E’ un Francisco Cerundolo piuttosto schietto quello che si presenta davanti ai microfoni nella consueta conferenza stampa post-gara. Il giocatore argentino ha fatto del suo meglio per cercare di battere il numero uno del mondo, Novak Djokovic, disputando un match di grande garra e che lo ha visto più volte ad un passo dallo switch decisivo. In pratica, la sconfitta arrivata contro il campione serbo – dopo 4 ore e 39 minuti – ha sì rappresentato un risultato negativo per il nativo di Buenos Aires, ma anche e soprattutto un’iniezione di fiducia per i prossimi tornei. Cerundolo, infatti, non solo ha tenuto testa al ventiquattro volte trionfatore Slam, ma ha pure rischiato di vincere se non avesse sofferto un po’ la pressione a pochi metri dal traguardo. Così come si evince, del resto, dalle dichiarazioni rilasciate in conferenza.
Ciao Francisco. Mi chiedevo solo se potessi descrivere quanto sia duro giocare con Novak anche su questa superficie che non pensiamo sia la sua migliore, ma è un giocatore così duro da battere anche sulla terra battuta…
“Sì, grazie. Beh, è davvero il ragazzo più duro che abbia mai giocato a tennis. Nel primo set stavo solo cercando di capire come conquistare un punto, come giocare contro di lui, perché ero a disagio in campo. Dopodiché penso di aver iniziato a giocare meglio. Sì, è stata una grande battaglia. Trova sempre il modo di tornare a giocare il suo miglior tennis nei momenti più difficili e alla fine di ogni partita. Quindi sì, è quello che è. Ho fatto del mio meglio. Ero così vicino, ma non sono riuscito a vincere. Questo dimostra ancora una volta perché è il migliore.“
Cosa ha fatto per farti sentire così?
“Beh, gioca così profondo che ti fa muovere per tutto il campo con ogni singolo tiro. Erano pochi i punti in cui ero in attacco o dettavo il punto. Ecco perché è così difficile da interpretare. Dovevo trovare il mio colpo migliore ogni volta. In caso contrario, ti mette in una posizione difensiva o in una posizione scomoda. Quindi, probabilmente, è proprio questo il motivo. Se non colpisci bene, ti schiaccia. Realizza dei colpi davvero buoni.”
In che modo il suo infortunio ti abbia influenzato? Pensavi che avrebbe potuto abbandonare il gioco?
“No, non spetta a me dire cosa avesse. Non so cosa abbia, se abbia qualcosa oppure no. Non mi ha disturbato. Ha avuto alcune cadute, ma non so cosa abbia veramente, è il tennis. Dovevo concentrarmi sul mio gioco e su quello che stavo facendo. Non importa se chiama il fisioterapista o altro. Ogni giocatore ha i propri infortuni o dolori durante la partita, a cui bisogna solo prestare attenzione. Bisogna sempre fare del proprio meglio…“