Matteo Gigante, per la prima volta nella sua carriera, ha vinto una partita in un torneo dello Slam. Sulla sua superficie preferita, la terra battuta del Roland Garros, e senza lasciare scampo al malcapitato Benjamin Hassan, che ha resistito un solo set. Poi un 6-2 6-0 che proietta in massima fiducia il romano andando avanti nel torneo, dove in un incontro di assoluto interesse potrebbe trovare Etcheverry o Tsitsipas. E l’entusiasmo emerge nella gioiosa conferenza post match.
Sempre con un cenno, immancabile, alla cerimonia tenuta per Nadal, che lui non ha potuto vedere essendo “occupato” a vincere: “È dispiaciuto anche a me non vedere la cerimonia. Non mi aspettavo una partita così semplice, era un primo turno Slam. L’ultimo turno di quali, in cui ero un po’ teso, mi ha aiutato. Il primo set è stato un po’ così, dovevo trovare la quadra del gioco per dargli fastidio, poi ho preso il break sul 5-2, ho avuto altre occasioni, ma in un modo o nell’altro ho chiuso e sono stato bravo a chiudere“.
Matteo che, paradossalmente, nei 1000 e negli Slam gioca benissimo. Peccato che, lo si dice tra una battuta e l’altra, serva una certa classifica: “Per giocare a questi livelli bisogna passare da tantissimi altri tornei. La prossima partita sarà una battaglia a prescindere dell’avversario, che sia Etcheverry o Tsitsipas. Tsitsipas qui ha fatto finale, sarà sicuramente più ostico…ma nel tennis non si sa mai, io mi farò trovare prontissimo. Sicuramente il kick potrebbe darmi un po’ fastidio dalla parte del dritto, ma se riuscirò a rispondere bene e far partite lo scambio riuscirò ad avere le mie chance. Con Tsitsipas dovrò cercare il rovescio, anche se è bravissimo a girarsi di dritto“.
E dire che quasi, ironicamente, non voleva giocare al primo turno con Hassan, contro cui aveva perso il solo precedente: “Ero con Zeppieri in giro per Parigi quando abbiamo visto il tabellone e per scherzare faccio ‘con Hassan non ci ho vinto’, poi scorrendo scorrendo abbiamo visto che lui aveva preso Alcaraz…e gli è andata un po’ peggio (ride)“.
