Nel corso di questo folle viaggio che noi chiamiamo “vita”, sono gli episodi a sovvertire l’ordine prestabilito, cambiando repentinamente il destino e proiettandoci in uno status differente, che può essere più o meno gratificante. Gli inglesi, grandi amanti della sintesi, utilizzano il detto “from zero to hero” – o viceversa – indicando una situazione in cui si passa dall’essere impopolare, ad una condizione opposta. Ciò non arriva con uno schiocco di dita, ma è frutto di un duro lavoro, di rinunce, di sacrifici e di tanta passione. Il 17 maggio 2025 il campo centrale del Foro Italico ha celebrato il trionfo di Jasmine Paolini, diventata la seconda azzurra dell’Era Open a conquistare gli Internazionali d’Italia, 40 anni dopo Raffaella Reggi. Nessuna esultanza sregolata, soltanto un semplice e spontaneo sorriso che racchiude la leggerezza e la gioia di un’atleta capace di sollevare il glorioso trofeo del Masters 1000 di Roma, dinanzi a diecimila connazionali che bramavano la sua vittoria.
L’espressione anglosassone citata in precedenza, non testimonia soltanto il progresso – o il regresso – effettuato da un determinato individuo, ma si focalizza anche su chi sta intorno, descrivendo quanto facilmente l’uomo cambi idea o pensiero sulla base di una singola prestazione, di un gesto o di un’azione di qualcun altro. Per questo si passa da essere “Zero” ad “Hero” in una frazione di secondo.
Il primo trimestre del 2025 di Jasmine Paolini ha sollevato aspre critiche sul suo conto, ridimensionando la giocatrice che soltanto sei mesi or sono aveva riportato il tennis tricolore sul tetto del mondo, raggiungendo due finali Slam consecutive, e ottenendo un Oro Olimpico in doppio alle ultime Olimpiadi. Chi aveva sostenuto a gran voce Jas, ha poi fatto un passo indietro quando sono subentrate le prime difficoltà, in una fine di 2024 magra di risultati, e un avvio di 2025 che ha faticato a decollare. Paolini, nata a Castelnuovo di Garfagnana nel 1996, ha in realtà convissuto per anni nella condizione in cui si è ritrovata nell’ultimo inverno, poiché prima di “sbocciare” definitivamente, Jas, ha portato con sé il fardello più grande che un’atleta professionista potrebbe avere: l’incubo di non raggiungere mai la vetta, restando a metà, tra i “dimenticabili”. Il tennis è uno sport spietato, non fa sconti. La settimana prima sei un semidio, in quella dopo sei soltanto l’ultimo della classe. Questa linea sottile che divide la felicità dall’infelicità, lede gravemente l’ego dei professionisti, restringendo la cerchia di coloro i quali detengono la forza di ribellarsi a tale condizione.
Le difficoltà di Jasmine si sono protratte per diversi mesi, durante i quali l’azzurra sembrava indossare le vesti della “vecchia Jas”, quella non ancora diventata top five, frenata dalla pressione da troppe aspettative, trasformando ogni trasferta in un supplizio. Un’espressione visibilmente differente, mancanza di entusiasmo e poca leggerezza nello stato d’animo hanno fortemente influito nel suo gioco, lontano dall’essere dinamico e straordinariamente intenso come nelle migliori uscite. Paolini atterra a Miami per l’importante Masters 1000, e il miglior risultato della stagione ottenuto è un ottavo di finale a Dubai, lo stesso torneo che l’anno precedente la lanciò tra le grandi. In Florida le sensazioni sembrano diverse, forse, in cuor suo, sa che qualcosa sta per cambiare. Contro l’ex numero uno del mondo Osaka – agli ottavi di finale del torneo – si rivede un’ottima Jasmine, partita in svantaggio di un set, e in grado di reagire egregiamente, con vincenti fulminei e una grande fluidità negli spostamenti. Jas porta a casa l’incontro, sconfigge Magda Linette al turno successivo, e ferma la sua corsa in semifinale arrendendosi ad una straripante Aryna Sabalenka.
È il miglior risultato del 2025, c’è aria di svolta, e in vista di una tostissima estate, ci sono i presupposti per tornare in carreggiata. Archiviato il torneo di Miami, il 31 marzo 2025, l’azzurra pubblica una post sui social annunciando la fine della collaborazione con lo storico coach, Renzo Furlan. Questa mossa inaspettata scuote l’ambiente, anche perché Jas necessità immediatamente di una nuova guida tecnica. In pole position ci sono Sara Errani e Tathiana Garbin. Si vocifera di un loro ingresso nel team della numero 5 del mondo, ma ecco che a Stoccarda sbuca fuori Marc Lopez, ex tennista spagnolo e appartenente alla Rafa Nadal Academy. Paolini trova nuovi stimoli, tornando a danzare sull’amatissimo manto rouge, e in Germania colleziona la seconda semifinale consecutiva. Una deludente parentesi al Mutua Madrid Open, da tempo all’azzurra per rielaborare e rinfrescare le idee per l’attesissima tappa casalinga, in quel di Roma, dove decide di non mettersi troppa pressione: “Bisogna cercare di stare tranquilli, non avere troppe aspettative – dichiarò Jasmine in una delle prime interviste rilasciate al Foro – Sinceramente spero di giocare più partite dello scorso anno e vediamo di fare una buona prestazione”.
La grande paura di replicare il triste risultato dell’anno precedente è stata cancellata dall’ottimo esordio di Paolini, la quale, una volta scrollatasi la tensione di dosso, ha dato vita a un cammino da sogno, accompagnata da un pubblico eccezionale, che l’ha tenuta per mano punto dopo punto. Il tifo tricolore è stato di vitale importanza per Jas, ritrovatasi in una situazione critica ai quarti di finale con la russa Diana Shnaider, in vantaggio 4-0 nel secondo set, dopo aver conquistato il primo. Trovare la forza mentale di ribaltare quel match ha reso noto a tutti la grandezza dell’azzurra, che forse, al termine di quell’incontro, aveva già capito di avere tutte le armi per raggiungere la vetta. La nuova numero quattro del mondo ha surclassato in finale Coco Gauff, festeggiando il titolo dinanzi alla più alta carica dello Stato, il Presidente della Repubblica Mattarella, testimone di un momento storico per lo sport italiano: “L’anno scorso siamo stati noi al Quirinale con la squadra – ha ricordato Paolini – e ora siamo riusciti a portarlo qui al Foro Italico. È stato un onore”.