Taylor Fritz si è qualificato per la prima volta in carriera ai quarti di finale del Masters 1000 di Roma, diventando di conseguenza il primo tennista americano della storia a raggiungere almeno i quarti di finale in tutti e tre i Masters 1000 sulla terra battuta (Montecarlo 2022 e 2023, Madrid e appunto Roma 2024). Fritz ha sconfitto Grigor Dimitrov con il punteggio di 6-2 6-7(11) 6-1 al termine di una battaglia di 2 ore e 42 minuti e al prossimo turno affronterà il vincente di Zverev- Borges per un posto in semifinale.
Il secondo set è stato probabilmente uno dei più appassionanti della stagione sulla terra rossa: 42 vincenti totali a fronte di soli 20 errori gratuiti, scambi intensi e una serie drammatica di occasioni mancate. Grigor infatti nel corso del tie break ha annullato un match point prima di riuscire finalmente a convertire l’undicesimo set point. Nel terzo set il bulgaro si è però poi dovuto arrendere alla stanchezza e ad un avversario in grande spolvero. Nella conferenza stampa post partita “Claylor” (il numero 13 del mondo ha firmato così la telecamera dopo aver festeggiato il successo, confermando il proprio feeling con la superficie) ha affrontato tutti questi temi, commentando inoltre anche l’improvviso cambio di racchetta di Andy Murray.
Domanda: “Come sei riuscito a reagire dopo aver perso un tie break del genere?”
Fritz: “Sono riuscito a dimenticarmelo in fretta, anche se a dire il vero non ho avuto la sensazione di aver sprecato chissà quali occasioni, a parte quella risposta di rovescio sul match point. Era una seconda, ho regalato il punto e ho sprecato una buona opportunità, ma tutto sommato in generale avevo la sensazione di aver giocato un buon tie break, questo mi ha sicuramente aiutato a reagire immediatamente. Ho accettato la situazione, e ho provato ad andare avanti”
D: “Grazie a questa vittoria diventi il primo giocatore statunitense a raggiungere almeno i quarti di finale in tutti e tre i Masters 1000 sulla terra battuta. Come sei riuscito ad adattarti così bene su una superficie sulla carta sfavorevole?”
Fritz: “E’ un traguardo di cui vado molto orgoglioso. Sono ormai molti anni che cerco di giocare tutti i principali tornei dello swing primaverile sulla terra rossa. Per diventare un top player non posso permettermi di snobbare questi eventi, devo cercare di essere competitivo su tutte le superfici. Probabilmente in passato alcuni tennisti americani preparavano questa parte della stagione in maniera diversa, saltando alcuni tornei, come ad esempio Montecarlo. Non sono nato sul rosso ma ci sono alcune caratteristiche del mio gioco che si adattano perfettamente alla terra e sto cercando di puntare su quegli aspetti. E’ una sfida diverente”
D: “Quest’anno ci saranno le Olimpiadi, e si giocheranno al Roland Garros. Come ti preparerai per quel torneo?”
Fritz: “Non sarà facile tornare a giocare sulla terra battuta dopo la stagione sull’erba, avrei chiaramente preferito continuare sul rosso senza spezzare il ritmo e la preparazione, anche perché in questo momento sto esprimendo un ottimo tennis. Dopo Wimbledon farò un salto a casa, per poi tornare in Europa. Cercherò di arrivare a Parigi qualche giorno prima dell’inizio del torneo olimpico, in modo tale da prepararmi al meglio. Ci sarebbe anche l’ipotesi di giocare un torneo sulla terra tra Wimbledon e le Olimpiadi ma non penso che prenderò in considerazione questa opzione”
D: “Questa settimana Murray giocherà il torneo challenger di Bordeaux con una Yonex. Ha cambiato attrezzo a 37 anni e nel bel mezzo della stagione, una specie di rivoluzione. Hai mai pensato di fare una scelta del genere?”
Fritz: “No, ma si tratta di una scelta molto interessante. Ogni giocatore ha la sua bacchetta magica personale e soprattutto delicata, è difficile apportare dei cambiamenti. Io ad esempio gioco con una racchetta molto leggera: quando avevo 18 o 19 anni decidemmo di appesantirla di circa 5 grammi, praticamente nulla, ma quella modifica così trascurabile mi mandò in crisi e disputai la peggiore stagione della mia carriera. E infatti tornai subito indietro. Da quel giorno non ho più modificato niente, al massimo ho abbassato un minimo la tensione delle corde, un dettaglio da poco. Quando le cose vanno per il verso giusto ovviamente non vuoi cambiare nulla, ma se le cose dovessero andare male probabilmente sarei più incline a modificare qualcosa a livello di pesi, il cambio di racchetta è una soluzione molto estrema. L’equilibrio dell’attrezzo è un equilibrio molto sottile: magari cambi racchetta e senti che un colpo funziona meglio, ma allo stesso tempo perdi qualcosa con un altro colpo, per fortuna attualmente non ho questo tipo di problema”