PAGINA 1: come siamo arrivati dove siamo ora
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È tutto un problema di soldi alla fine. Tre Slam su 4, tutti tranne Wimbledon che inderogabilmente alle 11 interrompe qualsiasi partite per rispettare l’obbligata quiete del sobborgo, lucrano tantissimo sulla sessione serale. E di sera almeno due partite le devi mettere in programma, anche perchè una può sempre esaurirsi in poco tempo se un giocatore o una giocatrice si fa male e si ritira. E non possono essere due partite di singolare femminile, che potrebbero finire in due ore: non farebbero cassetta. Né due partite di singolare maschile che al meglio dei cinque set potrebbero durare oltre 4 ore ciascuna, 8 ore in toto. Giocoforza deve essere un singolare femminile e uno maschile. Ma anche in questo caso sette, otto ore possono non bastare.
Il montepremi dell’US Open quest’anno è stato da record, 75 milioni di dollari, una decina più di un anno fa. I giocatori vorrebbero montepremi sempre più alti ma allora devono subire le conseguenze della loro ingordigia.
Due partite serali all’Arthur-Ashe Stadium per un paio di settimane portano tanti soldi. I biglietti sono cari assassini. E la società cui l’US Open di fatto delega la gestione fa dei ricarichi che nemmeno i “bagarini” più assatanati oserebbero fare. Trovare biglietti a meno di 1000 dollari è spesso impossibile. Ma chi accetta di scucirli lo fa solo perché le partite sono almeno due e una è di tennis maschile.
L’US Open e la ESPN hanno annunciato un nuovo accordo di 12 anni fino al 2037, per un valore di 2,04 miliardi di dollari, 170 milioni di dollari all’anno, più del doppio del valore annuale dell’accordo di oggi. Anche se l’accordo non prevede l’obbligo di programmare due partite durante la sessione notturna, la sessione di New York di fatto offre tennis in prima serata anche a Los Angeles (per via delle 3 diverse ore di fuso). Per ESPN è importante, fondamentale.
Ovunque si dovrebbe giocare cominciando prima. Anche a Wimbledon dove si ostinano a non cominciare sul centre court prima delle 13 locali (14 italiane), sul n.1 mezzora prima, sugli altri alle 12 e solo in circostanze eccezionali alle 11. Così quando piove sono nei guai, in cui ci si sono messi deliberatamente.
Tornando alla Davis, ma perché non cominciare alle 14, se non alle 13? L’ho chiesto a una responsabile della comunicazione ITF e mi ha detto che “l’orario d’inizio delle gare è frutto di una decisione congiunta di ITF, Paese Ospitante e Televisione nazionale”. Insomma la colpa morì fanciulla.
Qui a Bologna c’è stata la grande atmosfera della vecchia Davis – più che prevedibilmente – quando ha giocato l’Italia, con Brasile e Belgio, ma per gli altri match quell’atmosfera, davanti a pochi intimi anche se con tanti, troppi tamburi, non c’era proprio.
A Bologna almeno c’è l’Italia…e tre giornate (mercoledì, venerdì, domenica) di Davis quasi com’era una volta, anche se il “tutto concentrato” in una giornata non è bello come era quando era diluito in tre giorni. Ma a Zhuhai in Cina hanno giocato USA, Germania, Slovacchia e Cile. Pare che queste prime giornate siano state di una tristezza infinita, desolante. Giocavano, oltretutto, con un fuso orario impossibile per le audience dei 4 Paesi protagonisti.Il tennista cileno Garin ha parlato di vero disastro.
Non si esclude che finalmente anche il testardo Haggerty – che da americano avrà seguito con occhio più interessato le sorti del team USA – non si arrenda all’evidenza. E che, di conseguenza, non più solo a gennaio, ma anche a settembre le sedici squadre del World Group tornino a giocare in 8 sedi, in casa di una nazione o dell’altra, seguendo l’antico criterio: chi ha giocato in casa l’ultimo confronto diretto dovrà dare la rivincita in trasferta. A quel punto però mi chiedo: ma con quale formula? Due giorni soli per ciascun incontro con 5 partite due set su 3, 4 singolari e un doppio (di modo che il doppio torni a valere per il 20 per cento e non per il 33, come sarebbe più giusto)? Sembra la soluzione più probabile. Le otto squadre vincenti degli head to head ad eliminazione si qualificherebbero per le finali a 8, come accade oggi per Malaga (e in futuro per Milano? O cinesi e arabi offriranno di più?). La notizia di una nuova piccola rivoluzione potrebbe arrivare martedì, quando si riunirà il consiglio della federazione internazionale (ITF). Noi di Ubitennis intanto stiamo in campana. E grazie per la pazienza per essere arrivati fino in fondo a questo articolo extra-long. Spero sia valsa la pena.
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