Rublev: “Imparerò da questo episodio”. Sì, ma cosa?

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Rublev: “Imparerò da questo episodio”. Sì, ma cosa?

Andrey Rublev ringrazia per la restituzione di punti e montepremi, però non si scusa

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Andrey Rublev - Dubai 2024 (X @atptour)
Andrey Rublev - Dubai 2024 (X @atptour)
 

È durato un paio di giorni il ritorno di Alexander Zverev in top 5, vale a dire dal momento della squalifica di Andrey Rublev all’ATP di Dubai all’accoglimento del ricorso con conseguente restituzione dei punti (e del montepremi) fino a quel turno guadagnati e sottrattigli come dispone il regolamento. Andrey rimane così in quella quinta posizione nel ranking che in realtà non aveva “ufficialmente” lasciato, per quanto la classifica live della stessa ATP avesse confermato il sorpasso.

Con un post sui suoi profili social, Rublev ringrazia per l’esito del ricorso e chi gli ha inviato messaggi di sostegno, mentre contrattacca auspicando un cambio della regola con tanto di implicito ridimensionamento del ruolo degli ufficiali di gara. Ecco il suo messaggio:

“Voglio ringraziare la commissione per aver accolto il mio ricorso e cambiato la decisione iniziale dell’ATP di squalificarmi dalla semifinale di Dubai e togliermi punti e montepremi guadagnati la scorsa settimana. Spero che in futuro l’ATP dia uno sguardo più attento a questa regola e la modifichi, così che un ufficiale di gara non possa imporre l’esito di un incontro senza avere prove chiare e non permettendo al giocatore di avere un replay video. Mentre sono amareggiato per non aver potuto terminare la semifinale a Dubai, vi sono grato per il sostegno ricevuto in questi ultimi due giorni, ho ricevuto tanti messaggi. Grazie a tutti per il supporto, prometto che imparerò da questo e cercherò di essere un tennista e una persona migliore.”

Per quanto evidente dal momento che non hanno rimesso in campo lui e Bublik, precisiamo che la decisione della squalifica non è stata cambiata, anche perché definitiva. A parte questo, nel messaggio non compare alcun accenno di scuse per la sfuriata a trenta centimetri dalla faccia del giudice di linea. Senza riferirci necessariamente a Rublev, l’insegnamento più immediato che si può trarre da questa decisione è che è consentito aggredire verbalmente un ufficiale di gara. E al contempo vale come incoraggiamento a saggiare il livello successivo.

D’altronde, se già abbiamo ripassato la (breve) lista degli ultimi squalificati, non dimentichiamo coloro che l’hanno fatta franca, tra sputi all’indirizzo dell’arbitro di sedia (Paire, Kyrgios), le racchettate di Daniil Medvedev alla sedia di Lahyani, l’aggressività quasi sfociata in contatto fisico di Jared Donaldson, l’insulto di Arthur Fils al supervisor a Santiago… In ogni caso, dal prossimo anno tecnologia per tutti, dunque scompariranno i giudici di linea, mentre sulla sedia rimarranno degli annoiati e distratti pigiatori di pulsanti.

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