M.Arnaldi b. F. Tiafoe 6-3 7-5
Sealed in style ✨@mattearnalds overcomes Tiafoe 6-3 7-5 for his second Masters 1000 QF!#MMOpen pic.twitter.com/XDkHhh5E8V
— Tennis TV (@TennisTV) April 30, 2025
Certe volte non è soltanto una questione di risultato che comunque resta, secondo alcune visioni l’unica cosa che realmente conta; alle volte è importante analizzare come si vincono le partite e quello visto è stato, senza dubbio, uno dei migliori Arnaldi della stagione, che ha battuto Tiafoe 6-3 7-5. L’azzurro ha giocato una partita tatticamente impeccabile, facendo praticamente tutto nel modo giusto. Ha saputo unire efficacia e lucidità, dimostrando – ancora una volta – il proprio valore in un contesto non banale come quello della terra rossa, una superficie che, per sua natura, non perdona chi ha fretta. E infatti non è bastata a Tiafoe la potenza né la forza bruta: per venirne a capo serviva pazienza, quella che invece ha avuto Arnaldi, capace di spostare l’americano da una parte all’altra del campo, manovrando con intelligenza fino alla costruzione del punto. La pazienza, sulla terra, non è un dettaglio: è un’arma, e oggi l’italiano l’ha maneggiata con una maturità che sorprende solo chi non lo segue da vicino. Adesso attende Jack Draper con la consapevolezza di chi ha appena apposto il sugello alla migliore versione di se stesso.
Primo set: Arnaldi gestisce bene i momenti chiave
Il match prende avvio in un clima di sostanziale equilibrio. Arnaldi, con la consueta regolarità da metronomo, impone il proprio ritmo sin dai primi scambi: la sua solidità da fondo si esalta su una superficie come la terra battuta, che valorizza il suo gioco ordinato e preciso. Dall’altra parte, Tiafoe cerca di spezzare questo equilibrio con una strategia opposta: colpi piatti e profondi, dritti esplosivi e cambi di ritmo improvvisi, nel tentativo di togliere tempo all’azzurro e uscire dallo scambio lineare. La sfida resta in bilico fino al 3-2 Arnaldi, ma è nel sesto game che si apre il primo vero spiraglio per l’azzurro.
Arrivano infatti le prime palle break dell’incontro: due chance consecutive per Arnaldi, che gestisce il momento con calma. Tiafoe annulla la prima con un ace centrale, ma sulla seconda è lui stesso a inciampare con un errore gratuito in rete, consegnando il break all’italiano. Arnaldi sale così 4-2 e prende un primo vantaggio concreto nel set. È nel game successivo che l’azzurro dà una dimostrazione di maturità: con una contro-smorzata eseguita alla perfezione, si assicura il game e conferma il break, volando 5-2.
Tiafoe, tuttavia, non si arrende: tiene agevolmente il turno di battuta e si prepara a giocarsi il tutto per tutto nell’ultimo game del set. Arnaldi accusa un leggero calo al servizio e fatica a trovare la prima: Tiafoe ne approfitta e si procura due palle break. La prima viene salvata con un preciso rovescio incrociato, la seconda con una rara ma decisiva prima di servizio all’incrocio delle righe. Arnaldi si guadagna quindi un set point, che Tiafoe annulla con un bel passante in corsa. Il nono game si trasforma in una battaglia mentale e tecnica, con continui capovolgimenti: altra palla break per Tiafoe, cancellata con un passante millimetrico, poi nuova palla set per Arnaldi, che stavolta chiude con una prima solida e profonda.
Il set si chiude 6-3 per l’azzurro, che vince un vero braccio di ferro. È la conferma di un Arnaldi sempre più capace di reggere i momenti delicati, anche contro un avversario dal potenziale esplosivo come l’americano.
Secondo set. Arnaldi si fa beffare, ma poi chiude
Il secondo set si apre sulla scia del primo: equilibrio, intensità, e la sensazione che ogni punto possa cambiare l’inerzia. La prima crepa arriva nel quarto game, un piccolo film nel film che ricorda da vicino il nono game del primo parziale: ribaltamenti di fronte, tensione palpabile e Arnaldi costretto a salvare due palle break. Lo fa con coraggio, aggrappandosi al servizio e chiudendo poi con un rovescio incrociato millimetrico che ricaccia indietro Tiafoe e riporta il punteggio sul 2-2. Ma è nel settimo game – quello che nel gergo del tennis viene spesso chiamato “crucial game” – che il sanremese piazza l’allungo. Risponde con profondità, prende il comando dello scambio e costringe l’americano all’errore su un dritto carico di top: 4-3 e servizio, con la chance di mettere una seria ipoteca sul match.
Missione che Arnaldi porta a termine con lucidità. Spinge con il dritto dopo aver aperto il campo col rovescio, entra spesso dentro il campo e dà la sensazione di essere lui a decidere tempi e geometrie. Il risultato è un game perfetto che vale il 5-3. Ma Tiafoe non si arrende: spinge forte in risposta, conquista due palle break e riesce a concretizzare la seconda – la sesta in tutto il match – grazie a una discesa a rete ben giocata. Il problema per Arnaldi è la prima di servizio che comincia a disertare, con percentuali pericolosamente vicine al 50%. Il controbreak riporta tutto in equilibrio: 5-5 e partita che torna apertissima.
Arnaldi, però, non è tipo da lasciarsi scuotere: rientra subito in campo con aggressività, vola 0-40 e chiude il game alla seconda occasione utile. Lo fa come sempre: allungando lo scambio, costringendo Tiafoe alla corsa disperata, fino a portarlo fuori giri. Break pesantissimo che vale il 6-5. Alla battuta per chiudere, parte male – sotto 0-30 per la quinta volta nel match – ma si ricompone con freddezza e trova il modo di risalire, chiudendo alla prima occasione utile. Finisce 6-3 7-5 in un’ora e trentotto di tennis solido, maturo e coraggioso.