Sinner terra mia (Riccardo Crivelli, La Gazzetta dello Sport)
Il pianeta rosso è quello su cui dimora Jannik l’extraterrestre. Appena sei giorni per adattarsi al cambio di superficie tra il cemento e la terra dopo la trionfale campagna americana, un passaggio che ha spesso mandato fuori giri anche i campioni più nobili. Ma Sinner evidentemente non è umano, perché la passione per il gioco e il suo spirito di competizione che anela alla partita come sublimazione di tutto il lavoro fatto in allenamento, lo avvicinano piuttosto ai titani che si ribellarono agli dei. Il debutto sulla terra, sempre portatore di incognite, si risolve in un’ora e un quarto di lezione magistrale al figlio d’arte Korda, cui sono benignamente concessi tre game. La partita dura lo spazio di due giochi: Jan ottiene il break d’acchito e poi nel suo primo turno di servizio deve fronteggiare tre palle per il controbreak. Sventato il pericolo, innesta le marce superiori e sgasa indisturbato, lui in cielo e l’altro sotterrato da un ritmo insostenibile, da colpi lavorati che l’anno scorso non si vedevano, dalle velenose palle corte: il numero 27 del mondo, che aveva vinto l’ultimo precedente a gennaio 2023 ad Adelaide, è impotente contro il nuovo signore. Sempre più in alto Sinner vince mettendo in campo un povero 49% di prime palle […], e il dato dovrebbe preoccupare il resto dei pretendenti alla corona di principe sotto la Rocca, adesso che Rublev, vincitore un anno fa, ha già abbandonato la compagnia: «Il servizio sarà importante nei prossimi turni […] speriamo di migliorare le percentuali e soprattutto di utilizzare qualche rotazione. Ma sono stato felice di giocare di nuovo sulla terra. Io e Korda abbiamo uno stile simile, non era importante l’altezza della palla ma trovare i movimenti giusti. La considero una bella vittoria, perché era una partita difficile aldilà del punteggio finale. Spero di poter migliorare e sentirmi meglio con i movimenti su questa superficie. Fisicamente la terra richiede tanto, quindi ovviamente più si migliora da quel punto di vista meglio si gioca. Cercherò di crescere anche sotto quell’aspetto nelle prossime settimane». Medvedev che negli ultimi sei mesi ha dovuto inchinarsi alle nuove gerarchie dopo avergli sbadigliato in faccia quando alle Finals del 2021 si affrontarono per la prima volta, ha appena sostenuto che rispetto agli avversari più forti Jannik è l’unico che si diverte davvero a giocare sul rosso: «Sì, ha ragione, mi diverto […]. E’ un gioco diverso, ma non mi faccio mai problemi su quale tipo di superficie dovrò scendere in campo e credo questo sia già un vantaggio. Dai 14 ai 18 anni ho giocato tanto sulla terra. Certo, mi trovo meglio sul cemento e i risultati lo dicono, ma posso trovarmi bene pure qui. Devo solo capire come usare certi colpi, ma la terra mi piace». La crescita esponenziale della Volpe Rossa in ogni aspetto del gioco e su qualunque superficie, passata all’inizio anche attraverso le inevitabili difficoltà di una rivoluzione tecnica con i nuovi allenatori, è la rappresentazione plastica della feroce volontà di ricercare sempre il meglio da sé stesso: «So quanto abbiamo lavorato per arrivare fin qui, ma so anche quello che c’è da migliorare, intervenendo di conseguenza. Devo ancora compiere 23 anni, non sono certo al mio massimo. Anche in quanto a esperienza e capacità di gestire le situazioni non confortevoli delle partite». […] Oggi pomeriggio […] il secondo test sulla terra di Montecarlo gli propone il tedesco Struff, appena sconfitto, ma sul veloce, a Indian Wells. Ma la nuda cronaca dei numeri racconta che dopo il ritiro di Alcaraz, Jannik è a due partite dalla conservazione del numero 2 in classifica. Una questione che in realtà non lo appassiona: «Seguo ovviamente ciò che sta succedendo, ma non guardo in casa degli altri. So di essere un giocatore forte anch’io, e dunque avere accanto il numero 2, 3 o 4 del mondo non mi cambia niente. Certamente è una bella soddisfazione essere numero 2, ma non è quella la meta finale: il traguardo è giocare bene, migliorare nelle prossime partite per arrivare pronto al Roland Garros e all’Olimpiade, che sono i miei grandi obiettivi». Nel frattempo, però, abbiamo pure scoperto, attraverso gli ultimi spot, che può avere un futuro da attore: «Ah no, io cerco di mettere il meglio di me stesso in ogni cosa che faccio, ma le esibizioni che mi riescono meglio sono sicuramente quelle in campo». Vero: basta vedere il film degli ultimi cinque mesi.
Un Sinner evoluto sulla terra rossa più sicuro e lucido (Paolo Bertolucci, La Gazzetta dello Sport)
Non si può promuovere o bocciare un giocatore alla prima uscita su una superficie dalla quale mancava da lungo tempo, tanto meno se l’assenza è durata dieci mesi. Sinner non disputava un match sul rosso dal torneo di Parigi dello scorso anno, quando oltretutto, contro il tedesco Altmaier, subì la sconfitta più imprevista e cocente della sua giovane carriera. C’era quindi una certa attesa per verificarne il rendimento sulla terra battuta. Come detto in precedenza, un singolo match non può permetterci di esprimere un giudizio definitivo. Ma quel che è certo è che lo Jannik visto ieri sul Centrale di Montecarlo contro lo statunitense Korda, è un giocatore assai diverso rispetto a quello dello scorso anno, che pure sui campi del Principato aveva comunque disputato un buon torneo. I quattro chili di muscoli in più, le numerose esperienze maturate e le tante vittorie raccolte soprattutto negli ultimi sei mesi, gli hanno permesso di entrare in campo con uno status e una convinzione diversi e un biglietto da visita molto più importante rispetto a quelli che poteva presentare allora. Korda non è tra gli avversari più temibili del circuito, ma in un primo turno neppure uno dei più agevoli. Ugualmente è stato spazzato via in poco più di un’ora da un Sinner molto attento, concentrato, deciso nel verificare egli stesso quale potesse essere il suo reale rendimento in partita. Il successo è arrivato facilmente, ma attraverso un gioco cambiato rispetto a quello che ci aveva proposto sul duro, evoluto nei confronti di quello che, sulla terra, aveva mostrato lo scorso anno. Adesso si nota un uso superiore degli effetti in top spin, la tranquillità, la sicurezza e la lucidità con la quale apre il campo, cercando angoli più stretti e la prontezza con la quale si esprime sia in alcune soluzioni volanti, sia in alcuni drop shot sempre appropriati ed eseguiti al momento giusto. Nel primo set, peraltro, il rendimento del servizio non è stato certamente all’altezza. Ma, evidentemente, la ricerca di nuove soluzioni e di diverse direttrici hanno spostato l’attenzione di Jannik più sui nuovi effetti da dare alla palla, che non sulla percentuale di prime palle vincenti. Nel secondo parziale, invece, rinfrancato dal punteggio e dal livello di gioco espresso, ha trovato soluzioni molto interessanti e servizi vincenti anche con la prima palla. Il torneo, naturalmente, è appena iniziato. Ogni giorno per Sinner ci saranno esami da affrontare e superare. Il primo della serie proprio oggi, contro il tedesco Struff, atleta dotato di talento che basa il proprio tennis sul servizio e la potenza del colpo, per certi versi capace di mostrare punte di gioco di alto livello, ma non sempre in grado di trovare la necessaria continuità. Affacciandosi un pochino più in là, ad attendere Sinner nei quarti, potrà esserci il danese Rune, mentre per l’eventuale semifinale si dovrà verificare chi uscirà vivo dalle sabbie mobili di quello spicchio del tabellone, con Medvedev e Zverev possibili favoriti. Djokovic? E dall’altra parte: ci sarà modo di parlarne.
Sinner a tutto gas sotto gli occhi di Sainz (Lorenzo Ercoli, Corriere dello Sport Stadio)
Vincere e dominare con cautela, semplicemente cose da Jannik Sinner. A Montecarlo è tutto facile nella prima uscita contro Sebastian Korda, liquidato in 75 minuti con il punteggio di 6-1 6-2. Ogni giudizio è prematuro e la cautela in vista dei prossimi impegni è d’obbligo, ma il ritmo imposto dall’azzurro è stato travolgente. Al figlio d’arte americano il talento non manca, ma troppe volte la sua prestazione è dettata dall’immediatezza delle sensazioni, penalizzata dalla poca pazienza quando il gioco non fluisce con naturalezza. […] «Io e Sebastian abbiamo un tennis simile, non siamo due specialisti della terra e giochiamo prevalentemente piatto […] Giocare bene a Montecarlo è sempre difficile, in campo sento di essermi mosso bene e sono contento perché raccolgo i benefici del lavoro fatto sul mio corpo. Vediamo come andrà nel prossimo turno». Il giudizio del numero 2 del mondo è coerente con quanto visto nel match. Una delle chiavi del prossimo mese sarà la freschezza atletica, prima ancora del tennis espresso, fattore che nel 2023 ha pagato dopo la semifinale nel Principato. La reazione alle difficoltà di Miami, spazzate con le travolgenti vittorie nei due match conclusivi, ha caricato di fiducia l’allievo del duo Vagnozzi/Cahill. Nel panorama attuale, Montecarlo è una rarità e dal 2025, quando Canada e Cincinnati passeranno al tabellone da 96, sarà l’unico Masters 1000 a disputarsi con la vecchia formula. Una settimana di torneo e dagli ottavi nessun giorno di riposo: Sinner tornerà in campo già oggi contro Jan-Lennard Struff e dovrà fare lo stesso a ogni vittoria. […] Sul piano prettamente del gioco ha dello straordinario la solidità conseguita dal pusterese, capace di esprimere con moderata facilità un livello medio in grado di travolgere Top 30 del calibro di Korda. Le distinzioni tra il tennis da cemento e quello da terra in queste settimane saranno sottoposte a lente d’ingrandimento. Sinner ha rispolverato l’utilizzo delle palle corte, centellinate ed efficaci, è il prosieguo di uno spunto tattico introdotto già l’anno passato in questo periodo. Al servizio, specialmente da sinistra, è emersa la maggiore varietà di tagli e angoli in un ventaglio sempre più ricco. La prima è sempre più una certezza, servirà più continuità. […] Nella settimana monegasca il tifo sarà inevitabilmente un fattore, soprattutto in un anno in cui oltre il 40% degli spettatori proviene dall’Italia. Improbabile che ci sia una giornata in cui il Centrale non si schieri a favore di Jannik, sotto questo aspetto sono già prove di Foro italico in quello che nei fatti è il torneo di riferimento degli appassionati del nord Italia. In più, non è una sorpresa che Montecarlo sia un evento che attrae numerose celebrità e non è raro scovare VIP nelle tribune. Ieri è stato il pilota della Ferrai Carlos Sainz a fare il tifo per il numero 2 del mondo, con il quale ha scambiato qualche parola a fine match: «Segui la F1?», «Certo». «Verrai a qualche gara?» «Ci stiamo provando, ma c’è il Roland Garros». «Magari vieni anche solo per la domenica». «Sì, esatto. Se il torneo va male, verrò sicuramente». «E allora spero tu non venga». «Spero di no», hanno interagito tra le risate. […] Dopo qualche sprazzo di pioggia nelle scorse giornate, da oggi il maltempo dovrebbe essere un ricordo. Sinner forte del 6-3 6-4 di quest’anno a Indian Wells, affronterà perla seconda volta in carriera Jan-Lennard Struff. Per mantenere la seconda posizione mondiale, Alcaraz non difendeva punti, Jannik dovrà quanto meno confermare la semifinale del 2023. Nel peggiore dei casi sarà solo un periodo transitorio, con l’azzurro che tra i primi 3 è quello a difendere meno punti […]: «Che io sia numero due, tre o quattro, so di essere forte. Non mi faccio questi problemi. L’obiettivo è trovare il miglior tennis per Roland Garros e Olimpiade. Il resto lo prendiamo come viene».
Djokovic per curare la sindrome italiani (Marco Di Nardo, Corriere dello Sport Stadio)
«Non ho paura di niente e di nessuno. Spero davvero di avere la chance di affrontarlo di nuovo». Difficile essere più chiari e onesti di così. Novak Djokovic, nonostante quella che sembrerebbe essere una maledizione nelle sfide contro i tennisti italiani, resta pur sempre il numero 1 del mondo e il tennista più vincente della storia. Le poche statistiche negative che riguardano il serbo non possono certamente spaventarlo, e prima ancora di conoscere il nome del suo avversario degli ottavi del Masters 1000 di Montecarlo era già pronto all’eventuale rivincita contro Lorenzo Musetti. Ipotesi che è diventata realtà quando il carrarino, nell’atmosfera rovente di martedì sera sul Court des Princes, ha eliminato Arthur Fils. […] Guardando i numeri, non ci sono dubbi. Da un anno a questa parte Djokovic è spesso in difficoltà quando dall’altra parte della rete c’è un azzurro ad affrontarlo. Solo due vittorie su sette confronti diretti, cinque dei quali contro Jannik Sinner […]. Il periodo negativo era iniziato proprio nel Principato con la sconfitta subita da Musetti dodici mesi fa: fu una partita caratterizzata da tantissimi break, con un Djokovic molto falloso e un “Muso” estremamente ispirato, favorito anche dalle lente condizioni di gioco, in particolare dopo l’interruzione per pioggia di circa un’ora arrivata all’inizio della terza frazione. Finì 4-6 7-5 6-4 e da lì il serbo avrebbe continuato a faticare in quasi tutti i successivi incroci con i nostri rappresentanti. L’inattesa legnata subita da Luca Nardi a Indian Wells sembrerebbe confermare la tesi secondo cui Nole soffra il tennis degli azzurri. Ma è davvero così? […] I tre italiani che lo hanno battuto a partire dal 2023 hanno caratteristiche molto diverse tra loro. Inoltre, le sconfitte di Djokovic sono arrivate in condizioni di gioco differenti […]. Resta quindi difficile individuare una caratteristica propria dei nostri ragazzi che possa averlo messo in crisi. L’unico aspetto che sembra spiegare certi risultati è il livello complessivo del nostro movimento, che propone un numero sempre più alto di atleti d’élite. Questi, approfittando di una giornata non particolarmente positiva del numero 1, hanno ormai uno standard medio che gli consente di batterlo. Non è un caso se due dei tre azzurri […] abbiano compiuto l’impresa in tornei Masters 1000, dove da qualche anno il serbo fatica ad esprimersi al meglio con continuità, alternando grandi performance a prestazioni sottotono. Diverso il discorso relativo a Jannik Sinner, il cui livello è ormai talmente elevato da potersela giocare in qualsiasi contesto. […] Sarà il quinto confronto diretto tra Djokovic e Musetti, il secondo consecutivo a Montecarlo e sempre negli ottavi: «E’ divertente che ci si sfidi di nuovo qui un anno dopo […] nello stesso torneo e nello stesso spicchio di tabellone. Non vedo l’ora di sfidare Nole». I ricordi del 2023 permettono al carrarino di sognare, anche perché nell’unico altro precedente sulla terra rossa […] c’era stata lotta, con Musetti, allora diciannovenne, avanti di due set prima di crollare nella seconda parte del match e ritirarsi. D’altro canto, il Djokovic ammirato nel primo incontro monegasco è stato quasi perfetto: «Le sensazioni erano ottime […]. E’ stata una delle mie migliori prestazioni da qualche anno a questa parte». E lo stato d’animo con cui il serbo arriva a questa sfida, con la voglia di dimostrare di essere ancora il migliore, renderà l’impresa di Musetti ancora più difficile da realizzare.
Sinner, Musetti, Sonego: il tennis d’Italia fa impazzire Montecarlo (Daniele Azzolini, Tuttosport)
Si va di corsa. C’è Carlos Sainz in tribuna e l’ispirazione non manca. E’ con Rebecca Donaldson, modella scozzese, la sua compagna, un’altra che ispira parecchio. Tifosa di Sinner, peraltro, visto che gli dedica un messaggio su lnstagram. E sono due, con la signorina Zendaya. E chissà quante altre. Con Sainz c’è tutto il tempo di fare due chiacchiere. Il match ha detto quello che doveva dire con un notevole risparmio di tempo sulla tabella di marcia. Succede quando uno sa ciò che deve fare e l’altro improvvisa. Il problema è dunque il seguente… Perché uno va in campo a improvvisare? Sempre che proprio quello stesse facendo il giovane Sebi Korda. Perché se non si è trattato d’improvvisazione bella e buona, ma di scelta tattica, allora è peggio. Sinceramente, non so che cosa abbia detto zio Stepanek […] in preparazione del match con Sinner, Radek, da giocatore, i match se li sapeva giocare, era perfino astioso e malignano sul campo, e sapeva come prendere la rete, cosa che in collaborazione con una volée decente finiva […] per mettere in subbuglio gli avversari, tutti o quasi. Se il consiglio di mettersi a fondo campo e prolungare per il possibile gli scambi, l’ha dato lui a Korda, posso solo pensare che anche i coach esperti, di tanto in tanto, prendano “oranges pour orages”, arance per uragani, come dicono i francesi per intendere fischi per fiaschi. Prolungare uno scambio con il Sinner di oggi significa due cose: una è che al sesto palleggio lui ti ha già tirato tre comodini, una vasca da bagno e due “àpplique” con tutti i fili e le prese, delle quali en passant puoi anche ammirare l’artistica fattura; due, che se davvero lo porti a scambiare per trenta volte, tu sei sconvolto e tumefatto come un ecce homo, lui invece ne ha altre trenta nel serbatoio. Difficile comprendere come nascano certi consigli. Ma insomma, devi affrontare Sinner e sei convinto che il tuo allievo non abbia una possibilità che è una, prova a dirgli di non colpire una palla uguale all’altra, prova l’uno-due servizio e dritto, vada come vada. Che so, di attaccare su ogni palla. Oppure, se proprio non ti viene di meglio, suggerisci di farlo inciampare gettandogli la racchetta fra le gambe quando ti passa davanti al cambio di campo… Ma quella di far gara di resistenza da fondo campo con Sinner, davvero, non ha senso alcuno. Così, il pericoloso primo turno con Sebastian Korda, è servito a Sinner da ottimo allenamento, propedeutico per i match che verranno. Un-break in avvio, tre palle break salvate nel secondo game e due nuovi break nel quinto e nel settimo gioco. E il primo set è già bello che confezionato. Korda si riscatta nel secondo set, salvando subito tre palle break, ma nel quinto game è già sotto 4-1, per finire alla grande con un nuovo break di Sinner per il 6-2 conclusivo. Un’ora e 15 minuti. Contro il numero 27 del mondo […] che molti indicano come prossimo acquisto nella compagine dei Top Ten. Statistiche illuminanti del tranquillo dominio di Sinner… Poco ispirato sulla prima palla di servizio […], Jannik l’ha però fatta fruttare a dovere, lucrandoci il 95 per cento dei punti. In altre parole, la prima palla di Sinner è entrata 21 volte, e in venti occasioni ha dato il punto, mentre Korda ha ottenuto un solo “quindici” attestandosi su un fallimentare 5%. Tre palle break su tre salvate dal nostro rosso, sette su dodici invece per Korda. A rete, sette punti su dieci per Sinner, due su 10 per l’americano. Infine, appena 105 punti giocati, 65 a favore di Jannik, 40 di Sebi. E si passa a Jan-Lennard Struff, 33 anni da Warstein, città della birra. Altro brutto cliente, sulla carta. Ma lo era anche Korda… Struff gioca alla Del Potro, fatti salvi i dovuti distinguo, è alto e va giù di servizio che è un piacere. Competitivo sempre, vincente mai. I suoi record sono atipici: è partito undici volte per l’Australia e dieci volte ha perso al primo turno degli Australian Open. La sola volta che gli è andata bene, è franato nel secondo turno. Ha giocato tre finali e non ha mai vinto un torneo. E’ il primo e unico tennista ad aver raggiunto la finale “1000” di Madrid muovendo dalle qualifiche, ma l’ha persa. E’ successo l’anno scorso. Ha raggiunto il 21° posto in classifica sia in singolare sia in doppio. Però se gli gira bene, con il suo servizio pesante e il dritto a uncino, non è facile da fermare. Sinner l’ha incontrato una sola volta, quest’anno, a Indian Wells e ha risolto facilmente la pratica, mala superficie preferita di Struff è la terra, e ama da pazzi il Roland Garros, il solo Slam che l’abbia visto una volta (nel 2021) agli ottavi. “Non guardate troppo i risultati», consiglia Sinner, «non dicono tutto. Prendete il match con Korda, ho vinto bene, ma non riuscirei a definirlo facile. Di facile, in realtà, non c’è nulla. Per questo sono contento di come ho cominciato quest’angolo di stagione sulla terra. Ho lavorato molto sul fisico, l’ho sottolineato spesso. E anche sulla velocità. Non sono ancora come vorrei essere, c’è tanto da fare, ma credo che i miglioramenti saranno utili sulla terra rossa, che è la superficie più faticosa. Si vedrà. Esco da questa prova con tanta fiducia in più». Agli ottavi gli italiani sono tre. Come sempre, è meglio abbondare…
Il cuore di Sonego (Roberto Bertellino, Tuttosport)
La fortuna bisogna meritarsela. Lorenzo Sonego, ripescato in main draw a Montecarlo per il ritiro forzato di Carlos Alcaraz e proiettato al secondo turno, l’ha fatto. Opposto sul campo 9, uno dei più distanti dal “cuore” del Rolex Masters Series, all’ex n.6 del mondo Felix Auger-Aliassime, l’azzurro ha sfruttato l’occasione ghiotta e vinto in due set salendo negli ottavi, che giocherà oggi contro il francese Ugo Humbert, n.14 del seeding. Contro Auger-Aliassime il torinese è stato abile nei passaggi delicati dei due set, cosa che spesso in stagione non gli era riuscita. Nella prima frazione ha centrato il break sul 4-4 servendo poi senza tentennare nel decimo gioco. Nella seconda ha saputo recuperare lo svantaggio di 2-5 e una volta ripreso il canadese, peraltro molto falloso in questo passaggio di carriera, lo ha superato al sesto match point. Un finale non facile, perché Sonego ha dovuto vincere due volte. Al quinto match point pareva esserci riuscito, ma il controllo del giudice di sedia […] ha detto che il suo servizio era finito di poco fuori. Doppio fallo, quindi, e tutto o quasi da rifare. L’azzurro ha annullato anche una seconda palla break al rivale, si è ritrovato e ha chiuso al sesto match point. Un successo che fa morale, quello di cui ha bisogno dopo le sconfitte subite nei primi mesi del 2024 […], e che potrebbe rappresentare un momento di svolta. Come lo è stato una decina di giorni fa il divorzio dal suo coach di sempre, Gipo Arbino, sostituito ora ufficialmente da Fabio Colangelo, che lo conosce bene e l’ha già seguito in stagione a Doha e Dubai. Al termine della partita vinta con il nordamericano, Sonego si è messo al collo una sciarpa del suo Toro, come ai bei tempi e proiettandosi verso il derby di sabato. In conferenza stampa Lorenzo ha spiegato le emozioni dell’ultimo game contro il canadese. «Erano molte e volevo gestirle nel migliore dei modi per vincere […]. Non è stato facile, a tratti ho giocato molto bene, ma sono anche incappato in alcuni errori di diritto che di solito non faccio. In questi frangenti può capitare. Mi sono detto di essere aggressivo, ma non sono sempre riuscito a farlo. Anche lui ha giocato ad alto livello il game conclusivo ed è stato veramente difficile venire a capo della sfida. Sono contento per come ho gestito quei momenti. Nel secondo set ero sotto e ho fatto un gran game in risposta con un passante di rovescio vincente. Da quel momento ho ribattuto molto bene. Lui è calato al servizio, io sono stato bravo a rispondere e far gioco in quei due game. Vincere da lucky loser ha un sapore particolare. Ho avuto un po’ di fortuna, ma ora mi godo questa vittoria, direi meritata. Quando sei positivo le cose girano per il verso giusto. Sono stato bravo a sfruttare l’occasione e ora mi preparo per il prossimo match». Sarà contro Humbert, uno dei protagonisti dell’inizio del 2024, con tanto di due titoli Atp vinti: il 500 di Dubai e il 250 di Marsiglia. I precedenti sono in perfetta parità […], con Sonego a segno due volte sulla terra rossa e due volte battuto sul veloce outdoor. Lo scorso anno l’azzurro si è imposto al 25enne mancino francese sulla nobile argilla del Roland Garros, al secondo turno. Dovrà ripartire con le stesse cadenze. Sul nuovo coach ha spiegato che era alla ricerca di nuovi stimoli: «Volevo esplorare qualcosa di nuovo per vedere di aggiungere qualcosa al mio gioco. Fabio ha girato molto il tour e potrà danni qualcosa di diverso da altri».
Muso? Djokovic ha il tabù tricolore (Gianluca Strocchi, Tuttosport)
La storia si ripete. Lorenzo Musetti e Novak Djokovic si ritrovano sullo stesso prestigioso palcoscenico, il Court Ranieri III […] a distanza di dodici mesi, con in palio di nuovo un posto nei quarti di finale: uno desideroso di un fantastico bis vincente e l’altro invece intenzionato più che mai a vendicare la sconfitta in tre set dell’anno passato e in qualche modo a sfatare il tabù tricolore, visto che proprio contro italiani sono arrivati i due ko rimediati in tornei individuali nel 2024 […], ma anche cinque degli ultimi nove. «Noie sarà sicuramente affamato di rivincita, in ogni caso è un onore dividere il campo con una leggenda come lui» le parole dei 22enne di Carrara, che contro Fritz e Fils ha mostrato progressi nell’atteggiamento, specie nei momenti delicati, e giocate da applausi, alternati a qualche passaggio a vuoto. Proprio quelli che Muso non potrà permettersi contro il 36enne di Belgrado, il cui nome compare due volte nell’albo d’oro di questo torneo[…] e diventato domenica il più vecchio n.1 nella storia dell’Atp. «Sono contento di avere l’opportunità di affrontarlo di nuovo qui […]. Lorenzo è uno dei giocatori più talentuosi sulla terra battuta, dotato di un bellissimo rovescio a una mano. E molto atletico, può fare davvero grandi cose. E uno dei giovani più promettenti, non solo italiani ma in generale del mondo». Intanto Carlos Alcaraz, dopo il forfait nel Principato per “un problema al muscolo pronatore”, attende fino all’ultimo momento prima di sciogliere le riserve sulla sua partecipazione al 500 dì Barcellona […] e al successivo 1000 di Madrid. Per Carlitos, vincitore di entrambi gli eventi nel 2023 […], sono previsti ulteriori accertamenti medici e un paio di allenamenti, oggi e domani dopo due giorni di riposo, prima di decidere. Già incappato nello stesso problema fisico l’anno scorso durante lo swing asiatico, allora motivato dai continui cambi di palle, il murciano proseguì con la sua tabella di marcia salvo poi doversi cancellare da Basilea. E già nella capitale catalana invece Rafa Nadal, che si è allenato ieri sul campo che porta il suo nome […] 1.081 giorni dopo il trionfo in finale su Tsitsipas nel 2021: le prossime sedute diranno se il campione di Manacor sarà in grado di disputare un torneo che ha vinto 14 volte.
Anche sulla terra battuta è il solito irresistibile Sinner (Gaia Piccardi, Corriere della Sera)
È arrivato in scivolata per dissotterrare dal centrale una palla così arrotata da rimbalzare storta. L’ha raccolta e l’ha angolata al punto da renderla imprendibile per Sebastian Lorda, 23 anni, figlio d’arte, così scoraggiato da alzare gli occhi al cielo. Cambiano continente, fuso orario, superficie. Ma non cambia lui: è il solito Jannik Sinner. Il debutto sul rosso di Montecarlo in una giornata piovosa che riserva al numero 2 addirittura uno sprazzo di sole, non potrebbe essere più felice: 6-i, 6-2 all’amerikano, erede del ceco Petr, annichilito come tanti altri in questa stagione dello scontento dei rivali, perché alla fine vince […] sempre Jannik. Eppure, lui alza il sopracciglio: «Ho solo 22 anni, sono lontano dal mio massimo, posso migliorare. L’adattamento alla terra continua». Si ritira Alcaraz per un’infiammazione al muscolo del braccio […], viene eliminato il campione in carica nel Principato, Andrey Rublev, in rottura prolungata, Holger Rune è stoppato dalla pioggia. Sinner avanza come un treno […] e trova anche il tempo di incontrare Carlos Sainz, il pilota Ferrari che lo invita a un Gran premio […]: «Guarda, tra poco c’è il Roland Garros, se esco presto mi piacerebbe venire a fare il tifo a una gara, quindi onestamente spero di no» è la risposta. Sinner in missione sul rosso al terzo turno trova il tedesco Struff, a cui a Indian Wells ha lasciato sette game: «Sono cresciuto fisicamente e questo mi aiuta nei movimenti su questa superficie. Sulla terra è un tennis diverso, devo ancora capire come usare meglio certi colpi, ci stiamo lavorando». Il maltempo interrompe il programma […] ma nulla può fermare Lorenzo Sonego in trance agonistica: recuperato come lucky loser in seguito al ritiro di Alcaraz, il compagno di doppio di Jannik approfitta della chance al casinò di Montecarlo ed elimina Auger-Aliassime sventolando la sciarpa del Toro.
Sinner e l’ostile terra rossa “Così dovrà farmela amica” (Paolo Rossi, La Repubblica)
Trionfare nel regno che fu di Borg, di Vilas, ma anche di Pietrangeli. Questa è per Jannik Sinner la nuova, ambiziosa sfida: vincere sulla terra rossa. E un mondo, pardon una superficie, a lui naturalmente non congeniale. Non lo è mai stata, eppure non dovrebbe esserne allergico. Ieri, nel secondo turno del Masters 1000 di Montecarlo […] ha liquidato il genero di Pavel Nedved nonché figlio d’arte di Petr Korda, Sebastian, con un severo 6-1, 6-2. Un buon segno, sensazioni positive e aspettative ancora migliori, ma pur sempre con il punto interrogativo. Perché? «La terra rossa devi fartela amica, ti ci devi adattare» ha premesso Jannik per poi concludere tra lo speranzoso e l’ottimista: «Vedo che il gioco è diventato più fisico, quindi speriamo bene…». Le preoccupazioni di Sinner non riguardano il suo tennis, o quello altrui […]. No. Sono motivate dalle variabili che la terra rossa comporta rispetto alle altre superfici. Un dato analitico vuole che chi gioca bene sulle superfici rapide […] faccia fatica ad adattarsi allo scambio lento e prolungato della terra rossa: la palla ha un rimbalzo più alto e più lento, dunque la pallina che una volta era bianca e oggi è gialla gira maggiormente, resta in aria e rallenta la sua corsa. Richiede una maggiore ‘lavorazione’, il ricorso al top spin, alle cosiddette rotazioni. Ma, oltre alla pazienza psicologica richiesta, ci sono altri piccoli ulteriori dettagli: quelli meteorologici. Il vento, le righe stesse e le imperfezioni del campo mentre lo si usa, non assicurano un rimbalzo regolare […]. In effetti la palla, ogni volta che tocca il terreno, rimbalza sempre diversamente. Cosa comporta? Che il tennista deve cambiare il suo modo di correre e di scivolare. Cambiano quindi i movimenti e gli appoggi del corpo per colpire, il timing sulla pallina. In più la terra rossa alza polvere e, per chi non lo sapesse, Jannik Sinner usa delle lenti a contatto. Quisquilie, direte? Non per professionisti maniacali attenti anche a ogni dettaglio, e vale per qualsiasi altro sport. Ecco, queste sono le variabili per cui a Sinner non piace la terra rossa. Ma non ha detto che non vuole vincervi. «Io mi aspetto da lui novità tecnico-tattiche» ha fatto sapere Paolo Lorenzi, già tennista navigato e oggi direttore degli Internazionali di Roma. Di solito ci prende sempre.
Imprendibile Sinner (Stefano Semeraro, La Stampa)
«Se gioca così, anche sulla terra, chi lo batte?». Se lo chiede persino Paolo Bertolucci, sapiente di tennis, da quel meraviglioso loggione che è la sala stampa del Country Club, camerata con vista sul mediterraneo e sul centrale, dove Jannik sta finendo di malmenare il povero Sebi Korda. Non c’è un colpo in cui l’americano riesca almeno a fare patita; eppure sulla terra, a Parma, ha vinto il suo unico torneo; ed è doppiamente figlio d’arte: papà Petr è stato numero 2 e ha vinto gli Australian Open […] mamma Regina una top 30. Niente, Sinner sembra un Tetris umano, fa piovere diritti e rovesci, servizi e volée su un avversano sempre più rassegnato […] e incapace di maneggiarli. Finirà 6-1 6-2, il terzo match di fila in cui lascia la miseria di 3 game all’avversario. Se c’era qualche dubbio sulla capacità della Volpe di riabituarsi al ‘rosso’, dopo dieci mesi di quasi solo cemento, e di trovare il ritmo giusto con appena cinque o sei giorni di allenamento, è bastata l’ora e un quarto di ieri a cancellarlo. Sulla terra Jannik ha vinto uno solo dei suoi tredici tornei, nel 2022 a Umago, ma il Sinner 2024 edition pare destinato a ritoccare il bilancio. E non di poco. «Sulla terra mi piace giocare, ma non è che io faccia troppa differenza fra una superficie e l’altra. Quest’anno non dico che mi sembra più facile rispetto al passato adattarmi alla terra, ma essere cresciuto fisicamente qui aiuta, mi sento più forte, più fiducioso, mi muovo meglio e più in fretta. Ho solo 23 anni e quindi ho sicuramente ancora molte cose da migliorare, ma sono soddisfatto di questa partita. Dai 14 ai 18 anni sulla terra ho giocato tanto, poi soprattutto sul cemento, il vero compito è capire come usare al meglio certi colpi su questa superficie». Oggi lo aspetta Jan-Lennard Struff, tedesco onomatopeico, un martello da fondo campo, in possesso di volée civili. Sulla terra ha raggiunto una finale Masters 1000, l’anno scorso a Madrid […] ma che nell’unico precedente, un mese fa a Indian Wells, contro Jan ha portato a casa una manciata di game. “Per impensierire questo Sinner servono Djokovic o Alcaraz, ma al massimo della forma», azzarda Bertolucci. «Oppure uno capace di fare tante cose diverse: ma stiamo parlando del Federer dei bei tempi. Fra i contemporanei, non vedo altri concorrenti credibili». A esclusione del più temibile, la Giornata Storta. Per restare numero due Atp a Jannik serve raggiungere almeno la semifinale. Contro chi, è troppo presto per dirlo, e la pioggia che verso sera ha interrotto a lungo il gioco è una variabile in più. Jannik non si fa però appassionare dal saliscendi della classifica: «Essere numero 2, 3 o 4 non mi cambia molto, so di essere comunque forte. La cosa importante sulla terra è trovare il mio tennis migliore per Parigi e le Olimpiadi. Il resto non conta». Inutile, quindi, preoccuparsene.
Sinner dà lezione anche sulla terra (Vincenzo Martucci, Il Messagero)
Da 33 a 44%: la Sinnermania è anche nei numeri dell’invasione di appassionati italiani che aumenta dall’anno scorso al Masters 1000 di Montecarlo. «E crescerà ancora», sentenzia in tv l’acuto Ivan Ljubicic nell’applaudire il successo stagionale numero 23 in 24 partite di Jannik Sinner. Insostenibile per tutti, figurati per la leggerezza di Petr Korda. La soluzione di «una partita un po’ diversa» del Profeta dai capelli rossi è massacrante: 95% di punti con la prima di servizio […], 17 vincenti, 9 errori e un netto 6-1 6-2. «Mi sono mosso abbastanza bene in queste condizioni e sono soddisfatto per il primo match sulla terra. Il servizio sarà importante nei prossimi turni, speriamo di migliorare le percentuali e soprattutto di utilizzare qualche rotazione. Ogni anno è dura fare buone prestazioni qui, ma sono contento di come ho giocato». Un bel viatico dopo la drammatica esperienza dell’1 giugno scorso contro Altmaier al Roland Garros, per il remake del 6-3 6-4 di un mese fa a Indian Wells contro il servizio-volée di Jan Lennard Struff. Da alfiere dei Tre Moschettieri italiani agli ottavi in vetrina oggi. Puntando, da semifinalista uscente, al secondo titolo sul rosso dopo Umago 2022, sulla scia dei 3 urrà 2024 in 4 tornei: «Sulla terra il tennis è più fisico e io mi sento pronto». Mentre per i Lorenzo, Musetti e Sonego, ci sono Djokovic e Humbert. […] Re Nole I di Serbia, insolitamente a secco di successi stagionali, ha il dente avvelenato coi giovani rampanti e con quelli italiani in particolare. Negli ottavi di un anno fa perdeva a Montecarlo proprio con Musetti: «Sono contento di poterlo affrontare nuovamente. È uno dei più talentuosi sulla terra, con un bellissimo rovescio a una mano. Ha un grande atletismo ed è uno dei giovani più promettenti, in tutto il mondo». Poi ha perso tre volte contro Sinner fra Masters e Davis in autunno e Australian Open di gennaio, e a Indian Wells con “Giotto” Nardi. E ha rinunciato a Miami per prepararsi col nuovo coach Zimonjic alla lunga stagione sul rosso che culminerà nell’Olimpiade a Parigi. Quanto si sarebbe evitato un Musetti ringalluzzito dai successi su Fritz e Fils? Con Lorenzo il Magnifico aveva già sofferto al Roland Garros 2021, coi primi due set persi al tie-break prima del lancio della spugna del braccio d’oro di Carrara. Un precedente minaccioso unito al 4-6 7-5 6-4 di Montecarlo 2023. Anche se, al cospetto col re dei re, il neo papà Musetti non potrà di certo concedersi cali di tensione come martedì sul 6-3 5-2 contro la grande speranza francese, prima di sprintare sul 7-5. Così il 22enne, già a 101 vittorie ATP, recita: «Comunque vada per me sarà di lezione. Contro un campione hai sempre da imparare». […] «Dal Marocco mi sono portato una buona dose di fiducia. Sentivo di essere in progresso. Ho avuto un po’ di fortuna, ma poi bisogna meritarsela: se sei positivo le occasioni capitano», dice Lorenzo Sonego. Eliminato nelle qualificazioni, ripescato al posto di Nadal, ha bypassato il primo turno e ha eliminato Auger Aliassime per 6-4 7-5 con una prova difensiva da “Polpo” vecchia maniera. Contro l’elegante mancino Humbert è 2-2, 2-0 sulla terra.