Ventidue vittorie su ventitré match giocati in stagione, primo italiano a vincere due Masters 1000 e primo del 2024 ad alzare tre trofei. Dopo la vittoria schiacciante su Dimitrov in finale, Jannik Sinner parla con i giornalisti italiani presenti al Miami Open di festeggiamenti (facile spoiler: pochi), di terra battuta e degli insegnamenti che si porta via dalla Florida.
D. Hai già pensato a come si festeggia questa sera?
“Non sono un ragazzo che fa festa, che fa tante cose, sono contento con una cena molto più tranquilla e basta, onestamente. Sono contento di questa settimana, è speciale, però non c’è tanto spazio per essere pronti per Monte Carlo. Domani [lunedì] voleremo per essere a Monaco il più presto possibile poi vediamo.”
D. A proposito della terra battuta, cosa porterai di nuovo, del tuo gioco, dentro di te, qualche novità?
“Sicuramente sono un giocatore più completo dell’anno scorso e posso mettere in campo anche situazioni diverse. Monte Carlo è un torneo difficile per i giocatori perché non hai tanto tempo per adattarti e spesso ci sono dei risultati un po’ strani, poi Madrid è un torneo dove ho sempre faticato molto. Roma già mi sento meglio e speriamo bene anche a Parigi. Bisogna andare giorno dopo giorno, soprattutto all’inizio, movimenti che sono completamente diversi e poi vediamo. Speriamo di iniziare bene la stagione su terra.”
Vanni Gibertini, Ubitennis. Sempre a proposito della terra, l’anno scorso avevi detto che eri stato sorpreso da quanto velocemente ti sei adattato perché non pensavi di arrivare in semifinale a Monte Carlo. Dopo aver fatto finale qui. Adesso che bisogna fare lo stesso percorso e c’è da guardare anche al secondo adattamento per la terra battuta che si avrà dopo Wimbledon per le Olimpiadi, che tipo di informazioni tu e il tuo team andrete a cercare tu e il tuo team nei primi dieci giorni su terra?
“Probabilmente, giovedì sarà la prima volta che giocherò su terra e in torneo giocherò già martedì o mercoledì, quindi non c’è tanto spazio per provare cose. Per me sarà una settimana fondamentale perché mentalmente devo essere pronto a cambiare perché non posso giocare come qui. La terra è sempre dove si vede il gioco vero perché puoi sporcare di più la palla, le palle corte sono importanti. Sono contento di tornarci perché sento che mi fa diventare un giocatore migliore.”
D. Si chiudono mesi straordinari, vittorie, record. Qual è la cosa più bella che ti porti via da Miami, la più preziosa, che rimarrà nel tuo cuore?
“È sempre stato un torneo molto speciale per me. Ho gestito bene tutte le cose in campo e fuori. Abbiamo avuto un approccio un po’ diverso per questo torneo, ci siamo riusciti molto bene e cercheremo di usarlo nei prossimi. Ci sono tante cose positive per me: abbiamo visto che ogni giorno può essere diverso, una volta c’era un po’ di pioggia, poi il caldo, il vento, tante situazioni a cui sono riuscito a trovare una soluzione.”
Qui l’audio dell’intervista:
Prima era stato il momento delle domande da parte della stampa internazionale. Si inizia subito con qualche risata quando il moderatore domanda se sia più importante il titolo a Miami dopo due finali o il numero 1.
Sinner: “Numero 1?”
Moderatore: Numero 2, scusa.
Sinner: “Unforced error! Significano molto per me, ma la cosa più importante è stata la grande prestazione, specialmente in semifinale e finale. Essere n. 2 è una sensazione fantastica, non avevo mai pensato di arrivarci. Vengo da una famiglia normale, mio padre e mia madre ancora lavorano. Una cosa è lo sport, un’altra è la vita.”
D. Sembravi ben bilanciato e forte mentalmente in un match così importante. Hai parlato a proposito dell’essere nervoso in passato, ma durante i match sei sempre stato concentrato e controllato o hai dovuto lavorare con uno psicologo dello sport?
“Quando sei giovane, non gestisci queste situazioni come faccio ora. Forse in futuro lo farò anche meglio, chissà. La mia personalità tende alla calma, ma d’altra parte non devi rilassarti troppo, devi andare a prendertela. Perdere un match cercando di conquistarmelo è meglio che stare ad aspettare e vedere che succede. È così che sono fatto. Quindi devo rimanere concentrato in ogni situazione, posso succedere tante cose, l’inerzia può cambiare anche se sei su di un set e un break. Devi esserne consapevole.”
D. Medvedev ha detto che tu e Alcaraz sarete i giocatori con pi titoli nel circuito attuale. Cosa significa per te?
“Significa molto, ma d’altra parte bisogna ancora dimostrarlo. Ho cominciato benissimo la stagione, non me l’aspettavo. Ma significa anche restare nel momento, ogni prossimo torneo sarà una nuova opportunità. Ora c’è la stagione su terra e mi sento in una forma fisica diversa rispetto all’anno scorso e ho la sensazione di aver anche imparato molto dalla passata stagione.”
D. Hai parlato dei tuoi genitori, stanno ancora lavorando, non erano qui. Pensi che con il successo che stai avendo potrebbero iniziare a seguirti o va bene così, che rimangano a casa e lavorino mentre tu alzi trofei?
“Continueranno la loro vita e io la mia (sorride). Mio padre era venuto a Indian Wells. Ci sono tre o quattro torneo dove potrebbero venire. Monaco, Roma, Vienna e magari a Torino se giocherò. Non viaggiano tanto, ho anche una nonna e un nonno di una certà età ai quali vogliono rimanere vicino. Abitano in un posto meraviglioso, hanno una bella vità là. Di sicuro mi mancono i genitori, h lasciato casa a 13 o 14 anni. L’importante è che siano felici. So che se io sono felice, lo sono anche loro.”
D. Darren Cahill ha detto che sei molto ricettivo quando si tratta di coaching, di apprendere, che hai un carattere fantastico. Medvedev ha detto che hai migliorato tanto il servizio. Cosa pensi di aver migliorato per avere questi risultati e su cosa lavorerete in futuro?
“Il più grande cambiamento è stato fisico, abbiamo fatto un gran lavoro in palestra che aiuta in campo quando sai di essere in grado di giocare per ore mantenendo un certo livello. Poi ho migliorato il servizio. Aiuta parecchio, specialmente quando ti dà il punto dopo uno scambio lungo. Darren e Simone stanno facendo un lavoro fantastico con me. Darren sulla parte mentale, mi prepara per quello che può capitare in campo.”
D. L’anno scorso a Toronto hai vinto il tuo primo Masters 1000. col senno di poi puoi dire se ciò ti ha in qualche modo slboccato?
“Di sicuro è stato importante perchè facevo ottimi risultati nel Masters ma non riuscivo a vincerli. Quindi era molto importante dal punto di vista mentale risucire a vincerne almeno uno. È stato speciale. Sì, ma poi capisci che è un momento, il giorno dopo voli a Cincinnati e giochi di nuovo. Non c’è tanto tempo per godertelo. Anche dopo l’Australia, ho vissuto il momento per tre o quattro giorni, poi di nuovo al lavoro e così dopo Rotterdam. Io sono fatto così, altri se la godono per un po’ di più.”
D. Siamo a un quarto di stagione. I tuoi risultati finora sono piuttosto impressionanti. Al primo gennaio, cosa ti aspettavi e a cosa puntavi?
“Non questo, certo, mentrei se lo dicessi, ma mi sentivo preparato per fare bene perché ho avuto un’ottima off season e un finale fantastico. Battere Novak due volte è stato molto importante. La cosa importante è che in ogni torneo che gioco sento di avere la soluzione per fare bene.”