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Editoriali del Direttore

Wimbledon – Grande Alcaraz, già due trionfi come Nadal. Ma Sinner resta pur sempre il n.1 e il computer non fa regali

Il torneo olimpico di Parigi e l’US Open diranno se Alcaraz merita di salire sul trono del tennis o se ci deve restare Sinner. Il verdetto non è scontato, soprattutto sul cemento

Last updated: 18/07/2024 9:16
By Ubaldo Scanagatta Published 15/07/2024
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10 Min Read
alcaraz wimbledon 2024
Carlos Alcaraz (primo piano) e Novak Djokovic (sfondo) - Wimbledon 2024 (foto X @wimbledon)

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Ero convinto che Novak Djokovic non potesse giocare come un anno fa, quando aveva vinto 3 Slam e perso in 5 set dopo 4 ore e mezzo di lotta con Alcaraz la finale di Wimbledon in cui avrebbe anche potuto vincere se solo avesse trasformato la pallabreak all’inizio del quinto set, quella mancata con una volée di dritto che per lui non avrebbe dovuto essere difficile.

Così sabato, nel video registrato – come ogni giorno da Wimbledon su YouTube con Steve Flink – avevo pronosticato una vittoria in tre set di Carlitos Alcaraz, sebbene il Djokovic che aveva lasciato 9 games a Rune e 14 a Musetti, senza perdere un set, mi fosse sembrato un discreto Djokovic rispetto ai Djokovic visti lungo tutto questo 2024 nel quale non aveva mai raggiunto neppure una finale.

Però né Rune né Musetti a dispetto di qualche punto straordinario avevano costituito un test troppo attendibile sull’erba. Nole aveva fatto il punto, il game o il set, più o meno quando voleva.

Con Alcaraz è stata tutta un’altra cosa, anche se Djokovic ha giocato una partita decisamente sotto il par. E’ sembrato piatto, poco reattivo, lento e per nulla cattivo, cioè determinato a dar battaglia come è sempre stato…ma come non era stato neppure, per la verità, contro Jannik Sinner nella semifinale dell’open d’Australia, quando aveva fatto solo 3 game nei primi due set. Poi a Melbourne aveva strappato un set al tiebreak – e così quando, annullati i 3 matchpoint sul 5-4 40-0 per Alcaraz complice nell’esserseli fatti sfuggire, è approdato al tiebreak ho pensato per un attimo che la storia di Melbourne potesse ripetersi anche in Church Road – ma qui nel tiebreak non ha avuto lo stesso esito favorevole al serbo. Carlitos è salito subito sul 3-1, è stato ripreso, 3 pai, ma lì ha conquistato un punto straordinario con una demivolee smorzata difficilissima. A quella è seguito un errore di dritto gratuito di Nole e poi sul 5-4 per Carlitos ecco uno splendido dropshot e il quarto matchpoint è stato poi quello decisivo.

Un Djokovic sotto tono non deve togliere alcun merito ad Alcaraz che nei primi due set ha fatto anche …i bambini con i baffi! Per dire che gli riusciva qualsiasi cosa, servizi a220 km orari di cui non lo si credeva capace – riesce a farli perché ha una grande tecnica: è altro solo un metro e 83 cm, non 1,98 come Zverev e Medvedev – dritti di una potenza spaventosa, rovesci incrociati come lungolinea mortiferi, palle corte imprendibili. E quando serve anche qualche serve&volley con la volee che mette dove vuole.

Non c’è dubbio che lui abbia il repertorio tecnico più completo del mondo. Mi è capitato diverse volte – sia pure in questo match che non è stato poi trascendentale – di vedere delle volee estratte dall’ombellico e anche con il rovescio ad una mano sola che mi facevano dire fra me e me: “Queste cose Sinner non saprebbe davvero farle”.

Carlos ha così vinto il suo quarto Slam, il secondo di fila sull’erba – il suo idolo spagnolo Rafa Nadal ne ha vinti due, 2008 e 2010 in 5 finali – e tre di questi su tre superfici diverse, lo US Open 2022 sul cemento, il Roland Garros 2024 sulla terra rossa e non sono tanti ad aver vinto Roland Garros e Wimbledon back to back. Lui è anche il più giovane della storia ad aver già vinto 4 Slam, mentre è terzo per precocità (dopo Becker e Borg) ad aver vinto Wimbledon per due anni consecutivi. Becker vinse nel ’85 e ’86 a 17 anni e 8 mesi il suo primo Wimbledon. Borg, nato il 6 giugno del ’56 nel ’76, aveva poco più di 20 anni.

Adesso so già che si sprecheranno ancora i dibattiti per i confronti tra Jannik e Carlitos, fra chi è n.1 del mondo e ha perso solo 4 partite quest’anno (e da metà ottobre 2023) e chi può vantare 4 Slam vinti contro uno.

Il tennis di Alcaraz piace di più, è più completo e imprevedibile. Finora però ha avuto più alti e bassi, nella stagione e anche a volte nel corso di una stessa partita rispetto a Sinner.

Sinner gioca probabilmente il suo miglior tennis sul cemento e indoor. Alcaraz indoor invece ancora non è stato troppo convincente. Al punto che ieri si diceva che se avesse piovuto e si fosse dovuto giocare con il tetto, Djokovic avrebbe forse potuto sorprenderlo.

Fra una decina di giorni comincia il torneo olimpico. Alcaraz sarà il grande favorito, ma forse Sinner sarà più il secondo favorito che non Djokovic. La classifica non cambia, Sinner resat n.1, Djokovic n.2 e Alcaraz n.3. Quindi, di nuovo, si dovrà vedere se il sorteggio metterà lo spagnolo nella stessa metà del tennista altoatesino o del serbo. Una volta le teste di serie erano fatte in modo che la n.2 e la n.3 capitassero sempre dalla stessa parte, mentre la n.1 doveva fronteggiare nella teorica semifinale la n.4. Ma all’epoca dei tornei del circuito WCT, cui prendevano parte gli stessi giocatori messi sotto contratto dal petroliere texano Lamar Hunt, fu deciso che per la testa di serie n.3 e n.4 (così come per la n.5 e la n.6, la n.7 e la n.8) si dovesse procedere ad un sorteggio per evitare che settimana dopo settimana, con classifiche cristallizzate, gli accoppiamenti dei quarti di finale e delle semifinali fossero sempre gli stessi. Fu una decisione ragionevole. Oggi secondo me potrebbe anche essere rivista. I primi giocatori del mondo non giocano 8 tornei in 8 settimane, la classifica può cambiare, e se ci fossero 3 giocatori molto più forti del quarto, o sette giocatori molto più forti dell’ottavo – mettiamo un Ruud sulll’erba…-  sarebbe giusto che il quarto e anche l’ottavo capitassero contro il primo. E il n.2 e il n.3 dovrebbero duellare per guadagnarsi il diritto ad affrontare il n.1.

Insomma io spero che a Parigi Alcaraz non capiti dalla parte di Sinner perché vorrebbe dire che altrimenti sarebbe esclusa quella finale che tutti riterrebbero il suggello migliore per un grande torneo. La semifinale del Roland Garros è stata più incerta ed equilibrata della finale – nonostante Sinner fosse arrivato a Parigi in condizioni atletiche molto incerte – perchè sebbene in finale Zverer sia stato avanti 2 set a uno con Alcaraz, negli ultimi due set non ha raggranellato che tre game.

Questa volta nel torneo olimpico non ci saranno scuse legate alla preparazione. Se Alcaraz vincerà ancora vuol dire che sulla terra rossa è più forte di Sinner, e se lo batterà – o andrà più avanti – anche a Flushing Meadows diventerà quasi certamente n.1 del mondo e allora la sua supremazia non potrà essere più messa in discussione. Ad oggi Sinner ha perso meno partite di Alcaraz nell’arco di 52 settimane (e nel 2024) e il computer non gli regala nulla mettendolo sul trono del tennis.

Chiudo questo editoriale su Wimbledon invitando chi non lo avesse già fatto a leggere e commentare il mio editoriale di ieri. Quello nel quale contestavo chi sostiene che dopo Roma, Parigi e Wimbledon… il bicchiere italiano è solo mezzo pieno. Secondo me con i risultati di Sinner, semifinale al Roland Garros e terzi quarti di finali a Wimbledon, di Paolini, finali a Parigi e Wimbledon (ma che lezione ha dato alla Navarro reduce da due vittorie su Osaka e Gauff!), di Paolini ed Errani vittoriose a Roma e finaliste a Parigi, di Musetti semifinalista a Wimbledon (con un quinto set contro Fritz da incorniciare), di Vavassori e Bolelli semifinalisti a Roma e finalisti Parigi, il nostro bicchiere è quasi pieno, davvero come non lo è mai stato. Se proprio vogliamo lasciarci un margine diciamo pieno per due terzo almeno, se non per quattro quinti. Fatemi sapere che ne pensate.


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TAGGED:Carlos Alcarazjannik sinnerNovak DjokovicRafael NadalWimbledon 2024
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