Marin Cilic è tornato! Il croato, che in questa stagione non aveva vinto neanche un match a livello ATP prima di atterrare ad Hangzhou, ha clamorosamente conquistato la sua 37esima finale in carriera nel circuito maggiore, la prima da quasi due anni (quando a Tel Aviv venne sconfitto da Novak Djokovic). Tante cose sono cambiate nel frattempo, in primis una condizone fisica che inevitabilmente non è più quella di una volta. Ma in una settimana dove la testa di serie n°1 (Rune) esce inaspettatamente all’esordio, ci pensa direttamente il croato a far fuori prima la n°8 (Nishioka) e poi soprattutto la n°4, quel Brandon Nakashima reduce da un ottimo momento.
Non sono bastate otto vittorie nelle ultime nove partite (5 nelle ultime 5) allo statunitense, troppo discontinuo nei momenti importanti. Come nel primo set, quando avanti 4-3 non è riuscito a sfruttare due palle break di fila, permettendo a Cilic non solo di risalire dal 15-40 e di agganciarlo sul 4-4, ma anche di sorpassarlo e archiviare poco dopo la prima frazione (6-4). Neanche l’ombra di una palla break nel secondo set, che Nakashima avrebbe potuto chiudere più volte al tie-break. Il n°36 ATP non è però riuscito a sfruttare due set point e, nonostante sia stato tre volte avanti di un mini-break, ha dovuto alzare bandiera bianca al primo match point da fronteggiare.
Finisce dunque 6-4 7-6(6) per Marin Cilic, che nel 2024 aveva raccolto qualche vittoria solamente a livello Challenger e ora diventa il secondo giocatore dal ranking più basso di sempre (era n°777 del mondo ad inizio torneo) a raggiungere una finale ATP. Martedì, contro Zhizhen Zhang, cercherà di stabilire un record incredibile: nessun giocatore, infatti, ha mai vinto un titolo nel circuito maggiore con ranking così basso.
Storico Cilic, Zhang ultimo ostacolo
L’ultimo ostacolo che separa Cilic dalla storia del tennis è Zhizhen Zhang, che pur non giocando alla grande esce alla distanza nel derby cinese contro Yunchaokete Bu. Anche in questo caso, prima ancora dell’inizio del match, si respirava già aria di record. Era infatti la prima volta nella storia che due tennisti cinesi si affrontavano in una semifinale ATP.
Specialmente nel primo set, Bu ha a lungo giocato anche meglio del più quotato connazionale, non perdendo mai più di due punti nello stesso game di servizio. Recuperato subito il mini-break di svantaggio all’inizio del tie-break, però, Zhang ha cambiato marcia nel momento decisivo, conquistando sette degli ultimi nove punti del primo set, incassato 7-6(3). La svolta definitiva è arrivata a metà del secondo parziale, quando Bu ha subito l’unico break della partita, che Zhang ha gelosamente custodito fino alla fine. 7-6(3) 6-4 in un’ora e tre quarti per ZZZ, che curiosamente ha impiegato lo stesso tempo (a punteggio invertito) del suo ultimo avversario all’Hangzhou Open, diventando il terzo cinese di sempre all’ultimo atto di un torneo ATP.