Il 22enne Matteo Gigante, pur confermando di trovarsi perfettamente a proprio agio sui campi dell’Abama Tennis Academy e di interagire alla grande con l’organizzazione di MEF, non riesce purtroppo a mettere la ciliegina sulla torta e a replicare il successo della scorsa settimana. Gioca infatti una finale decisamente sottotono fino a che un problema fisico non lo costringe al ritiro mentre era sotto 6-2 2-0. Niente da dire in realtà sulla vittoria del kazako Michail Kukushkin cui è sufficiente giocare in maniera ordinata e aspettare che l’avversario, sfiancato da due settimane fin troppo intense, alzi bandiera bianca.
E che la partita non fosse iniziata sotto i migliori auspici è stato chiaro da subito con un Gigante lento negli spostamenti e per nulla centrato nelle sue ormai proverbiali accelerazioni. Se aggiungiamo poi un servizio inguardabile (i primi tre li ha persi tutti) è chiaro come l’azzurro avesse ben poche speranze di bissare il successo della scorsa settimana. Peccato perché la sua 15esima vittoria consecutiva su questi campi (bisogna infatti mettere nel conto anche la sua vittoria nel febbraio 2023) sembrava inevitabile, tanto appariva in fiducia.
Ma forse avevamo sottovalutato il fatto che la sua seconda settimana sull’isola non era stata certo facile, perché non solo si erano accumulate le tossine del torneo precedente, ma praticamente in ogni partita è stato costretto a lottare allo spasimo, chiudendole tutte (ad eccezione di quella d’esordio) in tre set. Per non parlare della semifinale contro il cinese Bu Yunchaokete in cui si è trovato sull’orlo della sconfitta, costretto ad annullare ben cinque match point nel tie-break conclusivo, dove ha rimontato uno svantaggio di 1-6. In questo modo ha chiuso col punteggio di 1-6 7-6(0) 7-6(7), dopo 2 ore e 33 minuti di gioco, ma aveva purtroppo posto le premesse per il futuro tracollo.
Ad onor del vero nemmeno il suo avversario in semifinale aveva passeggiato visto che ci aveva messo ben tre ore per avere la meglio sul giovane talento spagnolo Martin Landaluce (n.399 ATP) col punteggio di 2-6 6-2 7-6(4). Tra l’altro il 18enne madrileno sul più bello è stato anche tradito dai crampi, dopo che sul 5-4 del set decisivo aveva annullato due match point e ripreso in mano il pallino dell’incontro. Comunque sia onore al quasi 37enne Kukushkin che non sarà più il giocatore che nel 2019 arrivò al n.39 ATP (ora è n.140), ma rimane uno contro cui non puoi certo scendere in campo tranquillo. Matteo da parte sua manca la terza vittoria Challenger della stagione ma migliora comunque per l’ennesima volta il proprio best ranking alla posizione n.148 e l’ingresso in top 100, il suo obiettivo stagionale dichiarato, non sembra affatto lontano.