Vincendo lo scorso sabato il Dubai Duty Free Championships, Mirra Andreeva non ha solo rotto il ghiaccio in termini di titoli Master 1000, divenendo la più giovane giocatrice capace di vincerne uno dal 2009, da quando cioè è stato introdotto il formato, ma ha anche colpito profondamente un attento osservatore di cose tennistiche quale è Andy Roddick. Nell’ultima puntata del podcast Served, l’ex campione statunitense affronta l’argomento delle stelle nascenti approcciandolo con un parallelo tra i successi recentissimi di Joao Fonseca (Buenos Aires), Amanda Anisimova (Qatar Open) e appunto Andreeva.
“Non c’è una regola nella crescita dei talenti” – afferma Andy – “Fonseca e Andreeva si sono imposti prestissimo, mentre Anisimova si è addirittura allontanata da giovanissima per poi rientrare ed imporsi. Abbiamo visto Jessica Pegula giocare il suo miglior tennis dopo i 27 anni. Questo detto però, Mirra Andreeva diventerà la numero uno del mondo”. Roddick lo afferma dopo averla vista più volte durante la settimana di Dubai.
“Gioca benissimo e mostra di possedere una abilità che non era richiesta circa venticinque anni fa: quella di cambiare direzione nello scambio molto presto. Serve già bene e potrà solo migliorare, ha una intelligenza in campo decisamente superiore alle atlete della sua età, e Conchita Martinez ha in questo svolto un lavoro incredibile: Mirra ha già preso confidenza in alcuni aspetti del gioco che uno scemo come me ha imparato molto dopo”.
Roddick è ironicamente modesto ma la non ancora diciottenne (lo sarà dal prossimo 29 aprile), e quindi troppo giovane per avere un conto corrente, tennista nata a Krasnojarsk dimostra davvero innata saggezza quando dichiara, poco dopo la vittoria su Clara Tauson, che “vittoria, salute e un posto nella top ten sono quanto ho sempre desiderato. Mio padre gestirà il denaro vinto (597.000 dollari) perché io sono ancora troppo piccola… quindi chiedete a lui come verranno spesi quei soldi, spero mi lascino qualcosa per le patatine e la coca-cola…”.
La neo-numero nove del ranking continua professando confidenza con il microfono ed equilibrio: “Ho raggiunto l’obbiettivo che mi ero prefissato a fine stagione, quindi devo trovarne uno nuovo. Chiaramente più si sale in questo senso e più sono lenti i progressi successivi: potrei vincere un torneo e raggiungere la posizione numero otto, poi un altro e magari rimanere ferma. In ogni caso ora punto alla top 5; sono curiosa di capire se sarò capace di arrivarci così presto”.
Chi probabilmente ci scommetterebbe è senza dubbio Andy, certo tutt’altro che “scemo”, soprattutto in questioni tennistiche. “avevo un dubbio” – prosegue il campione dello US Open 2003 – “su di lei: fisicamente non mi sembra un fenomeno come Jennifer Capriati o come le sorelle Williams. Credevo che rischiasse di rimanere travolta dal palleggio aggressivo di Sabalenka o Swiatek. Per fare un paragone non troppo addietro nel tempo a me ricorda più Martina Hingis, che ha brillato ma ha finito per essere sopraffatta. Mi chiedevo se sarebbe stata capace di costruire un ritmo di gioco utile a non essere bullizzata dalle grandi colpitrici. Ebbene, Mirra ha già sconfitto le prime due tenniste della classifica!”.
Roddick riconosce verso il termine del video di essere stato un tantino iperbolico, ma aggiunge: “Una particolarità che mi ha impressionato di lei è la sua abilità nel muoversi contro il movimento della sua avversaria. Legge magnificamente la situazione e le mosse della rivale, i suoi colpi sono più efficaci e la percentuale di rischio degli stessi cala. In questo Conchita Martinez è strepitosa”. Jon Wertheim interviene e si lancia in un paragone anch’esso vagamente iperbolico: “In un’altra vita, se fossi un gangster vorrei l’avvocato di Sinner e se fossi un tennista professionista vorrei Martinez come coach…”. In attesa di vedere Wertheim in gessato anni Trenta, Andy le ha lanciato la volata verso la top 5, magari anche prima di novembre.
