Da Roma, il nostro inviato
[1] I. Swiatek b. [2] A. Sabalenka 6-2 6-3
2021, 2022 e, da oggi, 2024. Iga Swiatek per la terza volta in carriera vince gli Internazionali d’Italia, e ripete la storia di Madrid (seppur con molto meno spettacolo) contro Aryna Sabalenka. Una partita nei fatti mai in discussione, vinta dalla giocatrice più forte e più continua, che potrà così fregiarsi del suo quarto titolo del 2024 su altrettante finali (contando la United Cup), e nono in carriera sulla terra, dove ha battuto l’avversaria odierna 5 volte su 6, 8 su 11 nel computo totale. E spesso con vittorie abbastanza nette, che cerchiano bene la differenza che intercorre ad oggi tra le prime due giocatrici del mondo. La finale che tutti desideravano stavolta non è bastata a mettere una pezza sul torneo. E 33 game persi in 6 partite dalla campionessa non aiutano. Specie considerando che nelle tre finali giocate a Roma ne ha persi in tutto 9…dominio appare quasi un eufemismo.
Primo set: Swiatek? Devastante, Sabalenka raccoglie le briciole. Primo set polacco
Botte da orbi sin dai primi momenti, con scambi serratissimi e di una paurosa intensità. Appare però netta la differenza in termini di violenza e ritmo nello scambio, con Swiatek che più si avanti più sale, mentre dall’altro lato qualche palla arriva più corta e piovono anche errori. Arriva così il primo break, a favore della polacca nel terzo game. Il palleggio lungo è troppo ad appannaggio della n.1 al mondo, con Aryna che più spesso si fa prendere dalla fretta e perde campo, quasi scoraggiata dall’inizio supersonico della sua avversaria. Non tarderà infatti ad arrivare anche il doppio break, suggellato da uno spaventoso dritto sulla riga dopo aver reso la bielorussa un tergicristallo lungo tutto il campo. Che chiaramente trasmette anche fiducia, come dimostra il game di servizio tenuto comodamente poco dopo per chiudere un primo set dominato, dove a tradire di più Sabalenka è l’amato dritto, mai incisivo, spesso messo fuori.
Secondo set: Sabalenka sprecona e fallosa, Iga non si fa pregare. La campionessa è lei
Iga si dimostra intoccabile anche al servizio, e annulla ben 5 palle break nel secondo game, servendo quasi a 200 km/h in quattro di questi casi. Poco da recriminare dunque per Sabalenka, prepotente e sempre pronta a sfondare con il dritto, ma costretta a fare i conti con la lucidità della n.1 al mondo, superiore quando può prendere lo scambio e dirigerne le operazioni, soprattutto dal lato del rovescio. Arriveranno anche altre occasioni per la bielorussa (due ad essere precisi), ma ancora una volta si infrangeranno sulle coste polacche, con il dritto che quando conta traballa. E Iga quando trova le occasioni non le lascia, ma le coglie prontamente. E così alla prima palla break subito mette la freccia e si lascia alle spalle la bielorussa, da parte sua molto “generosa” nel concedere gratuiti assolutamente non adatti al contesto…e per di più ancora con il dritto. Che affondando in rete nel nono game, dopo neanche un’ora e mezza consegnerà un comodo titolo alla polacca, che reagisce con un’esultanza forte, quasi di liberazione, alla vittoria che la manderà dritta da favorita a Parigi. As always, no?