ATP Indian Wells, Sinner: "Sto imparando a gestire anche la parte non tennistica del mio ruolo"

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ATP Indian Wells, Sinner: “Sto imparando a gestire anche la parte non tennistica del mio ruolo”

Le parole di Sinner dopo l’approdo agli ottavi: “Sto giocando con più rotazione, importante adattarsi all’avversario”

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Jannik Sinner – ATP Indian Wells 2024 (foto Ubitennis)
 

Un’altra vittoria, ancora netta e senza lasciare scampo all’avversario, quella di Jannik Sinner su Jan-Lennars Struff. La diciassettesima di fila, e diventa così la striscia più vincente del tennis italiano nell’Era Open, meglio di Adriano Panatta, “fermo” a quota 16. Ma soprattutto un torneo che si preannuncia sempre più da protagonista al BNP Paribas Open per l’azzurro, che ha potuto dunque anche svolgere una dettagliata analisi nel post partita di quanto andato in scena sui campi del Tennis Paradise.

Vanni Gibertini (Ubitennis): “Volevo farti una domanda sulla situazione generale che tu e gli altri top player vivono. Tu sei l’amministratore delegato dell’azienda Jannik Sinner, con un fatturato di un certo tipo, fornitori, sponsor, impegni. Però la maggior parte delle persone che sono amministratori delegati di un’azienda di quelle dimensioni lo fanno di mestiere, tu giochi a tennis, lo devi fare nel tempo libero, per così dire. Come hai imparato a gestire la parte non tennis della situazione e quanto ore ti occupa nella settimana?

Sinner: “Molto semplice. Il tennis è quello che mi piace. Io vado in campo, mi diverto, mi piace giocare. Mi sveglio al mattino e mi alleno perché è la cosa che mi piace fare. Poi ci sono altre cose da fare, ci do meno peso. Spesso devo fare il mattino qualcosina, però il pomeriggio poi sono fresco, perché al mattino comunque ci metto un po’ meno del mio impegno, perché voglio portare me stesso nell’allenamento o nella partita. Anche dopo la partita sto facendo questo, ma non ci metto il mio peso. Va in modo naturale. Ci sono delle cose da fare, ma c’è di peggio (ride). Fa parte del mio lavoro, lo accetto e lo faccio anche volentieri qualche volta, ma è una cosa nuova e ti dà la possibilità di imparare cose nuove e di vedere e di conoscere gente nuova

Luca Baldissera (Ubitennis): “Tu hai parlato in questi giorni di quanto è importante adattarsi alle condizioni qua, che sono un po’ particolari. Parlavamo anche prima con Jasmine che in queste condizioni bisogna stare molto attenti a giocare il lungolinea se no poi cominci a correre dall’altra parte se non sei incisivo. Ti sei adattato anche cambiando qualcosa tatticamente, delle geometrie proprio che usi in campo, rispetto a un campo più svelto?

Sinner: “Secondo me la qualità del colpo. Sicuramente sto giocando con un pochettino più di rotazione, la palla rimbalza tanto, però dipende anche contro chi giochi, siamo sempre lì. Ti devi adattare in base all’avversario del giorno. Oggi abbiamo preparato in modo ottimo la partita, sono riuscito a giocare come ci eravamo prefissati

Baldissera: “Certi lungolinea, come a Melbourne, sei un po’ più prudente a farli qui, perché magari apri il campo all’altro. C’è un po’ di cambiamento

Sinner: “Dipende un po’ anche se la palla è nuova o usata. Ci sono dei campi dove puoi tirare un po’ di più, e ci sono dei campi dove devi tenere. Io provo comunque sempre a far gioco, di spingere, di andare a rete. Qua sicuramente è più difficile

D: “Nel momento in cui fai un’analisi così, anche molto approfondita sul gioco, sulle condizioni, parlando anche di quello che potrebbe essere l’avversario agli ottavi di finale, come cambieresti la preparazione nel caso che possa esserci Shelton o Cerundolo?

Sinner: “Sono due giocatori diversi. Shelton è uno dei migliori servizi, mancino. Gioca molto bene sia di dritto che di rovescio, ha un’ottima mano, la devo preparare un pochettino. L’ultima volta ha perso, la prima volta io ho perso, ma comunque è sempre stato lì lì nella partita. Invece con Cerundolo la scorsa volta ci ho perso, però abbiamo giocato su terra, a Roma, vediamo. La cosa importante sarà sempre di far muovere l’avversario

D: “Jannik, hai giocato bene oggi. L’ultima volta che sei stato qui hai detto che di non essere imbattibile ma ben preparato. Mi chiedo com’è cambiata la tua preparazione dentro e fuori dal campo negli ultimi due anni e in che modo questo ti sta aiutando ad avere il successo che stai avendo adesso?

Sinner: “Penso che sia davvero importante ascoltare e capire cosa dice il tuo allenatore. Io cerco di fare quello che sento in campo, perché a volte lo prepari, ma non sempre senti il colpo, quindi è molto importante anche la sensazione viscerale in campo. In generale sento che sto giocando con fiducia in questo momento, ma dall’altra parte sto molto attento perché la partita può cambiare molto velocemente. Se mi strappa il servizio nel secondo set sul 4-3, andiamo 4-4 e allora si ricomincia da zero, quindi devo stare attento

D: “Come influiscono sul tuo gioco le condizioni del campo? Un cemento ma diverso dall’Australia, o puoi paragonarli?

Sinner: “Di sicuro le palline rimbalzano di più e diventano piuttosto grandi dopo tre, quattro game, quindi devi adattarti. Dipende anche se giochi di notte oppure no. Ieri abbiamo giocato il doppio nella notte ed era diverso. Il campo va davvero bene per i giocatori che giocano con un po’ più di rotazione

D: “Quale definiresti come la tua più grande ed importante qualità?

Sinner: “Ho grande rispetto per tutti i giocatori, ma non ho paura di affrontarli. Penso sia una qualità importante, perché specialmente quando giochi punti sotto pressione e quelli importanti, mi piace andare in avanti. La maggior parte del tempo non aspetto di vedere cosa fa il mio avversario. Se dovessi scegliere una qualità, è questa

D: “Come pensi che questo modo di colpire di rovescio ti aiuti? Se riesci a colpire con una varietà di colpi con il rovescio, o…

Sinner: “Anch’io ho la sensazione che con il gioco di adesso, che è molto veloce, sia più facile giocare il rovescio a due mani, perché puoi bloccarlo un po’ più facilmente, specialmente quando il il servizio arriva veloce, per quanto con il rovescio a una mano sia più elegante. Più che altro, da fuori è sempre bello vedere un rovescio con una mano sola. Hai la maggior parte del tempo per avere anche una migliore sensazione con la mano, perché cambiano con lo slice

D: “Questa paura che dicevi prima, parlando della tua miglior qualità, l’hai mai avuta o sei semplicemente nato con questa sorta di coraggio tennistico?

Sinner: “No, quando sciavo ho realizzato che avevo paura delle gare di discesa libera. Quando vai molto veloce e poi salti 20, 30 metri è diverso, e avevo questa paura. Allora nella mia mente nel tennis non c’è niente di cui aver paura, no. Alla fine dei conti è solo una partita. Facciamo del nostro meglio, a volte va bene nei momenti importanti, a volte no. Ma alla fine semplicemente perdi la partita

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