Corsa al numero 1 (Federica Cocchi, La Gazzetta dello Sport)
Un testa a testa a distanza, corsie parallele con un unico traguardo, il numero 1 al mondo. Novak Djokovic deve conservarlo […], Jannik Sinner è in agguato, pronto a strappargli scettro e corona alla prima occasione utile. Potrebbe anche succedere questo pomeriggio se il serbo dovesse cedere all’argentino Cerundolo, ma da quanto si è visto sabato notte nella sfida contro Lorenzo Musetti, il cannibale inappetente ha ritrovato l’istinto predatorio. Cinque set in cui è prima affondato e poi riemerso, fino a una dimostrazione di potenza capace di annichilire il pur ottimo Musetti. Forse era proprio questa la scintilla che mancava a Nole per accendersi e riprendere la corsa. […] A secco dall’inizio dell’anno, Nole non solleva un trofeo dalle Finals del 2023 […]. Il serbo da allora non è più sembrato lo stesso, nemmeno in Australia, dove rincorreva il titolo numero 11, vinto, guarda caso, proprio dall’altoatesino. C’è sempre Sinner tra i piedi […]. Passo dopo passo il piccolo Jannik ha imparato da Djokovic, fino ad assumerne in qualche modo le sembianze. Uscire dai guai nei momenti più duri è una delle caratteristiche che li contraddistingue e li unisce. Sabato, contro Musetti, è stato a un passo dalla sconfitta: «Non sapevo più cosa fare – ha raccontato il campione -. Musetti stava giocando il tennis della sua vita. Non è stato facile in quel terzo set e all’inizio del quarto, a quell’ora di notte». Ma il pubblico, che a inizio match tifava per la lotta, nei momenti decisivi si è schierato dalla parte del campione: «Il pubblico mi ha fatto andare avanti. Avevo bisogno di quella spinta e di quell’energia sul 2-2. Hanno iniziato a cantare il mio nome e ho sentito una forza di volontà grandissima. Penso di essermi trasformato in un giocatore diverso da quel momento in poi e infatti ho perso solo un game». Sul finale si è rivisto il vecchio Nole […]. Adesso è difficile pensare che, nonostante l’età e le fatiche della partita notturna Djokovic possa cedere a Cerundolo. Una sconfitta prima della finale significherebbe numero 1 automatico per il nostro Jannik. Il percorso ipotetico del serbo verso la finale prevede un incontro con Ruud, battuto in finale lo scorso anno, o Taylor Fritz. La semifinale invece apre un ventaglio di giocatori insidiosi come Medvedev, Rune, De Minaur o Zverev. […] I dubbi della vigilia erano tanti per Sinner. L’anca che lo ha tenuto ai box per quasi un mese ha messo a rischio la sua presenza al Roland Garros fino all’ultimo ma lui, che non avrebbe voluto diventare numero 1 al mondo dal divano di casa, ha fatto di tutto per recuperare e giocarsi la sfida con Djokovic sul campo. L’anca ora è guarita e anche la condizione fisica dell’altoatesino è ampiamente in crescita e il suo tabellone non è impossibile. A Musetti, alla viglia della sfida con Nole che avrebbe potuto consegnargli il titolo aveva mandato un messaggio via media: «Gli faccio il mio in bocca al lupo e da amante del tennis spero che sarà una bella partita. Al numero 1 non penso più di tanto…». […] Domani, ai quarti, trova Grigor Dimitrov che ha eliminato l’amico Hurkacz, mentre per arrivare a giocarsi il titolo dovrebbe affrontare Carlos Alcaraz in una semifinale dei sogni. Una eventuale finale contro Novak Djokovic sarebbe già un successo: se Jannik arrivasse all’ultimo incontro, al serbo non basterebbe nemmeno confermarsi campione di Parigi per restare in vetta al ranking. Godiamoci lo spettacolo.
Sinner deve crescere ma ora ha più fiducia anche se Alcaraz… (Paolo Bertolucci, La Gazzetta dello Sport)
Il Roland Garros è entrato nella fatidica seconda settimana, l’obiettivo che in uno Slam distingue l’aurea mediocrità dall’eccellenza, e tutti i protagonisti più attesi hanno conservato il loro posto in tabellone, pronti alle schermaglie decisive verso l’ambita Coppa dei Moschettieri. Ovviamente, non tutti i percorsi sono stati simili, e dunque qualcuno ha dovuto sottoporsi a un surplus di fatica e sofferenza, mentre per altri i primi tre turni sono filati via lisci e senza troppe complessità. Sinner, a parte lo spavento nel primo set perso contro Moutet, è approdato abbastanza agevolmente agli ottavi, la conferma che si è lasciato alle spalle l’infortunio all’anca e dunque può guardare con fiducia alle sfide più calde: comprensibilmente, visti i pochi allenamenti con cui si è avvicinato a Parigi, il suo tennis non è ancora oliato in maniera perfetta come nei primi, favolosi cinque mesi dell’anno, ma non aver sprecato fin qui troppe energie potrebbe diventare un fattore molto importante dai quarti in poi. Cammino in piano anche per Alcaraz, […] finalmente libero dai legacci psicologici dell’infortunio al braccio destro e quindi in grado di esprimere al meglio il suo tennis vario ed esplosivo: prima Korda e poi Auger Aliassime sulla carta non erano certo avversari malleabili, ma Carlos li ha domati con grande autorevolezza, dando ragione ai bookmakers che lo indicano come il principale favorito. Il quarto di finale con Tsitsipas sarà un test fondamentale per entrambi: il greco ritrovato […] ha dovuto estrarre il meglio di sé per venire a capo di Arnaldi, rischiando di ritrovarsi sotto due set a zero. Lì però ha accettato la battaglia, si è dimostrato disposto a sporcarsi le mani, facendo valere la maggior pesantezza di palla e la maggior esperienza nei confronti di un avversario che si è meritato comunque gli applausi. Ben più tortuosa la qualificazione […] del tedesco Zverev, […] che è andato a un passo dall’eliminazione contro Griekspoor ma nel momento più difficile ha tirato fuori quel carattere che spesso gli ha fatto difetto: vittorie del genere aumentano senz’altro l’autostima, ma nell’ottavo contro Rune l’attenzione dovrà essere alta fin dall’inizio. Un discorso a parte merita Novak Djokovic, uscito vincitore, nella notte tra sabato e domenica, da una battaglia di 4 ore e mezza contro Musetti. Una partita che ha dimostrato una volta di più l’eccezionale tempra da guerriero del serbo, capace di alzare il livello quando si è ritrovato spalle al muro, offrendo sprazzi delle antiche qualità. È normale, d’altronde, che a 37 anni anche un campione della sua grandezza non possa offrire continuità di rendimento per un periodo prolungato all’interno della stessa partita, e che dunque alterni fasi sottotono, come accaduto nei primi tre set e mezzo, a picchi di rendimento sublimi come quelli degli ultimi due parziali. Certamente però, se vorrà avere chance di vittoria finale, il numero uno del mondo non potrà più concedersi pause troppo lunghe.
Anche Arnaldi viene rimontato (Roberto Bertellino, Tuttosport)
Per quasi due set Matteo Arnaldi è sembrato un top ten del tennis contro uno dei giocatori più forti sulla terra rossa: Stefanos Tsitsipas. I1 23enne sanremese ha difeso e contrattaccato senza sosta annullando diverse palle break al rivale e trovando grandi soluzioni nei momenti più delicati della prima parte del match. L’azzurro si è portato in vantaggio di un set e di un break nel secondo. Ha avuto a disposizione 4 set point per dilatare a proprio favore il divario nei confronti del n. 9 del mondo ma non li ha sfruttati. O meglio, è stato Tsitsipas a cancellarli, salendo di tono e convinzione. La seconda frazione si è così decisa al tie-break con il greco più cinico […]. Con il pareggio e lo scampato pericolo il quadro anche psicologico del confronto è radicalmente cambiato. Tsitsipas è sembrato più sicuro, nelle scelte e con i fondamentali, soprattutto il rovescio […]. Quando funziona, tutto il resto diventa perfetto o quasi. Arnaldi ha invece iniziato a fare scelte sbagliate e la sua palla ha perso via via sempre più peso. Due break hanno indirizzato la frazione verso Stefanos, molto più tranquillo rispetto alla prima parte di gara e meno polemico con il suo angolo. Il quarto set è stato la ripetizione del terzo: «Tirando piatto, la palla viaggia la metà di prima». Sintesi perfetta […] e allungo definitivo dell’ateniese che ha chiuso i giochi con merito. Al termine ha avuto parole di lode per Matteo, che ha detto di seguire da alcuni mesi dopo gli exploit dell’ultima parte della scorsa stagione: «Ho dovuto muovere molto il gioco – ha eletto Stefanos – per una delle rimonte più folli della mia carriera. L’inerzia sembrava dalla sua parte ed era molto frustrante. Credo che il mio spirito, la mia tempra, siano stati il motivo della rimonta. Anche soffrendo, nel secondo set, sentivo che avevo la possibilità di recuperare». Nei quarti Tsitsipas, uscito tra gli applausi del pubblico al pari di Arnaldi, troverà Carlos Alcaraz, che ha divorato Felix Auger-Aliassime, peraltro un po’ menomato da un problema alla schiena. Il murciano fa paura, perché come i grandi sale di rendimento partita dopo partita. I due sono nella stessa sezione di tabellone di Jannik Sinner e chi vince potrebbe trovarlo in semifinale. […]
Allarme, Alcaraz è tornato (Alessandro Nizegorodcew, Corriere dello Sport)
Stavolta sì, sembra davvero quello vero. Carlos Alcaraz picchia e poi accarezza la palla, corre e difende, attacca e chiude a rete. L’intensità è quella dei giorni migliori, così come la capacità di vincere i punti importanti. Il canadese Felix Auger-Aliassime […] è stato preso letteralmente a pallate da Carlitos negli ottavi di finale del Roland Garros, in un match terminato 6-3 6-3 6-1 in 2 ore e 20 minuti. Nei quarti andrà in scena l’attesa sfida a Stefanos Tsitsipas, finalista a Parigi nel 2021. «Sono molto contento della mia prestazione odierna – ha dichiarato Alcaraz – Dai punto di vista tattico sono particolarmente soddisfatto. Sono felice di essere tornato nei quarti a Parigi, è un torneo speciale». […] Alcaraz è salito esponenzialmente nel corso del torneo. Escludendo il primo incontro con J.J. Wolf, tennista troppo sotto livello, lo spagnolo ha giocato un match ad alti e bassi contro Jesper De Jong […] per poi alzare il ritmo in maniera vertiginosa prima con Sebastian Korda e poi […] contro l’inerme e inerte Auger-Aliassime. […] «Il mio tennis sta migliorando di giorno in giorno – ha raccontato in conferenza stampa – e la mia fiducia sta aumentando. Ogni allenamento che svolgo qui a Parigi mi fa sentire meglio. Il tetto? Non mentirò, per me è meglio giocare all’aperto: la palla rimbalza di più e non si gonfia così tanto. Sono piccoli aspetti che possono far cambiare la direzione di una partita. Per quanto riguarda invece sessione diurna o serale non ho preferenze». […] Carlos Alcaraz ha sempre vinto contro Stefanos Tsitsipas. Cinque sfide, cinque successi. […] Tsitsipas nella seconda parte dell’incontro con Arnaldi è apparso in grande spolvero, ma per precedenti e caratteristiche tecniche Alcaraz parte nettamente favorito. «Tsitsipas è un grande giocatore – ha spiegato Carlos – ma conosco le chiavi tattiche per metterlo in difficoltà. Questo non vuol dire che potrò giocare al 50% o al 60%, anzi. Stefanos è ostico su tutte le superfici, ma qui sul “rosso” sa mettere molta pressione al gioco in ogni istante. Dovrò essere al 100%».