Non sono stati gli anni che Dominic Thiem avrebbe immaginato, specialmente non dopo aver vinto lo US Open al quinto set contro Alexander Zverev diventando il primo giocatore nato negli anni 90 a vincere un torneo del Grande Slam. Il principe della terra rossa non è più riuscito a tornare a quei livelli, rivelando ai microfoni di Tennis Majors come ha vissuto mentalmente questi quattro anni di periodo buio dopo aver raggiunto l’apice della sua carriera nel 2020.
Uno dei problemi che Dominic Thiem ha dovuto saper gestire è quello della salute mentale. “La depressione accompagna moltissime persone nel corso della loro vita. Nel corso del tempo, ho fatto sempre più cose per diventare più equilibrato e contrastare il problema”. Quelli che agli occhi degli spettatori possono sembrare macchine sono invece essere umani che hanno semplicemente avuto una perseveranza e una determinazione estrema.
In uno sport come il tennis, dove si cerca di essere impeccabili, è spesso l’aspetto meno perfetto dell’uomo a risultare chiave: la mente. Per rinforzare la salute mentale Thiem ha provato, e trovato, diverse soluzioni: “Negli ultimi quattro anni ho dedicato molto tempo al tema della salute mentale per capire cosa mi aiutasse. Per esempio, la meditazione, e ho letto molto in generale. Ho imparato a passare più tempo lontano dai riflettori quando la situazione diventa eccessiva. Questo mi aiuta, perché si prova una certa sensazione quando c’è un rischio per me. Da quando faccio di più per me stesso, le cose sono migliorate molto”.
Al bisogno di trovare una dimensione che lo facesse sentire in pace con se stesso l’austriaco ha dovuto sopportare il fastidio al polso, tra le cause principali del suo ritiro. Nonostante il dolore sia effettivamente passato, l’infortunio, specialmente il secondo, si è portato con sé la sensibilità dell’articolazione. Lo stesso campione austriaco ha ammesso difficoltà nell’aiutarsi con il polso per il suo diritto, affermando di “non sono più in grado di farlo dall’infortunio”.
Thiem deve gestire la pressione un’ultima volta, quando a Vienna darà l’addio ai tifosi. Una pressione non dettata dalla richiesta di performance vincente, ma dall’attenzione del pubblico: “A volte l’attenzione è davvero tanta e capita che io non riesca anche a godermela. A Vienna sarà di nuovo molto impegnativo”.
Francesco Maconi