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Reading: Sorprese, conferme e delusioni da Doha e Dubai
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Sorprese, conferme e delusioni da Doha e Dubai

La vittoria di Mirra Andreeva a Dubai, il ritorno di Amanda Ansimova a Doha, le difficoltà di tutte le giocatrici di vertice: a che punto è il circuito WTA in vista del Sunshine Double?

Last updated: 27/02/2025 14:07
By AGF Published 25/02/2025
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15 Min Read
Amanda Anisimova, Doha 2025 (@rolandgarros x.com)


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3) Mirra Andreeva a Dubai
Grazie alla vittoria ottenuta sabato scorso a Dubai, Mirra Andreeva (nata il 29 aprile 2007) entra per la prima volta in carriera in Top 10. Età al momento dell’ingresso: 17 anni e 301 giorni. Nemmeno una giocatrice precocissima come Coco Gauff era riuscita a fare meglio, visto che era diventata Top 10 nel settembre 2022, a 18 anni compiuti (Coco è nata nel maggio 2004). Per trovare nelle prime dieci una giocatrice più giovane di Andreeva, occorre risalire a quasi vent’anni fa, quando nel 2006 Nicole Vaidisova aveva fatto parte delle “elette” a 17 anni e 106 giorni.

Fin qui il puro dato numerico. Ma ci sono un paio di considerazioni da fare in proposito. Ho raccontato nel capitolo precedente che Anisimova era stata in grado di raggiungere la semifinale al Roland Garros 2019 a 17 anni. Andreeva ci è riuscita lo scorso anno, quando di anni ne aveva addirittura 16. Ecco, questi record che accostano Andreeva ad Amanda Anisimova e a Nicole Vaidisova ci suggeriscono però quanto possa essere complicato affrontare la carriera nel tennis WTA da teenager.

Dei problemi di Ansimova ho appena detto. Per Vaidisova l’esperienza si è rivelata anche più difficile, visto che ha smesso di giocare nel 2009, quando aveva appena compiuto 20 anni. Nei nostri ricordi Vaidisova appartiene a un periodo del tennis ormai piuttosto lontano, ma di fatto Nicole è nata nello stesso anno di Azarenka, il 1989. Azarenka ancora gioca ad alti livelli, mentre Nicole manca dai grandi palcoscenici da oltre quindici anni.

Se ricordo le difficoltà attraversate da Anisimova e Vaidisova non è certo per “gufare” nei confronti di Andreeva, quanto piuttosto per sottolineare il fatto che la vita di una tennista di successo (come erano sicuramente Amanda nel 2019 e Nicole nel 2006) non è tutta rose e fiori, ed è molto complicato reggere al peso di pressioni e aspettative. Pressioni e aspettative che inevitabilmente crescono di pari passo con i traguardi raggiunti, mettendo a dura prova il carattere di chiunque.

Ma dato che non voglio apparire a tutti i costi una Cassandra, torno agli aspetti positivi mostrati da Andreeva a Dubai. Innanzitutto va sottolineata la notevole qualità del tennis mostrato. Che fosse una “piccola Hingis” lo hanno detto un po’ tutti già da parecchio tempo. E l’accostamento a Hingis viene spontaneo per la naturale sagacia tattica che dimostra nella costruzione dello scambio, per come alterna accelerazioni e rallentamenti, colpi in topspin e colpi slice. Ne avevo parlato lo scorso anno in un articolo tutto dedicato a lei; allora avevo anche sottolineato che forse, per il reggere il confronto con le giocatrici di vertice attuali, i suoi fondamentali erano ancora un po’ leggerini. A Dubai ha però dimostrato che dodici mesi non sono passati senza progressi.

Innanzitutto ha irrobustito il servizio: diverse volte con la prima ha sfiorato i 190 km/h, e ha cominciato a ottenere alcuni ace nei momenti più importanti dei match. Più di una volta è accaduto che sulla palla break da salvare se la sia cavata grazie a un ace o un servizio vincente. Ma anche il dritto ha retto il confronto con le più forti senza troppe sofferenze. Per quanto riguarda il rovescio, invece, poco da dire: era già efficacissimo in passato, e a Dubai ha spesso fatto la differenza.

Chiudo sottolineando la qualità di un colpo in particolare: il rovescio lungolinea. Che fosse di livello superiore era apparso evidente sin dai suoi esordi, e a Dubai lo ha confermato una volta di più. Sembra di essere tornati ai tempi di Jelena Jankovic, altra giocatrice che nelle sue migliori stagioni lo eseguiva con pulizia e controllo assoluti. Mirra colpisce il rovescio lungolinea con tale eleganza e sicurezza che non le crea problemi nemmeno quando deve utilizzarlo come passante; anzi, se possibile, con l’avversaria a rete, la difficoltà della situazione la rende ancora più attenta ed efficace. Non penso di esagerare: considerando anche l’altissima percentuale di riuscita, secondo me in questo momento Andreeva possiede il miglior passante lungolinea di rovescio dell’intero circuito WTA.

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TAGGED:Amanda AnisimovaMirra Andreevawta doha 2025wta dubai 2025
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