Darren Cahill, eletto coach dell’anno nel 2023 insieme a Simone Vagnozzi, torna a parlare del suo campione azzurro in previsione delle attesissime ATP Finals di Torino, in un’intervista concessa a La Gazzetta dello Sport e al Corriere della Sera.
A pochi giorni dal debutto di Sinner all’Inalpi Arena di Torino – previsto per la sessione serale di domenica contro De Minaur – l’allenatore australiano ripercorre gli highlights della meravigliosa stagione di Jannik, culminata con la favolosa vittoria in rimonta in finale all’Australian Open e con il successo ottenuto a Flushing Meadows, opposti, sentimentalmente, ai momenti di sconforto scaturiti dall’inaspettata accusa di doping: “Un quadro bellissimo con tante sfumature. A partire da come ha giocato Jannik, fino alla sua maturità nell’affrontare le difficoltà della vita. Ma sempre, quando nel cielo si addensano nubi nere, poi arriva uno squarcio di luce”.
Il percorso di crescita e maturità dell’altoatesino passa anche da queste tappe tortuose, che lo hanno temprato, rendendolo meno vulnerabile agli imprevisti, dentro e fuori dal campo. L’ex coach di Agassi sottolinea la resilienza del numero uno del mondo, sorridente anche nei momenti più bui, e finalmente pronto per andare a caccia delle Finals 2024: “Gli piacciono il campo, la città, l’atmosfera, il tifo è tutto per lui, i presupposti per fare bene ci sono. Sarà durissimo batterlo” – specifica Cahill, stupito dalla capacità di apprendimento dell’altoatesino, sempre alla spasmodica ricerca di nuove soluzioni da implementare nel suo bagaglio tennistico, senza paura di prendere i dovuti rischi negli incontri: “Il suo superpotere è non aver timore di migliorarsi. Oggi sa giocare in 5-6 modi diversi. Non sa solo picchiare forte: lo sa fare con intelligenza“.
La lunghissima e gratificante stagione 2024 si avvicina alle battute finali, ma le ultime due tappe di questa splendida annata sono particolarmente significative per il ventitreenne azzurro, che non vuole lasciare nulla di intentato: “Jannik ci tiene tanto. La vittoria a Malaga è stato un momento chiave della carriera. Gli ha dato fiducia per vincere gli Australian Open”, afferma “Papà Darren” – appellativo dato dai tifosi italiani, particolarmente apprezzato dal coach di Adelaide – già proiettato, insieme a Vagnozzi, nel programma della stagione 2025. L’obiettivo è tutelare la condizione fisica di Sinner, sottoposto a un dispendio non indifferente di energie, vista la durata dei master 1000, alcuni di questi, allungati a due settimane. “Cambieremo qualcosina il prossimo anno. Il passaggio Miami-terra quest’anno è stato troppo brusco, ma tutto continuerà a ruotare intorno agli Slam”. Possibile che Jannik decisa di saltare Montecarlo? Per ora non c’è nulla di certo, ma un’altra certezza c’è: “Sinner sarà l’ultimo giocatore che allenerò nella mia carriera“ – rivela Cahill, che è poi tornato sul momento in cui è arrivata la notizia della positività. “La mail dell’ITIA è arrivata ad Alex Vittur, che l’ha comunicato a Jannik. È stato uno shock. Umberto Ferrara e Giacomo Naldi sono stati a lungo due eccellenti membri del team: il loro errore è stato un fulmine a ciel sereno, del tutto insolito rispetto alla professionalità dimostrata fin lì”, ricorda Darren.
“Nessuno all’inizio riusciva a capire, subito la priorità era capire che cosa fosse successo e lì è emerso l’errore non intenzionale di Umberto e Giacomo. È servito del tempo per ricostruire, nel frattempo abbiamo ritenuto di mantenere il team unito. Sono passati due o tre mesi. Dopo Wimbledon, Ferrara e Naldi non hanno più lavorato con noi. Ci sentivamo su una nave diretta verso un iceberg: dovevamo capire come navigargli intorno. Ma non c’è rancore per Umberto e Giacomo“ – ha detto ancora Cahill. “Sappiamo che la squalifica è una possibilità, ma non c’è nulla che noi si possa fare per cambiare questa situazione. Qualsiasi cosa succederà, Jannik l’affronterà con la solita maturità e compostezza. Noi faremo di tutto per proteggerlo“.