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Opinioni

Roma, mai mischiare Sinner e l’acqua (non santa)

Storia di una giornata bagnata al Foro Italico che ha lasciato tanti spettatori con l'amaro in bocca

Last updated: 23/05/2025 5:33
By Vanni Gibertini Published 14/05/2025
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10 Min Read
Foro tialico sotto la pioggia - Roma 2023

La pioggia a Roma a metà maggio non è una sorpresa, e gli Internazionali BNL d’Italia si sono sempre trovati, edizione dopo edizione, a gestire in un modo o nell’altro i ritardi causati dagli scrosci primaverili che regolarmente martoriano la Capitale.

Siccome il tetto sul Centrale non è ancora arrivato (e chissà quanto altro tempo ci vorrà ancora per avere questo upgrade ingegneristico che ormai da decenni è nelle letterine di Natale della FITP e del CONI), ogni anno è la stessa solfa e la macchina organizzativa degli Internazionali ha certamente incorporato nelle proprie procedure operative la gestione del problema pioggia. Quello che però non hanno avuto il tempo di incorporare nelle procedure è la combinazione del “problema Sinner” con il problema pioggia.

Quest’anno martedì 13 era la giornata dedicata agli otto ottavi di finale del singolare maschile e a due quarti di finale del singolare femminile. I match WTA erano tutti programmati sul Centrale, uno come secondo diurno e uno come primo serale, mentre gli incontri di singolare maschile erano distribuiti sui tre campi principali (Centrale, GrandStand e SuperTennis Arena) con uno schema 3-3-2.

Il clou della giornata era, ovviamente, il match di Jannik Sinner, programmato come terzo della sessione diurna, dopo Alcaraz-Khachanov e il quarto femminile Paolini-Shnaider.

I primi due incontri sul centrale sono entrambi andati al terzo set: Alcaraz ha impiegato due ore e mezzo per avere ragione di Khachanov, Paolini ci ha messo solo cinque minuti in meno per piegare la talentuosa ragazza russa dopo un match da “roller coaster” (si sarebbe potuto dire “montagne russe”, ma c’erano gia troppi russi nella frase).

Proprio mentre Jasmine Paolini stava ringraziando il pubblico per il supporto durante la sua partita, il cielo romano ha aperto i rubinetti scatenando sul Foro Italico un fortissimo temporale con tanto di grandinata, sospendendo il programma della giornata.

Il gioco è rimasto sospeso per circa tre ore, fino intorno alle 19.30, con il programma che a quel momento prevedeva il match Sinner-Cerundolo, tecnicamente come ultimo match del programma diurno, e poi le due partite della sessione serale Svitolina-Stearns e Munar-Ruud, previste per le ore 19.

La soluzione più naturale sarebbe stata quella di dichiarare la sessione diurna terminata durante il nubifragio, che a un certo punto è divenuto chiaro non avrebbe permesso di ricominciare prima delle 19, e di far giocare Sinner-Cerundolo come primo incontro della sessione serale, seguito dal quarto femminile Svitolina-Stearns e con l’ottavo Munar-Ruud che avrebbe dovuto eventualmente trovare un’altra collocazione.

Tuttavia gli organizzatori probabilmente non se la sono sentita di dire ai detentori del biglietto diurno, che originariamente comprendeva il match di Sinner, che la loro chance di vedere il Messia del tennis italiano da pochi metri era svanita per colpa dello scroscio, e hanno fatto iniziare la partita del n. 1 del mondo contro il n. 1 di Argentina come parte della sessione diurna mezz’ora dopo l’orario previsto d’inizio della sessione serale.

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Ovviamente in quel momento gli spettatori che avevano acquistato il biglietto della sessione serale erano già arrivati al Foro Italico e volevano prendere posto sul Centrale, ma erano fermati dalla sicurezza perché i loro posti sul Centrale erano ancora occupati dagli spettatori della sessione diurna impegnati a guardare il match tra Sinner e Cerundolo. Inutile dire che ben presto la situazione si è fatta piuttosto animata, con ripetuti tentativi di “imbucata” da parte di chi era al di fuori del Centrale e riteneva di essere stato defraudato di un proprio diritto, peraltro pagato a caro prezzo.

Alla fine il match di Sinner è terminato alle 21.47, seguito da circa una mezz’ora per il cambio di sessione: è stato necessario svuotare il Centrale per poi riempirlo nuovamente con gli spettatori della sessione serale, con un pensiero alla nuova regola in vigore da quest’anno che impedisce di iniziare un incontro dopo le 23 (a meno di una serie di eccezioni che possono essere stabilite di volta in volta da giudice arbitro e giocatori).

Svitolina-Stearns è iniziata alle 22.17, e verso le 22.50, a dieci minuti dal limite regolamentare, Ruud e Munar si sono accordati per rimandare il loro incontro al giorno dopo invece di scendere in campo sul Pietrangeli che nel frattempo si era liberato.

Errore organizzativo o sfortuna?

Chiaramente è molto facile emettere giudizi a posteriori su queste situazioni e dal comfort della propria poltrona, senza dover gestire tutte le pressioni cui sono sottoposti gli organizzatori: le richieste dei giocatori, le esigenze televisive, il pubblico che ha comprato biglietti, tutte le ricadute organizzative (la gestione di arbitri, raccattapalle, servizi di cancelleria, sicurezza, trasporti, etc…), Davvero non è semplice, e molto spesso è difficile sapere quali sono i veri “driver” delle decisioni, ovvero quali sono le forze che alla fine fanno pendere l’ago della bilancia.

Però la scelta di far giocare Sinner davanti al pubblico diurno o a quello serale è stata davvero una semplice scelta “politica”: non c’erano altri effetti collaterali, se non una possibile “rivolta” degli spettatori presenti fin dal primo mattino. Il funzionamento della macchina organizzativa, televisione compresa, è sostanzialmente indipendente da quali spettatori fossero presenti sulle tribune. Certo gli ospiti degli sponsor hanno avuto molto più tempo per finire la cena negli stand dell’ospitalità, ma il match serale era comunque programmato per le 19, cioè 30 minuti prima dell’inizio della partita di Sinner, sarebbero stati sicuramente pronti.

Almeno in superficie, pareva logico far terminare in anticipo la sessione diurna: gli spettatori del Centrale avevano già avuto due match molto combattuti, quello di Alcaraz e Khachanov, finito 7-5 al terzo, e quello di Jasmine Paolini e Diana Shnaider, con la rimonta della giocatrice toscana da 6-7 0-4. In qualunque altra situazione questo programma diurno avrebbe potuto essere considerato sufficiente. Ma c’era Sinner.

Sinner sposta tutti gli equilibri, è il motivo per cui tanti seguono il tennis e hanno deciso di andare al Foro Italico. Almeno sulla carta, perché la programmazione di ogni giornata viene resa noto meno di 24 ore prima, per cui è probabile che solo una parte molto piccola degli spettatori avessero comprato il biglietto appositamente per Sinner sapendo che il suo incontro sarebbe stato il terzo della sessione diurna. Ma tant’è.

La decisione di far giocare il match Sinner-Cerundolo come parte della sessione serale avrebbe probabilmente fatto inalberare qualche migliaio di spettatori “diurni” che però non avrebbero avuto troppi argomenti per giustificare il loro disappunto: i biglietti vengono venduti a sessione, non per lo specifico incontro, non esiste alcuna “promessa” che si vedrà un giocatore piuttosto che un altro. Invece sono stati fatti inalberare diverse migliaia di spettatori “serali” che invece avevano tutti i motivi di inalberarsi. “O vendono gli incontri specifici, o vendono le fasce orarie” ci ha detto uno spettatore con il biglietto serale costretto ad attendere oltre due ore fuori dal Centrale. “Il match di Sinner si è giocato nella fascia oraria che avevamo comprato noi, ma hanno deciso di darlo ai diurni lasciandoci qui fuori ad aspettare. Ora ci rimarranno degli incontri del cavolo che finiranno alle tre del mattino”.

Difficile dar loro torto, anche se il fato ha voluto che l’unico match effettivamente proposto in sessione serale, Svitolina-Stearns, sia almeno andato al terzo set, dopo che Stearns aveva rischiato di arrivare sul 6-2, 5-2 in poco più di un’ora di gioco prima di subire una sequenza di sette giochi consecutivi, riprendersi dopo un medical time-out e poi imporsi al tie-break del terzo set finendo poco prima dell’una del mattino.

Difficile anche capire il motivo della scelta dell’organizzazione: magari c’è, ed è pure valido, ma non è immediatamente ovvio, e sarebbe davvero opportuno spiegarlo a quegli spettatori che martedì sera inevitabilmente sono andati a casa con un sapore amaro in bocca.


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