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Riyadh: le WTA Finals delle ventenni

Nella nuova sede di Riyadh si attendevano come protagoniste Aryna Sabalenka e Iga Swiatek e invece a giocarsi il titolo sono state le due contendenti più giovani: Coco Gauff e Zheng Qinwen

Last updated: 14/11/2024 15:03
By AGF Published 12/11/2024
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17 Min Read
Coco Gauff - WTA Finals 2024 Riyadh (Twitter @AusOpen)

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2. La brillantezza di Zheng e la caparbietà di Gauff

Ma non descriverei in modo corretto lo sviluppo di queste Finals se mi limitassi al racconto del cambio di vincitrice: da quella annunciata (Sabalenka) a quella effettiva (Gauff). Perché in realtà sino a pochi minuti dal termine della finale sembrava che il titolo di “Maestra” sarebbe approdato in Cina, e non negli Stati Uniti. Dopo la sconfitta nel match di apertura contro Sabalenka, infatti, Zheng Qinwen ha esibito un tennis sempre più convincente: prima ha sconfitto in tre set la rientrante Rybakina e poi, nella partita decisiva per il passaggio del turno, ha superato in due set Paolini (6-1, 6-1). Due set giocati a livello altissimo, con un rendimento nei colpi di inizio gioco (servizio e risposta) senza la minima flessione; un vero e proprio martello, che ha finito per distruggere ogni speranza di qualificazione di Jasmine.

Ma non sono stati solo i due colpi di inizio gioco a fare la differenza nel confronto con Paolini; c’è stato un altro elemento determinante: la grande facilità con la quale Zheng usciva dalla diagonale dei dritti. Il cambio con il dritto lungolinea ogni volta era un problema per Jasmine: se non era un vincente diretto, era comunque una parabola che la obbligava ad arretrare e a ricorrere a dei rovesci di puro contenimento che erano l’anticamera del punto perso. Servizio, risposta e cambio con il dritto lungolinea: la superiorità in questi tre aspetti ha indirizzato in modo inequivocabile il match. Forse, quella di Zheng contro Paolini, è stata la miglior prestazione del torneo, e ha sicuramente regalato una grande convinzione alla giocatrice cinese.

Sullo slancio, Zheng ha vinto anche la semifinale contro Krejcikova, che a sorpresa aveva eliminato Swiatek. Ma già in questa partita il rendimento di Qinwen è stato meno costante: in vantaggio 6-3, 3-0 (un 3-0 “pesante”, frutto di un doppio break), è subentrato un po’ di braccino, che ha rimesso in gioco Krejcikova. Barbora ha dimostrato che non va sottovalutata quando si esibisce sui grandi palcoscenici ed è andata vicina a riaprire la partita, prima della reazione definitiva di Zheng (6-3, 7-5).

Nella finale contro Gauff, Zheng ha continuato a giocare con notevole aggressività e, soprattutto nella prima parte di match, ha riproposto con discreto profitto lo schema utilizzato contro Paolini: la pungente uscita dalla diagonale destra attraverso il dritto lungolinea. Anche se l’esito non era altrettanto devastante. Per due motivi: perché il lungolinea finiva per impattare sul colpo più solido di Gauff, il rovescio; e perché Gauff ha dimostrato di possedere una straordinaria capacità di copertura del campo. Tutto questo le ha permesso di reggere il confronto con meno danni rispetto a quelli che aveva subito Jasmine.

Zheng è comunque riuscita a portarsi sul 6-3, 3-1 prima di andare incontro a una fase calante molto simile a quella vissuta in semifinale contro Krejcikova. Questa volta però Gauff è stata capace di ribaltare l’andamento del set, pareggiando i conti sul 3-6, 6-4. Nel terzo set di nuovo Qinwen ha preso il largo, ma di nuovo non ce l’ha fatta a completare l’opera: due volte in vantaggio di un break, non le è bastata nemmeno la possibilità di servire sul 5-4. Mancate tutte queste occasioni, Zheng è crollata mentalmente nel tiebreak: un parziale di zero punti a sei ha indirizzato in modo definitivo la partita (3-6, 6-4, 7-6(2) per Gauff).

In sostanza Zheng ha perso una finale nella quale si è trovata in vantaggio di almeno un break in tutti e tre i set disputati; ma, al dunque, le è sempre mancata la freddezza per chiudere il cerchio. In compenso Gauff ha dimostrato di possedere una caparbietà straordinaria: mai darla per sconfitta sino a che non si è davvero conquistato l’ultimo punto del match. Del resto anche lo scorso anno aveva vinto la finale dello US Open 2023 in rimonta su Sabalenka, e qualche settimana fa il torneo di Pechino risalendo in tre partite da un set di svantaggio. Sembra quasi che Coco abbia bisogno di trovarsi sull’orlo del precipizio per dare il meglio di sé. Fino a capovolgere del tutto la situazione.

E così queste Finals ci hanno regalato una finale piena di rovesciamenti di fronte che ha visto protagoniste le due più giovani partecipanti al torneo: 20 anni per la vincitrice (nata nel marzo 2004), 22 anni per la finalista (nata nell’ottobre 2002). Anche se, paradosso determinato dalla eccezionale precocità di Gauff, la giocatrice più abituata ai grandi eventi era la più giovane. E chissà che questo divario di esperienza non sia stato l’elemento determinante del confronto. Resta comunque un dato statistico significativo: per ritrovare una coppia di finaliste al Masters dall’età simile occorre risalire al 2011, quando a Istanbul Petra Kvitova (21 anni) vinse il titolo battendo Vika Azarenka (22 anni).

a pagina 3: Le delusioni delle Finals 2024

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TAGGED:aryna sabalenkabarbora krejcikovaCoco GauffElena RybakinaIga SwiatekJasmine PaoliniJessica PegulaQinwen ZhengWTA Finals 2024
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