Prosegue il sogno di Flavio Cobolli. Dopo il trionfo ad Amburgo arriva anche la soddisfazione di una vittoria di prestigio al Roland Garros contro un ex n.3 al mondo e campione Slam come Marin Cilic. Una prestazione maiuscola dell’azzurro, dall’inizio alla fine, che ha strameritato il netto risultato finale. E che non vuole assolutamente porsi limiti, come spiega nell’intervista post match.
La questione principale riguarda ovviamente i grandi progressi mostrati da Cobolli, che ha infilato una campagna primaverile finora di primo piano, con i primi due titoli della carriera e un best ranking in crescita. Ma qual è stato il clic che ha cambiato le cose? Da dove è nata questa nuova capacità di vincere? “Mi ero rotto il cavolo di perdere (ride). Mi piace trovare escamotage per uscire dai momenti bui di un match, ma anche nella vita. Sono bravo a trovare sempre la soluzione per tirarmi. Ho un team che mi fa rendere al massimo, è partito da me il cercare un modo di migliorare e tirarmi fuori. Stando da un po’ di tempo nel circuito sto capendo più cose, come muovermi e quando, a chi chiedere. Mi sento meglio“.
“Cilic è una prova complicata, sia per la sua storia che per il giocatore che ancora è“, spiega Flavio, “non era una partita scontata dopo una settimana molto faticosa, dovevo lavorare al 100% per essere al meglio. Le sensazioni tennistiche ci ho messo un po’per calibrarle ma sono contento di come ho gestito. Sono sorpreso anche io [come ha detto il suo team] di aver mantenuto così tanto la concentrazione, ero pronto a mantenerla anche per più ore. Ho giocato poco ma l’avrei mantenuta anche più a lungo, per la fiducia, per la settimana scorsa. Con Gerardo Breacia abbiamo iniziato a lavorare un mesetto fa insieme, lavoreremo a settimane anche grazie alla Federazione“.
Una serie di vittorie che aiutano ovviamene anche la classifica del romano. Che, pur non essendo l’obiettivo principale, indubbiamente viene tenuta in considerazione: “Chi dice che non guarda la classifica mente, probabilmente non è la prima cosa che facciamo appena usciti dal campo, ma ci stiamo comunque attenti. Non è però una cosa che mi mette pressione, lo faccio per divertimento e stimolo. Mi aspetto di continuare su questa strada, con questo atteggiamento ritrovato dopo un periodo brutto. Vorrei continuare con questo atteggiamento positivo“.
Infine una domanda più leggera, simpatica, sugli hobby. Che in una vita che corre veloce come quella di un tennista possono fare la differenza, aiutando a rilassarsi: “Come hobby coloravo, ma è durato poco. Da un po’ non lo faccio, e ho scoperto un nuovo hobby. Mi piace giocare a biliardo, l’8 e 15. Gioco con i soci del Parioli, qui purtroppo mi manca molto e non posso farlo, stiamo giocando a lupus, che è un gioco di carte“.