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Battuto Arthur Fils in quattro set dando prova di grande sagacia tattica, Matteo Arnaldi si prepare per un altro giocatore di casa, quell’Alexandre Muller che domenica ha sconfitto fin troppo nettamente Luca Nardi. Nel frattempo, si parla con l’ormai abituale franchezza di aspetti da migliorare, di mentalità e (non tanto) di Olimpiadi.
Un match che è stato un capolavoro tattico. “Sì, ci conosciamo, l’abbiamo preparato bene entrambi. Lui stava giocando meglio di me a fine secondo/inizio terzo set, ma sono stato bravo a girare la partita a mio favore. Ci sono stati momenti in cui era sopra lui, altri in cui c’ero io. Credo che il quarto set sia stato quello con il livello più alto e sono stato bravo a restare solido, a sbagliare meno di lui. Quella è stata la chiave.”
Lo spirito con cui è arrivato a Parigi, in una stagione su terra dai risultali altalenanti. “Non credo altalenante. A parte Monte Carlo, il primo torneo, ho fatto i quarti a Barcellona, ho perso 6-4 al terzo con Medvedev a Madrid, a Roma con Jarry che ha fatto finale, non ho tanto da recriminare. Non ho giocato tanti match, ma sono contento del livello che sto esprimendo e sono arrivato qua in fiducia con l’obiettivo di migliorare rispetto allo scorso anno”.
La qualificazione per le Olimpiadi: uno stimolo in più o non ci pensi? “Sinceramente non ci sto pensando, sto giocando uno Slam, pensiamo prima a questo.”
Il direttore Scanagatta gli chiede se domenica ha visto il match del suo prossimo avversario, Muller, o se comunque lo conosce. “Conoscerlo, sì. Non ricordo se ci ho giocato [no, sarà la prima volta, ndr]. Non l’ho visto ieri [contro Nardi] perché hanno giocato la sera tardi, ma sta giocando bene. Un altro match non facile con un francese, però mi sento bene e cercherò di preparare la partita al meglio.”
Ancora Scanagatta gli chiede quale sia la cosa del suo tennis di cui è più soddisfatto e quella sulla quale vorrebbe progredire maggiormente. “Sono 40, 35 al mondo?, per arrivare dove voglio c’è tanto da migliorare e sto cercando di farlo. Ci sono aspetti che ho migliorato durante l’anno e aspetti in cui a volte faccio bene e altre male. Oggi sono stato molto continuo e sono riuscito a fare le cose che volevo per la maggior parte della partita. Cercherò di fare della continuità la chiave per il mio torneo.”
Paolo di Lorito (Ubitennis) gli domanda appunto dove voglia arrivare, se ci siano limiti di ranking. “Vado per vincere tutti i tornei [ride], sennò sarebbe un problema, non sarebbe la mentalità giusta per giocare questi tipi di tornei. No, non ho un limite, cerco di migliorare e ci sto riuscendo, poi ci sono tornei che gioco meglio e altri peggio, quello è normale, fa parte del percorso di ogni giocatore”.