Pierre De Coubertain sosteneva che l’importante è partecipare. Quando la posta in gioco è alta è difficile essere in linea con il fondatore dei Giochi Olimpici moderni. Lo sa bene Holger Rune, uscito sconfitto dal quarto di finale dell’ATP di Montecarlo contro Jannik Sinner, che sembra proprio non aver digerito la delusione. Non è una novità che il carattere fumantino del danese prenda il sopravvento nei momenti caldi di un incontro ma questa volta il bersaglio della sua rabbia è niente di meno che il massimo organo competente del tennis mondiale. Già nel bel mezzo del secondo set contro l’altoatesino, il classe 2003 si era reso protagonista di un atteggiamento provocatorio dove ha espresso tutta la sua contrarietà per l’andamento del match, scontrandosi anche con il pubblico. Comportamento che non ha destabilizzato l’azzurro che, dopo aver ceduto il secondo set al tie break, ha ritrovato il bandolo della matassa per staccare il pass per le semifinali.

Una rimonta, quindi, solo sfiorata che ha mandato su tutte le furie lo scandinavo che neanche nel day after riesce a darsi pace, sfogando nei social tutta la sua frustrazione. Su X, ex Twitter, l’ATP ha pubblicato un highlight di un dritto vincente di Sinner che ha aperto le porte alla polemica del danese. Holger, in risposta al post, ha accusato l’organizzazione di non averlo messo nelle migliori condizioni per sostenere il match, non concedendogli il giusto riposo dopo due match massacranti contro Nagal e Dimitrov. Come se non bastasse, il numero 7 del ranking ha sollevato dei dubbi sull’imparzialità dell’arbitro sostenendo come il campione in carica dell’Australian Open abbia beneficiato di alcuni errori a suo favore. Bene, ma non benissimo.

“E cosa vorrebbe dire? Non che mi abbiate dato le migliori condizioni, prima di tutto dovendo giocare due partite che si sono concluse tardi il giorno prima, senza darmi il tempo per recuperare. Il giudice di sedia ha commesso degli errori cruciali dandomi un warning sbagliato che ha disturbato il gioco. Che la forza sia con te, mio dio…”