[3] B. Haddad Maia b. [1] D. Kasatkina 1-6 6-4 6-1
Beatriz Haddad Maia ribalta la situazione di punteggio quantomeno precaria di 1-6 1-3 e finisce la partita a braccia alzate nella domenica della finale del Korea Open, torneo WTA 500 in scena a Seul. Grandi meriti per la brasiliana ma certo anche parecchi rimpianti per la russa, che non ha saputo, dall’alto della sua notevole perspicacia tennistica, trovare le contromosse atte a staccare la corrente all’azione impetuosa della sudamericana.
Per la brasiliana era la settima finale della carriera e in definitiva il quarto titolo dopo Birmingham e Nottingham 2022 e Zhuhai 2023; inoltre, l’atleta paulista vince dove, durante la sua prima apparizione nel torneo sette anni fa, si era dovuta accontentare del piatto della seconda classificata nelle foto al fianco della campionessa di allora Jelena Ostapenko. Per Kasatkina un contrattempo che sembrava evitabile nella corsa per le Finals, dove è ora decima a soli 300 punti da Zheng e 400 da Collins, che come è noto non sarà presente a Pechino.
Il match
Le virtù difensive di Kasatkina sono un enigma troppo complesso per Haddad Maia, che non tiene lo scambio ogni qualvolta si allunga oltre i dieci-dodici colpi. La brasiliana non ha tempo per cercare forza e precisione nelle sue stoccate, tanto è impegnata nel coprire le falle in difesa; Daria punge trovando ottime soluzioni in lungolinea, essendo sempre la prima a uscire dalle diagonali. Per la ragazza di Togliattigrad è l’apoteosi del suo tennis preferito; nessun ace ma solo due punti ceduti in tutto il primo set, che si dipana per soli sette game.
Il pubblico vorrebbe equilibrio ma la russa non deflette dalla strada tracciata fin lì, anzi persevera e strappa la battuta alla rivale in apertura di seconda frazione. La sua corsa prosegue indisturbata sino come detto al 3-1; qui Beatriz comincia a spingere come sa e tiene il servizio. La numero 17 del ranking (sarà dodici da lunedì) comincia ad agitare il pugno e riprende coraggio, particolare importante per un’atleta che vive molto di emozioni durante la partita.
La sua interazione con l’angolo si rianima mentre Daria perde certezze e profondità, non riuscendo più a raccogliere errori non forzati con le sue geometrie. Il contro-break arriva nel sesto game e Haddad Maia è brava a confermarsi su livelli più alti nel prosieguo del set, che riesce a vincere con un break nel decimo game.
La brasiliana, forte di un 79% di prime palle in campo nel set di mezzo, torna ad aggredire nella frazione decisiva. Manca una palla-break nel secondo gioco ma nel quarto toglie la battuta alla russa; è uno shock progressivo vedere come inesorabilmente la partita giri le spalle alla testa di serie numero uno, che vive una situazione di tilt ed elargisce una quantità di errori davvero insolita per lei.
Kasatkina manca il contro-break sull’1-3 nonostante un promettente 0-40 e smarrisce le forze per continuare ad opporsi alla brasiliana, che si impone al settimo game dopo un’ora e cinquantadue minuti di gioco.