[1] A. Sabalenka b. [5] M. Keys 6-0 6-1
Il cuore le grondava ancora un forte senso di incompiutezza, quella finale di Melbourne una cicatrice che non si rimarginerà in breve tempo. Ebbene, Aryna Sabalenka non soltanto si è presa la rivincita ma ha deciso di esagerare concedendo appena un mero game in 51 minuti di mattanza sportiva ad una Madison Keys mai entrata in partita: 6-0 6-1, per un totale di 55 punti vinti a fronte dei 27 americani (29-13, 26-14).
La versione della statunitense presentatasi sul centrale del BNP Paribas Open 2025 è stata una lontanissima parente di colei che trionfò ai danni della bielorussa nella finalissima del primo Slam della stagione. Una Madison in gravi difficoltà fisiche, letteralmente bloccata negli arti inferiori che di conseguenza ne hanno compromesso la mobilità e la corretta ricerca di palla: dal lato del dritto non è mai riuscita a colpire in anticipo salendo con il peso del corpo sulla palla, ma l’ha sempre aspettata finendo per sbagliare in rete con frequenza preoccupante. Con il rovescio, invece, non ha mai avuto controllo perdendolo sistematicamente in lunghezza.
Al contrario, la numero 1 WTA per quanto aiutata dalla prova sottotono della rivale ha dimostrato una rullante prestazione in risposta (contro un’avversaria comunque capace di chiudere l’incontro avendo tenuto il 75% di prime in campo) e soprattutto i passi da giganti che ha compiuto in termini di evoluzione tecnica nelle ultime stagioni: trasformandosi da picchiatrice scriteriata con poco senno logico, insomma una straordinaria colpitrice ma non una grandissima giocatrice di tennis, ad un tennista in grado sì di far leva sulla propria potenza di fuoco ma allo stesso di saperla usare con maggiore variazioni di effetti, traiettorie, rotazioni e angoli (in particolare quelli stretti). Non più un boom boom semi piatto in cui una sta dentro e quella dopo finisce in tribuna, ma una monoposto da gran-premio dove però la power unit si utilizza non sempre e con più raziocinio strategico.
Per Aryna, quella contro Mirra Andreeva sarà la trentaquattresima finale della carriera (18-15 il bilancio), l’ottava nei WTA 1000, la terza del 2025 dopo Brisbane e Melbourne. Arriva all’ultimo atto senza aver perso neppure un set, eguagliato il miglior risultato nel torneo già raggiunto nel 2023 con la sconfitta contro Rybakina. Si interrompe invece a 16 la striscia immacolata di vittorie in fila di Maddy, senza conoscere sconfitta, dopo i titoli a Adelaide e all’Australian Open.
Primo Set: Keys è svuotata, l’assolo di Sabalenka è senza freni
Inizio tramortente di Aryna Sabalenka che parte fortissimo andando avanti 3-0 “leggero”. Anche se il punteggio non è completamente veritiero di quanto visto in campo, con Keys in grado si arrampicarsi a 30 in tutti e tre i giochi.
L’avvio della bielorussa è piuttosto tonico: specialmente in risposta, quando Madison è costretta a giocare le sue seconde che ribalzano decisamente alte, la numero 1 è pronta ad asfaltare. Questa seconda semifinale è totalmente differente rispetto ad Andreeva-Swiatek, si parla di due pesi massimi dalle cilindrate fotoniche che esprimono un tennis molto più elementare nella proposta esecutiva con meno variazioni interessanti di natura tattica. Un tennis ridotto all’osso, dove si cerca sistematicamente l’uno-due, dove si va a caccia del vincente immediato.
L’ingresso in campo della statunitense non si può dire sia stato negativo, ma comunque gli errori sono superiori ai colpi che ricadono all’interno delle linee. Nel quarto gioco, la campionessa di Melbourne si procura 4 chances per sbloccarsi ma la ribattuta da Minsk è tirata lucido in maniera straripante: Aryna le ridà sempre una palla profondissima negli ultimi millimetri di campo, in modo tale da poter prendere subito in mano lo scambio mandando l’avversaria a giocare in difesa – di certo non il suo forte – sulla scritta Indian W. Oltretutto al servizio per ora il rendimento è di fatto opposto (i miglioramenti in battuta a stelle e strisce si erano invece ammirati consistentemente in Australia dopo aver implementato il foot-up). Si spiega così l’assolo che in 21 minuti porta Sabalenka sul 5-0. Ancora 3 minuti e siamo 6-0 in 24 minuti.
Secondo Set: proprio sul finale, Madison evita il doppio bagel ringraziando il cielo. Sabalenka devastante sfrutta una Keys ferma sulle gambe
Madison appare vuota emotivamente, inoltre sta facendo molta fatica a trovare la giusta distanza dalla palla al momento della preparazione: difatti sono tanti i gratuiti in rete, proprio perché manca un passo nella ricerca di palla. In circostanze diverse, altre giocatrici per mettersi in partita cercherebbero di prendersi un po’ di margine in più per ritrovare fiducia e fluidità nei colpi. Non Keys, l’americana se è possibile comincia a tirare ancora più forte. Scrollatasi di dosso la ruggine, finalmente le sbracciate cominciano a starle dentro ma sulla prima palla break del suo match ritorna il gratuito a metà rete. Tuttavia, per la prima volta qualche spiraglio – in forma di alcune seconde che si sono palesate – le bielorussa l’ha concessi.
Il problema per la n° 5 al mondo, rispetto ad esempio all’Australia, è che la mobilità è di gran lunga differente. Inoltre, non sembra ora come ora avere una reazione quantomeno di nervi, punta nell’orgoglio. Sabalenka non rallenta, anzi mette il pilota automatico e il risultato è il seguente: 8-0 di parziale e break anche nel secondo.
L’esperta giocatrice statunitense cambia racchetta, cercando magari un tensione diversa dell’attrezzo perché adesso le stanno scappano i colpi quasi tutti in lunghezza. Per quanto però la trentenne di Rock Island sia in palese sbandamento, la ventiseienne di Minsk sta spolverando le righe con una precisione abbinata alla potenza che creano un connubio devastante.
Prima che si rientri negli spogliatoi, Madison riesce a togliere quel maledetto zero dalla sua casella ma ovviamente poco cambia nella sostanza: Keys ringrazia il cielo per averle evitato il duplice bagel ed esce sconfitta 6-0 6-1 in meno di un’ora. La tre volte campionessa Major si porta così 5-2 nel computo degli scontri diretti.