Alexander Zverev approda a Montecarlo, dove è pronto a riscattare un cupo inverno, magro di risultati, che lo hanno stallato nella seconda posizione del ranking mondiale, senza cogliere l’occasione della prolungata assenza del numero uno, Jannik Sinner. La terra rossa chiama e, nonostante il Principato non sia mai stato il terreno fertile di Sascha – la semifinale è il massimo risultato ottenuto qui – quest’ultimo è obbligato a scuotere la critica situazione degli ultimi mesi, avvicinandosi al periodo per lui più complicato, nel quale difenderà le pesanti cambiali di Roma e Parigi.
Nella splendida cornice di Montecarlo, La Repubblica ha intervistato il teutonico, che si è espresso apertamente sul confronto con Sinner – a proposito del suo ritorno in campo -, avversario di quella “maledetta” finale di Melbourne, dalla quale Zverev sembra essersi spento, portando con sé gli strascichi di un rammarico troppo grande da digerire. “E’ stata molto dura, dopo Melbourne – ha confessato il tedesco – sono andato a giocare in America Latina, però mi sono portato dietro quella delusione. E tanta fatica. Avrei voluto riposare, ma gli affari sono affari: il tennis è il mio lavoro, gli appuntamenti erano programmati da tempo e non potevo tirarmi indietro. Intendiamoci, posti e pubblico eccezionali. Però a volte stai meglio a casa”.
La finale dell’Australian Open 2025, proprio contro Zverev, è stata l’ultima volta in cui abbiamo visto all’opera la punta di diamante dell’Italtennis, pronto a riprendere ufficialmente gli allenamenti a partire dal 14 aprile, in vista del suo attesissimo ritorno al Foro Italico. Ma in che condizione troveremo il numero uno al mondo? Sarà ancora stratosferico, come in quella storica domenica di gennaio? Secondo Sascha… “Più forte di prima credo sia impossibile: ha cominciato la stagione come l’aveva chiusa, da numero 1. Tre mesi di stop, e non per infortunio, attenzione, sono tutto sommato pochi. Ha potuto ricaricare le pile e si è allenato nei dettagli, perfezionando colpi e movimenti. Gli basterà pochissimo per tornare al livello di Melbourne“.
Per Zverev, insidiare il primato è ormai praticamente impossibile, a causa degli insoddisfacenti risultati ottenuti, e di un Sinner quasi pronto ad uscire dai box. Il tedesco, però, guarda avanti e punta a massimizzare la stagione su terra rossa, dove sarà costretto a difendere un’ingente somma di punti tra Roma e Parigi, convivendo con la fobia dello Slam mancante, del quale però, momentaneamente non sembra curarsi più di tanto, dichiarando con un sorriso: “Io ho paura, un pochino, solo dei ragni” quando gli è stato chiesto se avesse paura della maledizione-Slam. O forse chissà, anche dei suoi inseguitori, in particolare di Carlitos Alcaraz, che potrebbe soffiargli via il secondo posto in classifica: “Lo scorso anno è stato un po’, come dire, strano: nella seconda parte ho giocato in maniera orribile, Alcaraz ha avuto degli alti e bassi mentre Jannik è stato costante: ma siamo lì, insieme a Djokovic. Basta poco per cambiare gli equilibri“.
Sascha si concentra sulla prestigiosa tappa del Principato, dove ha ritrovato l’aria di casa e l’affetto della propria famiglia, ma non può fare a meno di allungare lo sguardo verso la Capitale italiana, tanto amata dal teutonico, vincitore per ben due volte (2017, 2014) degli Internazionali d’Italia. “Sono stato il più giovane tennista di questo secolo, dopo Nadal, a vincere gli Internazionali, ce l’ho fatta di nuovo l’anno passato. Resto concentrato soprattutto sul Roland Garros, ma Roma è uno dei miei obiettivi della stagione“. Il numero due del mondo, tra le bellezze capitoline, sogna le vendetta perfetta contro il padrone di casa, che a Melbourne, non gli diede modo di schiodarlo dalla comfort zone: “Se lo affronterò (Sinner, ndr), sarà naturalmente in finale. E vediamo cosa accade, questa volta: mi piacerebbe affrontarlo, sarà molto interessante“.
Per finire, la medaglia d’Oro Olimpica di Tokyo 2020, ha parlato del prorompente ingresso nel circuito dei nuovi talenti, estremamente pericolosi ed affamati, e pronti a spodestare l’élite, che secondo il tedesco, è salda ed intangibile: “Complimenti ai nuovi talenti, ma al momento siamo in quattro a giocare un tennis di un altro livello: Sinner, il sottoscritto, che è pur sempre secondo nel ranking, Alcaraz e Djokovic. Tutti molto competitivi. Credo che saremo protagonisti anche nel 2025: e che questo sarà un anno più equilibrato dei precedenti. Sarebbe un errore fermarsi al 2024, sono successe troppe cose “strane”, i valori sono altri: ma l’ho già detto, vero?“.