ATP Roma, Arnaldi: "Credo di poter diventare competitivo come Sinner, altrimenti non giocherei"

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ATP Roma, Arnaldi: “Credo di poter diventare competitivo come Sinner, altrimenti non giocherei”

Le parole dell’azzurro: “Obiettivi nel breve termine? Il primo titolo ed essere testa di serie negli Slam”

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Matteo Arnaldi - Madrid 2024 (foto Florin Baltatoiu)
Matteo Arnaldi - Madrid 2024 (foto Florin Baltatoiu)
 

Da Roma, il nostro inviato

Mentre si concludono le qualificazioni già ha preso il via il torneo femminile agli Internazionali BNL d’Italia, mentre si dovrà aspettare domani per quello maschile. Frattanto c’è l’occasione di ascoltare le ultime sensazioni dei giocatori alla vigilia dell’ultimo torneo importante prima del Roland Garros. Ed è così che, con le piscine del Foro Italico ed una leggera brezza ad accarezzare una Roma non caldissima nella giornata di oggi, Matteo Arnaldi ha rilasciato le sue dichiarazioni alla stampa. Con la giusta ambizione di chi lavora per dare sempre il massimo al suo tennis.

D: “È vero che vuoi vincere Roma? É possibile?

Arnaldi: “Sempre stato vero, ma credo valga per tutti gli italiani. Non ho mai vinto un titolo, e farlo qui per la prima volta sarebbe speciale. Tutto è possibile. In ogni torneo che vado credo di poter vincere. Qui è pieno di tifosi, dal primo allenamento che ho fatto sono stati sempre super numerosi ai miei allenamenti, quindi penso che daranno molta energia in campo

D: “Quando hai giocato con Cilic mi ricordo che abbiamo parlato dopo ed eri molto arrabbiato perché avresti potuto giocare molto meglio. Sei abbastanza perfezionista su queste cose qua. Ora stai andando bene, su che cosa invece potresti fare meglio?

Arnaldi: “Sto giocando bene, per carità. Ci sono però tante cose su cui imparare, tante cose di quest’anno che non mi sono piaciute. Altre invece di cui sono contento, se partiamo dall’ultima con Medvedev è stata una bella partita, ho giocato meglio rispetto ai precedenti. Ci sono stati però momenti della partita che avrei potuto gestire meglio, e quindi il risultato sarebbe stato diverso. In generale però sono contento, sto alzando il mio livello settimana dopo settimana. Passo molto tempo in palestra in settimana, ma lo sapete. Penso che il lavoro paghi e mi dà molta fiducia ogni volta che entro in campo cercare di fare le cose bene. Ci sono dei momenti in cui posso fare più fatica, altri in cui faccio meglio. A Montecarlo sicuramente avrei potuto fare meglio, ma poi a Barcellona e Madrid ho giocato molto bene. Punto sul fatto di essere molto costante durante l’anno, e quello voglio che diventi una mia dote. Voglio essere quel giocatore che quando incontri sai di dover battere veramente, che non si batte da solo

D: “Ci pensi ogni tanto che un anno e mezzo fa giocavi i Challenger?

Arnaldi: “Due anni fa giocavo futures, ma penso che proprio per quello, per come sono fatto io sono qua dopo due anni. Ma so da dove arrivo , e questo mi dà ancora più fiducia, vuol dire che il lavoro che sto facendo sta funzionando. Un lavoro molto importante, partito da molto lontano, ci penso ma poi alla fine penso anche dove sono adesso e mi godo certi momenti”

D: “Dici cose simili a quelle che dice Jannik, che sei un perfezionista, che credi nel lavoro. Voi siete cresciuti insieme, cosa c’è di comune secondo te in questa generazione?

Arnaldi: “Ti posso parlare di me stesso. Sin da piccolo sono sempre stato molto testardo su alcune cose, andavo per la mia strada, e mi è sempre piaciuto spendere tante ore in campo, tante ore in palestra. Voi lo scoprite adesso ma già se chiedete al mio primo coach lo ha sempre saputo. Le cose vengono fuori adesso perché la gente mi segue di più, ma ho sempre avuto questo tipo di personalità e sono sempre stato una persona con tanta dedizione al lavoro e voglia di migliorarsi

D: “Io ho registrato da qualche parte che hai giocato almeno 3 volte contro Jannik. Under 13, un under 16. Com’era il vostro confronto da piccolini?

Arnaldi: “Io ne ricordo due. Eravamo già molto simili ad adesso, lui tirava molto forte e io remavo come un disperato. Abbiamo sempre avuto lo stesso fisico, magrolini, ma lui aveva un tipo di gioco differente. Siamo cresciuti insieme, lui è stato anche a Bordighera da quando aveva 13 anni, e siamo stati molto vicini sin da piccoli. Poi lui è arrivato prima di me e quindi per un periodo ci siamo staccati, ma lo conosco bene sin da piccoli

D: “Tu credi di poter essere benissimo competitivo come lui e di poter seguire le sue orme?

Arnaldi: “Lo sai che lo penso, altrimenti non giocherei. Credo che sia l’obiettivo di tutti vincere gli Slam e diventare numero 1

Pellegrino Dell’Anno (Ubitennis): “Giocherai contro Machac, che ti ha battuto a Miami. Cosa credi di dover cambiare rispetto a quel match?

Arnaldi: “Non credo di dover cambiare tanto. Cambiano le condizioni, anche se ci ho giocato e perso due volte. A Dubai che è velocissimo, a Miami sul cemento all’aperto col vento. Oggi siamo qua a Roma, in Italia, e c’è il pubblico dalla mia parte, su terra. Dipende da che campo gioco, sono condizioni molto lente quindi non credo di dover cambiare tanto di me. Sicuramente devo giocar meglio se no non la vinco però sono cambiate le condizioni, quindi è un’altra partita

D: “Questo 2024 finora è stato sicuramente positivo, c’è un altro obiettivo che vorresti toccare?

Arnaldi: “Gli obiettivi sono tanti, non mi piace dirli pubblicamente. Sicuramente non ho obiettivi di ranking. Ne ho uno che si può calcolare di ranking…ma solo perché le prime teste di serie sono 32, quindi l’obiettivo è quello. A Barcellona sono rimasto fuori di uno, a Madrid di due, qua a Roma di due. Un obiettivo vicino ma per adesso ancora lontano, quindi sicuramente dovrò fare un buon risultato per raggiungerlo. Poi mi manca una cosa ancora, che è vincere il primo titolo ATP, ed è un altro dei principali

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