Se ci si dovesse porre quesiti sull’astratto – e complesso – concetto di felicità, basterebbe chiedere delucidazioni al signor Stefanos Tsitsipas, che, sdraiandosi sul cemento blu di Dubai nell’emblematico istante del trionfo, con gli occhi fissi al cielo, si è disegnato sul volto un sorriso autentico, sprizzante di gioia, e difficilmente dimenticabile, tornando a sperimentare una sensazione che mancava da sin troppo tempo.
Le pessime prestazioni degli ultimi mesi e le emozioni negative che hanno sovente pervaso il gioco del greco, sono sparite nella magica settimana passata nella capitale degli Emirati Arabi, dove Tsitsipas ha ritrovato una sinergia inaudita con i propri colpi, mostrando al mondo del tennis e ai propri avversari una versione di sé stesso che non si vedeva da quasi un biennio. Se i primi turni a Dubai sono abbastanza convincenti, dai quarti di finale in poi (match con Berrettini), Stefanos pare ingranare un’altra marcia rispetto ai contendenti: ritmo devastante, ottima gestione dei punti nei momenti clou, e jolly continui pescati nei pressi della rete, grazie a una sensibilità di tocco fuori dal comune. Diventa vittima sacrificale di Tstsi anche Felix Auger-Aliassime, che dopo un opaco primo set nella finale di Dubai, ha espresso un tennis di livello considerevole, chiedendo più del dovuto al proprio repertorio per tentare di stanare un greco che proprio non voleva saperne di cedere un solo centimetro al numero 21 della classifica.
Analizzare l’attuale situazione del nativo di Atene diviene parecchio complicato, alla luce dell’illogica trasformazione subita da una settimana ad un’altra, dopo mesi e mesi passati a rantolare nel buio, alla ricerca di una brillantezza tecnica che ha riscoperto soltanto tra le sponde del Golfo Persico. Tsitsipas è riuscito a ritrovare una finale che mancava dal Barcelona Open 2024, dove consegnò repentinamente il titolo a Casper Ruud, battuto appena sette giorni prima nel prestigiosissimo Master 1000 di Monte-Carlo. Al termine di quelle due gloriose settimane, l’illusione del suo definitivo ritorno a grandi livelli si rivelò invece un bluff, con un’estate assolutamente da dimenticare per il greco.
Sono diversi i cambiamenti subiti dall’ecosistema tennistico di Tsitsipas nell’ultimo anno, in primis, senza dubbio, l’interruzione del rapporto professionale col padre Apostolos – arrivato ormai ai ferri corti – e negli ultimi giorni anche il cambio di racchetta – ancora “in incognito” – che sembra aver portato una positiva ventata di “novità”, entusiasmante per il suo gioco e più consona – a suo dire – a quella che è l’evoluzione del tennis moderno e alle nuove condizioni dei campi e delle palline. Riuscirà il greco a confermarsi nelle prossime uscite? O sarà soltanto un abbaglio durato una settimana?
