WTA Madrid, Swiatek: "I nuovi 1000 fisicamente aiutano, mentalmente no. Ma non siamo noi a decidere"

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WTA Madrid, Swiatek: “I nuovi 1000 fisicamente aiutano, mentalmente no. Ma non siamo noi a decidere”

Le parole della n.1: “La mia attenzione in campo non sempre è costante, ma anche in quei casi so di poter vincere”

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Iga Swiatek - WTA Madrid 2024 (foto Florin Baltatoiu)
 

Il Mutua Madrid Open nel pomeriggio ha salutato la sua prima finalista per il 2024, la n.1 al mondo Iga Swiatek. Vittoria netta contro Madison Keys della n.1 al mondo, come sempre ingiocabile in campo e quasi illeggibile in conferenza stampa. In attesa della seconda semifinale ecco le dichiarazioni rilasciate dalla polacca ai giornalisti, con una interessante riflessione riguardo il nuovo format dei 1000 da due settimane.

D: “Iga congratulazioni, stai giocando un tennis fantastico, tornei di alto livello consecutivi, a volte sul campo sembri invincibile. Quanto ti senti in fiducia ora?

Swiatek: “Abbastanza in fiducia. Ad ogni torneo che gioco ottengo un buon risultato. Quindi molto in fiducia, e contenta di poter giocare con continuità semifinali, finali e ogni tanto vincere. Il lavoro sta pagando, è una bella posizione in cui stare

D: “La gente guarderà il tuo torneo finora e penserà che sia stato un altro cammino facile. Tu lo senti così?

Swiatek: “Non proprio, perché nella maggior parte di queste partite puoi vedere il punteggio, e in base a quello regolarti, ma c’è molto di più oltre al punteggio su cui lavorare . Quindi non direi che è stato facile, perché all’inizio non avevo molto tempo per adattarmi alle condizioni. Ho dovuto farlo per un po’ durante il torneo. Ma nel complesso i miei incontri sono stati piuttosto buoni. Ho giocato in modo efficiente, quindi sono felice di aver potuto giocare così ed essere fresca anche prima della finale

D: “Hai detto l’altro giorno che la concentrazione è una delle chiavi per le tue nette vittorie. Come la mantieni? Cosa dici a te stessa? La tua mente va mai a cose casuali in campo, come dicono a volte gli altri giocatori, o si tratta solo della partita e nient’altro?

Swiatek: “No, mentirei se dicessi di non avere pensieri casuali. Li ho, ma il punto è cosa ne fai. Non direi che la mia attenzione sia sempre costante, perché alcuni giorni sono migliori, alcuni sono peggio. Ma anche in quei casi, so che posso ancora giocare un buon tennis e vincere. Ho alcune capacità e questo è ciò su cui abbiamo lavorato fin dall’inizio del mio lavoro con Daria. Ma non direi che dovrei lavorarci di più. Devo solo implementare le cose al momento giusto durante la partita se sento che la mia concentrazione si sta abbassando

D: “C’è un dibattito in corso sui tornei da due settimane come questo. Alcuni giocatori dicono di preferire il giorno di riposo, altri di poter passare più tempo a casa. Tu cosa ne pensi?

Swiatek: “Onestamente, è difficile da dire, perché posso concordare con entrambe queste opinioni. Ci sono momenti in cui sembra che abbiamo questi giorni liberi e sarebbe bello finire prima. Quando abbiamo una settimana libera prima di un Grande Slam ad esempio, allora forse possiamo avere un po’ di tempo in più e tornare a casa per un po’. Ma durante il tour siamo in quel tipo di situazione in cui lasceremo casa per più di due, tre mesi e dobbiamo adattarci.

D’altra parte, aiuta davvero avere un giorno libero per essere pronti fisicamente per la partita successiva, quindi fisicamente è più facile recuperare durante i tornei, ma mentalmente devi essere pronto senza avere veramente giorni liberi, perché anche quando lo abbiamo, di solito veniamo qui ad allenarci e vediamo i campi, vediamo queste facce, mangiamo lo stesso cibo. Quindi non è che puoi staccarti del tutto. Da un lato è più facile fisicamente, ma dall’altro mentalmente a volte è difficile, ma non siamo proprio noi a deciderlo, quindi dobbiamo adattarci

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