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Challenger

Piemonte Open, subito sconfitti Cinà e Vasamì. Bene Arnaboldi, Gigante deve arrendersi a Bublik, fra le urla degli scommettitori

Primo giorno di tabellone principale al Piemonte Open Intesa SanPaolo, superchallenger 175 di Torino

Last updated: 14/05/2025 19:45
By Roman Bongiorno Published 14/05/2025
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13 Min Read
Federico Cinà - Roma 2025 (foto Francesca Micheli, Ubitennis)
Federico Cinà - Roma 2025 (foto Francesca Micheli, Ubitennis)


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Prima giornata di grandissimo tennis al Piemonte Open Intesa San Paolo, fra i challenger di maggior prestigio dell’intero circuito.
Tanti italiani in campo, ma poche vittorie: perdono Vasamì, Cinà e Gigante nel tabellone principale, Carboni, Brancaccio e Napolitano nelle qualificazioni. Unica vittoria nel main draw è quella di Arnaboldi, autore di una gran prova col giovane Quinn.

C. H. Tseng b. [WC] J. Vasami 6-3 6-2

Numero 9 del mondo nella classifica juniores, Jacopo Vasami scende in campo a Torino grazie alla wildcard riservatagli dall’organizzazione del torneo.
Non fortunatissimo nel sorteggio, il giovane azzurro affronta il classe 2001 di Taipei, Tseng Chun-hsin, ex numero 1 del mondo under 18.
L’italiano è apparso capaci di grandi, grandissime, cose, ma ancora naturalmente discontinuo e falloso. Un tennis completo, capace di bel gioco da fondo, buona copertura sotto rete e ottima sensibilità. Un servizio potente, seppur ancora fin troppo altalenante. Rovescio forse il colpo dalle maggiori difficoltà, sempre poco profondo e lavorato.

Il più esperto dei due parte con grande decisione, non concedendo nulla al servizio e affrontando con grande aggressività il primo turno in risposta. Jacopo, dal bel gioco molto falloso, si dimostra fin da subito in grado di giocare il proprio miglior tennis nei momenti di maggior tensione. Dopo due doppi falli consecutivi salva la prima palla break comandando lo scambio e chiudendo con lo smash, una seconda con l’ace e una terza con una prima vincente a uscire. Al servizio, tanto discontinuo quanto in grado di battere più di una volta a 200 chilometri orari, spingendo in diversi momenti anche la seconda.
Dopo tre giochi l’italiano riesce a conquistare il primo quindici in risposta, ma nel game successivo è di nuovo costretto a difendere palle break: annulla la prima, serve a 190 la seconda e spara un perfetto dritto lungolinea vincente per salvare anche quella dopo. Alla terza, però, Vasami trema, serve una seconda interlocutoria, fin troppo, e Tseng spinge la risposta entrando in campo: altro break.
Jacopo continua a mostrare un bel tennis, completo, ma debole dal lato bimane: evidentemente consapevole della profondità che ancora gli manca sul rovescio, è costretto a girare intorno a palle complicate per colpire col mancino, lasciando scoperta l’altra metà di campo. Sotto 5-2, Infila altri due doppi falli consecutivi e, dopo esser comunque riuscito a difendere il servizio, non riesce a impensierire l’asiatico in risposta, chiudendo il set.

Nel secondo parziale le cose si complicano sin dai primi attimi: break in apertura e finale di partita che appare sempre più indirizzato. Nei game successivi l’azzurro non riesce mai a trovare spazio campo in risposta, soccombendo lentamente a un quasi perfetto Tseng. Le prime chance del suo match, finalmente, arrivano: nel sesto gioco sale, un po’ a sorpresa, sul 15-40, conquistando le prime due palle break della partita. Da quel momento, 7 punti consecutivi a favore Tseng, che conquista un altro break e va a servire per il match.
Dopo un’ora e quattordici minuti, vince Tseng, prossimo avversario della testa di serie numero 4 spagnola, Carballes Baena.

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F. Arnaboldi b. E. Quinn 2-6 6-2 7-5

Grande, grandissima partita di Francesco Arnaboldi, che domina in rimonta un Ethan Quinn condizionato da qualche problema fisico nel secondo set. L’azzurro, sul centrale di Torino, ha mostrato un tennis tanto brillante quanto vario, resistendo allo strabordante dritto dello statunitense.

A partire meglio è il più giovane dei due, che ottiene rapidamente il break in apertura e indirizza immediatamente l’andamento del primo set. L’azzurro non riesce a conquistare neanche un quindici in risposta nei due giochi successivi, non riuscendo a difendersi dall’aggressività in risposta dell’americano che conquista un secondo break. Arnaboldi cominci a mostrare qualche segnale di ripresa, tornado ad avere il controllo del dritto e variando qualche palla in più: nonostante gli sforzi, in risposta non riesce mai ad avvicinarsi a sufficienza, arrendendosi sei giochi a due ai 17 vincenti di Quinn

In avvio di secondo parziale l’andamento sembra il medesimo: Arnaboldi in difficoltà, l’americano continua a spingere e ottiene immediatamente la possibilità di andare avanti di un break. Questa volta l’azzurro riesce a difendersi e, nel game immediatamente successivo, trionfa in risposta alla prima chance creatasi. Avanti nel punteggio l’azzurro può sciogliere il braccio, ben gestendo il vantaggio e continuando a difendere alla perfezione le possibilità di rientro offerte all’avversario. Quinn crea, ma non concretizza, dando sempre più fiducia al numero 194 del mondo: al servizio per restare nel set, l’americano si spegne ancora, e regala il parziale al giocatore di casa.

Il terzo set è di grande equilibrio: il trattamento medico ricevuto dal giovane statunitense a fine secondo set sembra aver aiutato le sue condizioni, apparentemente ad ottimo livello. Quinn spinge furiosamente col dritto, faticando, però, a rincorrere le variazioni di un perfetto Arnaboldi, bravo a costringere alle più disperate corse il ragazzo numero 114 del mondo. Francesco trova per primo la via del break nel parziale decisivo, ma Quinn impiega poco a rimettere le cose in parità dopo aver difeso tre palle del doppio break nel gioco appena prima. Il servizio domina i game successivi, incanalando il match verso un giusto tiebreak. In battuta per arrivarci, però, Quinn trema ancora: scompare la prima, Arnaboldi ritrova i migliori appoggi in risposta e dopo un’ora e quattro minuti riesce a chiudere l’ultimo set.

J. M. Cerundolo b. [WC] F. Cinà 7-6(3) 6-4

Punteggio che non rende giustizia all’ottimo tennis mostrato dal giovanissimo Federico Cinà, battuto da un più esperto Juan Manuel Cerundolo.
L’azzurro, nonostante la giovane età, ha lottato su ogni quindici senza mai perdersi d’animo, provandoci fino all’ultimo punto. Lo score premia la concretezza e solidità dell’argentino, apparso sempre in controllo del proprio match.

Forse condizionato dal nervosismo d’inizio partita, l’azzurro scende in campo sbagliando tanto, trovando poca profondità col colpo bimane e mancando spesso il campo. Il sudamericano, dopo aver trovato il break, resta solido da fondo, gestisce alla meglio, concedendo pochissimo e servendo alla perfezione. Nell’ottavo gioco Cerundolo si disunisce, offrendo le prime palle break del suo match: annulla la prima, ma sulla seconda non può nulla. Ristabilita la parità e con l’inizio della pioggia, Federico sembra più sciolto e capace di restare con convinzione anche in scambi prolungati. Break e controbreak fra l’undicesimo e dodicesimo gioco, con l’italiano capace di annullare anche due setpoint in risposta. Il tiebreak, è dominio argentino: Cinà va subito sotto, recupera l’iniziale svantaggio, ma non riesce a restare aggrappato al suo avversario, che chiude dopo un’ora e quattro minuti.

Dopo una lunga pausa per pioggia, Federico sembra rientrare in campo molto più sciolto: ora il braccio viaggia a grandi velocità, il rovescio è profondo e solido, il dritto aggressivo e capace di mettere in grande difficoltà Cerundolo. Ben più offensivo rispetto al parziale precedente, Cinà dimostra tutto il proprio talento sotto rete, progredendo in perfetto modo dalla passività della riga di fondo, alla veemenza verticale.
Nonostante gli ottimi tentativi, però, è ancora una volta l’argentino ad avere le chance in risposta: Federico ne annulla due, ma alla terza non può nulla. Il break dopo il grande avvio sembra scrivere la parola fine sul match, apparentemente indirizzato. A sorpresa, nel settimo gioco, Cerundolo va nuovamente in confusione, costringendosi a giocare con la seconda e tornando a sbagliare tanto da fondo. L’italiano sfrutta l’unica occasiona creatosi, issandosi sul 4 pari. Ribaltata l’inerzia e aizzato dal pubblico di casa, di cui buona parte scommettitori, il giovane classe 2007 sembra in grado di risalire miracolosamente: dominando le diagonali e aggredendo il centro del campo, Cinà si costruisce altre due occasione di break, ma l’argentino è ancora bravo a non scomporsi. Alla fine, al servizio per restare nel match, l’azzurro non ne ha più: finisce al quarto matchpoint, dopo quasi due ore di grande lotta.

[8] A. Bublik b. M. Gigante 6-3 6-1

Match tanto rapido, quanto spettacolare, per innumerevoli motivi. Alexander Bublik domina in due set un comunque ottimo Matteo Gigante, mai in grado, nonostante il suo buon tennis, di impensierire il peso di palla del kazako. L’ex numero 17 è stato capace di incantare il centrale di Torino con velocità fuori dal normale, offrendo una prestazione rasente la perfezione.

L’inizio del match è più che equilibrato: nonostante l’evidente superiorità, Bublik si incarta su se stesso, errando tatticamente e peccando di concentrazione in momenti cruciali. Una palla break a testa nei primi sette giochi, entrambe ben annullate: bravissimo l’azzurro a resistere alla strapotenza del proprio avversario, facendosi forte di una velocità di piedi ben al di sopra della media. Nel gioco numero 8, però, l’italiano comincia a tentennare: palla break e Bublik serve per il set. Dopo aver scaraventato una palla fuori dallo stadio costringendo il giudice di sedia ad annunciare il warning, Gigante si arrende al primo set point, accumulando sempre più nervosismo.

Alla ripresa la rabbia non aiuta l’azzurro: break in apertura e Bublik in totale controllo. Forse per sfogare la propria frustrazione, GIgante urla a qualche tifoso del kazako “Vi state zitti voi li nell’angolo?“. I diretti interessati, sicuramente italiani e sicuramente scommettitori, non avevano, almeno fino a quel momento, superato il limite: nessun coro, nessun urlo a scambio in corso, nessuna esultanza su errori di Matteo. Comprensibile, però, che avere il tifo contro anche nei tornei giocati in casa propria, non sia piacevole.
Poco dopo, provando ad allungarsi su uno smash di Bublik, Gigante colpisce una giudice di linea, che piomba a terra priva di sensi. Dopo aver allertato la croce rossa presente e qualche attimo di paura, la ragazza si rialza senza troppi problemi e, dolorante, viene accompagnata fuori dal campo. “Ho visto tutto nero e mi sono sentita cadere a terra” racconterà al fisioterapista a bordo campo…
Il kazako non lascia che qualsiasi cosa condizioni il suo tennis, continuando a dominare ogni gioco e chiudendo 6 a 1 dopo appena un’ora di gioco.

Sugli altri campi

Carboni esce sconfitto in due set dal turno decisivo di qualificazioni con l’ucraino Prihodko, prossimo avversario di Fognini, mentre Fonio batte Sanchez Jover e guadagna l’accesso al main draw, dove affronterà Bu. Lo spagnolo, ripescato come lucky looser, prende il posto della testa di serie numero 4 Carballes Baena e affronta Tseng. Pellegrino domina Napolitano e prenota la sfida con Altmaier. Sachko supera Brancaccio in tre set, aspettando Spizzirri.
Collarini batte Huesler e avanza al secondo turno, dove troverà Flavio Cobolli.


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