La sconfitta contro il rivale di tante battaglie Novak Djokovic, al secondo turno delle Olimpiadi di Parigi 2024, su quelli che possono essere considerati i suoi campi, è stata l’ultima partita giocata sinora da Rafael Nadal. Il maiorchino, 38 anni compiuti a giugno, ha poi deciso di non partecipare allo US Open 2024, ma per ora allontana l’ipotesi ritiro. Di questi due temi e di molto altro ha parlato in una lunga ed interessante intervista concessa a ‘El Hormiguero’, programma televisivo spagnolo trasmesso dall’emittente ‘Cuatro’. Ecco, dunque, le sue dichiarazioni più significative.
Sul caso Sinner: “Io ho una virtù o forse un difetto: alla fine, credo nella buona fede delle persone. Conosco Sinner e non credo assolutamente che Sinner abbia voluto doparsi. Inoltre, la giustizia è la giustizia e non credo che debba piacerci solo quando decide nel modo in cui la pensiamo. Io credo nella giustizia, negli organi che devono prendere decisioni e che in effetti le prendono in base a ciò che credono essere giusto. Per questo sono convinto che, se non lo hanno sanzionato, è perché quelli che hanno giudicato hanno visto chiaramente che quello che è successo non era punibile. Non credo che perché sei Sinner non ti sanzionino e se sei un altro sì. Lo credo e ne sono convinto. Anche l’opinione degli altri è assolutamente rispettabile però io la penso così.”
Su Roger Federer: “Roger è stato un amico e collega, insieme abbiamo fatto molte cose belle. Siamo anche stati in competizione per le cose più importanti per la maggior parte delle nostre carriere. Credo che le persone ‘normali’ finiscano con l’apprezzare tantissimo il più grande rivale, no? Credo che abbiamo interpretato lo sport in un modo sano. Ciò non toglie nemmeno un briciolo di competitività, però credo che abbiamo gestito la nostra rivalità in maniera appropriata, sensata; inoltre abbiamo saputo apprezzarci a vicenda sia durante sia dopo la competizione.”
Su Carlos Alcaraz e se i paragoni con lui possono nuocergli: “No, credo che sia abbastanza bravo da non esserne influenzato. Sta facendo e continuerà a fare il suo percorso. Penso che sia una coincidenza incredibilmente piacevole che, dopo una carriera come quella che ho io, sia venuto fuori qualcuno come Carlos. Era difficile che dopo un giocatore come me, proprio dallo stesso Paese ne esca un altro che farà la storia dello sport. Credo che diventerà uno dei migliori della storia e non credo che il confronto lo danneggi… oggi. In passato? Non lo so”.
Sulla rinuncia allo US Open: “Chiaramente è stato molto più semplice che in passato. Sono in un momento completamente diverso rispetto a quelli 3, 4 o 5 anni fa. Arrivo da un lungo periodo in cui ho avuto problemi fisici e un’operazione importante. Mi sono preso del tempo fino alle Olimpiadi per fare le cose nel miglior modo possibile. Terminate le Olimpiadi è stato un tema da prendere in considerazione, anche per il fatto di dover cambiare superficie e andare sul duro, dove non ci giocavo da 5/6 mesi. È stata una decisione che avevo già preso ma aspetti sempre di renderlo pubblico prima che cambi idea all’ultimo”.
Sul ritiro: “Sono passati molti anni, ho affrontato molti problemi fisici in tutta la mia carriera ma in particolare in questi ultimi anni. È normale chiederselo. Non posso vivere tutti i giorni pensando al ritiro. Quello che ho fatto in tutto questo tempo è darmi un margine, di darmi la possibilità di divertirmi ancora dopo un anno e mezzo lontano dai campi. Questo è quello che sto facendo, godermi tutti i giorni. Alla fine, come dico sempre, mi prenderò il mio tempo e prenderò la mia decisione quando l’avrò chiara“.
Sulle Olimpiadi: “Il villaggio olimpico è qualcosa di completamente diverso da quello a cui siamo abituati. A livello di comodità e di riposo, la qualità è peggiore rispetto ad altri tornei che giochiamo, ma io lo dico dal cuore. Se vai alle Olimpiadi devi stare nel villaggio, perché altrimenti le vivi come se stessi vivendo un qualsiasi altro torneo, ma ti capita una volta ogni quattro anni e puoi stare un po’ meno comodo una volta ogni quattro anni“.
(Con la collaborazione di Michelangelo Sottili)