squadra è stata fondamentale sostenendomi molto” ha dichiarato nell’intervista a bordo campo Sebastian Baez.
In semifinale, curiosamente, il classe 2001 argentino se la vedrà proprio con colui che lo batté nella finale di Santiago del 2022: l’iberico Pedro Martinez (n. 101 ATP) che ha sconfitto la testa di serie n. 3 Arthur Fils con il punteggio di 6-3 (5)6-7 6-2 in 2h27‘ di gioco. Per il 26enne valenciano si tratta della terza volta nelle semifinali di un evento ATP, per quanto riguarda invece gli scontri diretti a livello generale il nativo di Alzira è 2-0 sul rivale albiceleste e in entrambe le circostanze ha ottenuto il successo in rimonta dopo aver ceduto il set inaugurale.
Pedro è venuto a capo, contro pronostico, del nuovo rampollo messo in vetrina dal tennis francese con strabiliante abilità nell’assorbire e lentamente disarmare l’enorme potenza di fuoco che sono in grado di produrre le accelerazioni del 19enne di Bondoufle. Inoltre, lo spagnolo ha fornito un’ottima performance in battuta, ben identificata dal dato relativo alla trasformazione della prima: 81% a fronte del 65% di Arthur.