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ATP Roma, Bolelli: “Doppio di Davis? Io e Vavassori insieme da un anno, ma Sinner può scegliere con chi giocare”

Il doppio azzurro dopo la vittoria, Vavassori: "La nuova regola del doppio impedisce di fare una doppia carriera"

Last updated: 14/05/2024 15:39
By Pellegrino Dell'Anno Published 14/05/2024
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6 Min Read
Simone Bolelli e Andrea Vavassori - Roma 2024 (foto Francesca Micheli/Ubitennis)


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Gli ultimi italiani rimasti non ritardano a farsi valere nell’assolata mattinata del secondo martedì agli Internazionali d’Italia. Simone Bolelli e Andrea Vavassori, sempre più sulla cresta dell’onda, hanno infatti battuto per qualificarsi ai quarti di finale le teste di serie n.2 Rohan Bopanna e Matthew Ebden. Un risultato molto importante, specie alla luce degli ultimi due precedenti. “Volevamo vendicarci già a Miami“, sorride Vavassori, “ma è una bella goduria farlo qui a Roma, soprattutto con il pubblico italiano dalla nostra, sul Pietrangeli. Sapevamo che sarebbe stata una partita complicata perché loro sono avversari molto ostici. C’è stato qualche break di troppo, qualche errore a rete, soprattutto da parte loro. Ma siamo stati bravi a sfruttare le occasioni per poi capitalizzare alla fine il break di vantaggio“.

E in una stagione come questa, in cui ci saranno due Roland Garros, uno forse un po’ più speciale, c’è tanto da ottenere e conquistare. “Abbiamo tanti bei pensieri“, riflette Bolelli, “se guardiamo a lungo termine ci sono le Olimpiadi, le Finals. C’è tanto affiatamento, e più giochiamo più cresce. Dobbiamo rimanere concentrati partita dopo partita, non giocare per forza per la Race, tanto sappiamo che siamo lì. L’importante è domani, dobbiamo concentrarci sul match che dobbiamo giocare. Poi sicuramente giocare le Olimpiadi e le Finals è il nostro principale obiettivo di quest’anno“. E il pubblico italiano di certo è un aiuto da non sottovalutare lungo il cammino, come precisa Wave: “Oggi abbiamo sentito il calore del pubblico, giocare sul Pietrangeli è sempre emozionante. Penso che per un italiano sia il campo più bello del mondo, quindi contro giocatori così forti con un pubblico così su un campo del genere è davvero speciale, speriamo di rigiocarci. E l’essere rimasti i soli uomini sicuramente ci farà sentire tanto sostegno“.

Ricordiamo inoltre che Andrea e Simone sono due specialisti, e hanno dunque un pensiero abbastanza chiaro anche per quanto riguarda il nuovo format del doppio testato a Madrid. “Per quanto mi riguarda giocare in meno giorni è buono“, secondo Bolelli, “giocavamo 5 giorni, la seconda settimana, non è male. Magari aggiungerei un giorno, ma per chi gioca anche il singolo come Andrea forse non è il massimo“. “Diciamo che le date potrebbero essere forse gestite meglio”, concorda Vavassori, “iniziare mercoledì e finire mercoledì, ma non so se il torneo sarebbe contento di giocare la finale a metà settimana. Poi io sono uno dei pochi che fa questa doppia carriera, e non posso chiedere cose a cui altri non sono interessati. Sarebbe buono perché così se perdo ai primi due turni posso andare a giocare un torneo la settimana dopo, invece così se perdo alle quali devo stare una settimana fermo. Quindi la regola di Madrid mi ha un po’ scombussolato i piani“.

Ma ci sono anche aspetti più strettamente tecnici a non essere esattamente il massimo, come sottolinea l’ex campione dell’Australian Open: “Poi 15 secondi sono troppo pochi, non si fa a tempo neanche a parlare. Il doppio comunque è una situazione di strategia, con il compagno ci devi parlare. Nei momenti difficili può dar fastidio, infatti non credo che passerà. Poi la cosa dei singolaristi non so quanti di quelli forti porterà a firmare. Chi sarà in gara il martedì o mercoledì della seconda settimana non credo giocherà anche il doppio. A noi non penalizza, ma uno che è 35 rimane fuori, e non credo che sia una cosa giusta“.

Riflessioni importanti da fare per due giocatori che vivono di doppio, e che ad oggi costituiscono la coppia italiana più forte, anche in ottica Davis. E, ricordando le imprese di Sinner a Malaga, era inevitabile arrivasse una domanda anche a tal proposito, su quanto un singolarista come Jannik possa far differenza anche in doppio. E Vavassori ridendo gira la risposta a Bolelli: “Per la Davis prima di tutto bisogna vedere se siamo convocati o no, perché adesso l’Italia ha molti giocatori che possono giocare singolo e doppio, poi dipende un po’ sempre dalla visione del capitano. Per quanto mi riguarda noi siamo una coppia che si conosce, e giochiamo per la maggior parte solo il doppio. E giochiamo insieme da quasi un anno, perciò non bisogna inventarsi chissà che grandi cose. Di là c’è un giocatore come Jannik che può giocar tutto. Lo ha dimostrato l’anno scorso, può giocare benissimo singolo e doppio, decidere con chi giocare, con chi si trova a suo agio. Non si tratta solo di mettere in campo il giocatore più forte, perché poi il doppio nelle decisioni importanti è importante il feeling con il compagno. Lì bisogna vedere cosa pensa il capitano, ma noi ci siamo“. A Roma, per Roma. Ma soprattutto per l’Italia intera in missione difesa dell’insalatiera.


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TAGGED:andrea vavassoriATP Roma 2024featuredSimone Bolelli
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