Casper Ruud era chiamato forse all’incontro più difficile della giornata, nel momento della stagione in cui sa di dover essere protagonista per conquistare quei punti che gli serviranno per mantenere posizioni alte nella classifica a fine anno. È il momento della stagione in cui Casper deve spingere, lasciare il segno su una superficie che per sua natura è predisposta a farlo. Ha vinto il norvegese: battuto 7-5 6-4 uno di quelli che era considerato tra i protagonisti a Madrid, quel Taylor Fritz che difendeva i galloni da semifinalista da difendere appesi al bavero dell’alta uniforme madrilena. Un match condotto con grande lucidità tattica, sfruttando ogni minima incertezza dell’americano, meno centrato rispetto ai suoi giorni migliori, ma comunque ostico fino all’ultimo.
“Sì, direi che ho giocato con uno scopo preciso”, ha spiegato Ruud in conferenza stampa. “Contro Taylor sapevo che sarebbe stata dura. Con l’altitudine la palla viaggia veloce nell’aria, lui serve forte, ti toglie tempo e trovare il ritmo non è semplice”.
“È stato semifinalista qui lo scorso anno”, ha ricordato il norvegese, “quindi è evidente che si trovi bene in queste condizioni. Non è facile rispondere quando serve così bene, non arrivi su tutte le risposte. Ho cercato di fare del mio meglio per neutralizzare il servizio e da lì giocare un buon tennis da terra battuta”.
Ruud è riuscito a imbrigliare la potenza del californiano, soprattutto alla risposta, uno dei fondamentali più ostici contro un big server come Fritz. Fondamentale in questo senso è stata la scelta di spingere con il rovescio lungo linea, colpo che spesso ha sorpreso l’avversario spiazzandolo.
“Penso che la chiave oggi sia stato il rovescio, e in particolare il rovescio lungo linea”, ha dichiarato con soddisfazione. “L’ho usato in modo intelligente, l’ho sorpreso. In certi momenti sembrava proprio che lo prendessi controtempo, e questo è stato parte di un buon piano tattico”.
Una vittoria non solo importante in ottica classifica, ma anche simbolica, considerando le difficoltà recenti del norvegese nelle sue ultime uscite: “Negli ultimi grandi tornei ho faticato a mettere insieme diverse vittorie di fila”, ha ammesso con onestà. “Qui a Madrid ne ho già vinte tre, è un segnale incoraggiante. Ogni partita è importante, soprattutto quando affronti avversari diretti per le posizioni alte del ranking. Vincere contro uno come Taylor dà fiducia”.
Ora l’ostacolo è Daniil Medvedev, un cliente scomodo ovunque, anche sulla terra. Ruud però guarda avanti con il giusto mix di rispetto e ambizione.
“Non abbiamo mai giocato su questa superficie”, ha spiegato. “Mi ha battuto sull’erba e sul cemento, quindi stavolta cercherò di sfruttare il vantaggio del rosso. Ma Daniil è uno da non sottovalutare, nemmeno su questa superficie: ha vinto Roma, sa adattarsi”.
“Se è nella giornata giusta”, ha aggiunto Ruud, “è un osso duro ovunque. Io cercherò solo di recuperare bene e farmi trovare pronto per giovedì”.