Un dato che colpisce negli ultimi tre match giocati agli Internazionali BNL d’Italia da Iga Swiatek, oggi vincitrice su Aryna Sabalenka in finale, è il numero di palle-break annullate dalla campionessa polacca: ben diciotto su diciannove. Dopo i classici complimenti riservati alla vincitrice del torneo, la domanda iniziale è infatti questa: cosa ti rende così difficile da superare in quei frangenti? Iga sottolinea il lavoro svolto e anche la tranquillità interiore che proviene dalla consapevolezza dei propri mezzi. “Quando affronto quei momenti” – dichiara Swiatek – “in realtà non sento una pressione particolare; vado incontro ai punti decisivi come se avessero la stessa importanza degli altri. Mi conforta poter contare sulle mie buone risorse in ribattuta; se cedo il servizio ho comunque la possibilità di rifarmi subito”.
Alla numero uno della classifica WTA viene fatto notare che solo Serena Williams, in una occasione, in passato è riuscita a vincere Madrid, Roma e Parigi nella stessa stagione, ma lei come sempre non si scompone, resta calma e professa prudenza: “a Parigi sono la favorita, così almeno dice il ranking. Ma il ranking non scende in campo… sono tranquilla anche perché questa finale è stata molto diversa da quella in Spagna. Questo però non toglie nulla al successo di oggi: sono felice, fiera di come ho saputo giocare e di come sono rimasta concentrata e disciplinata nell’affrontare le partite”.
L’atleta di Varsavia confida di essere meno interessata ai punti e alla classifica rispetto alle stagioni precedenti: “in passato ero molto più attenta all’andamento del ranking e alla questione dei punti da difendere. Ora cerco di concentrarmi di più sul gioco, sapendo che se un torneo va male, potrò comunque fare bene già a partire da quello successivo, come è accaduto alle WTA Finals. Pensare troppo a come funziona la graduatoria non aiuta molto”.
L’unica perplessità durante la conferenza stampa per la campionessa polacca deriva dalla domanda sui motivi per i quali non riesce a vincere su tutte le superfici come sul rosso, dal momento che ormai le differenze tra tipi di terreno di gioco si sono assottigliate. “Secondo te” – risponde Iga – “sono uguali? Hai giocato su tutte le superfici? La verità è che sono differenti”. Questione chiusa. L’ultimo pensiero della regina di Roma va alla famiglia: “alla fine ho avuto una videochiamata con mio padre e mia sorella. Durante il torneo vivo nella mia bolla e non sento nessuno, ma quando termina la gara allora provo il bisogno di comunicare con loro. Senza mio padre oggi io non sarei nemmeno qui. Mi è sembrato giusto chiamarli”.