Coco Gauff annaffia il primo torneo del post-Brad Gilbert con Matt Daly in panchina con le bollicine dedicate alla coppa del China Open, sollevata al termine del match di domenica al cospetto di Karolina Muchova con il punteggio di 6-1 6-3. L’impresa non era scontata, visto il rendimento altalenante degli scorsi giorni (in particolare contro Starodubtseva e Badosa). Domenica invece tutto è cambiato. Saranno le sensazioni che le derivano dal trovarsi in una finale: non può essere un caso, infatti, che Coco abbia perso solamente una delle nove finali giocate in carriera.
D. Hai servito benissimo e hai dominato dall’inizio alla fine: come hai preparato l’incontro?
“Ero molto rilassata, sono entrata in campo dicendomi che questa partita non avrebbe cambiato la mia vita. L’esperienza di aver già vinto un torneo 1000 mi ha aiutata; sono fiera di come ho messo in pratica quanto avevamo provato in allenamento, di come sono riuscita a eseguire quanto prevedeva la strategia. Ero tranquilla, ho giocato la prima finale a quindici anni e pensavo che non avrei avuto altre possibilità, come quando ho giocato la prima finale Slam (Roland Garros 2022). Oggi è diverso e penso che il 70% della popolazione mondiale, magari di più, non saprà mai se ho vinto o perso. Oggi è una soddisfazione personale”.
D. Sei la prima tennista dell’era Open a vincere tutte le prime sette finali disputate sul cemento. Che effetto ti fa?
“E’ una bella sensazione considerando che ci sono state tante grandi giocatrici prima di me nell’Era Ope. Non faccio sempre caso alle statistiche, ma sarà eccitante se un giorno si dirà che la tal tennista ha compiuto un’impresa che non accadeva dai tempi di Coco Gauff… Inoltre, l’ultima americana a vincere qua è stata Serena Williams e ogni volta che il mio nome viene accostato al suo mi sento speciale, è per me un onore enorme”.
D. Hai definito il tuo match di oggi come uno dei migliori degli ultimi tempi. Muchova ha battuto Sabalenka per tre volte, ma con te non ha mai vinto nemmeno un set. Cosa determina questa differenza a tuo favore?
“Non saprei, non me lo ricordavo ed è stato il mio coach a farmelo notare. Credo che semplicemente lei abbia avuto la sfortuna (sorride) di incontrarmi in grandi giornate, soprattutto a Cincinnati e New York l’anno scorso. Lei è fortissima, una delle più dotate nel circuito, ed è anche una bella persona, sono felice che si sia ripresa dagli infortuni e ora stia bene. Giocare contro di lei è difficile, anche se oggi non ha dato il massimo”.
D. Sbaglio o a fine partita ti sei commossa?
“No no, davvero. Lo ammetto quando mi capita, ma oggi proprio no. Forse avevo qualcosa nell’occhio. Oggi non era una di quelle giornata da lacrime!”.