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Roland Garros

Roland Garros, partite folli: fuori de Minaur e Mensik, rimontati da Bublik e Rocha. Fils vince al quinto set con Munar

Incredibili rimonte e folli vittorie. Saltano teste di serie importanti

Last updated: 29/05/2025 16:38
By Roman Bongiorno Published 29/05/2025
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19 Min Read
Arthur Fils - Roland Garros 2025 (x @atptour)

📣 Guarda il Roland Garros sui canali Eurosport in streaming su NOW

Inizio di giornata con grandi, grandissime sorprese: cadono 3 delle 4 teste di serie impegnate in campo, con Fils che si salva con follia e superba tenacia.
Lehecka batte Davidovich Fokina in 4, Bublik e Rocha rimontano da 2 set a 0 de Minaur e Mensik.
Fils, nel più classici del match al Roland Garros, batte Munar al quinto set, dopo una battaglia surreale durata quasi cinque ore.

J. Lehecka b [26] A. Davidovich – Fokina 6-3 3-6 6-1 6-2 (di Carlo Galati)

Prestazione autorevole per Jiri Lehecka sul Court 12 del Roland Garros, dove il 22enne ceco ha superato in quattro set Alejandro Davidovich Fokina con il punteggio di 6-3 3-6 6-1 6-2 in due ore e 39 minuti. Un match dai due volti per il numero 31 del ranking ATP, che ha saputo gestire l’imprevedibilità del suo avversario e, soprattutto, ha dimostrato una maturità tattica e nervosa sempre più evidente. Dopo aver subito il ritorno dello spagnolo nel secondo set, Lehecka ha cambiato marcia nel terzo e nel quarto, chiudendo con due parziali in crescendo che non hanno lasciato scampo a Davidovich.
E pensare che l’inizio era stato piuttosto equilibrato. Nei primi game, i due si sono studiati a lungo, alternando spunti brillanti ad errori non forzati, ma a rompere l’equilibrio è stato Lehecka nell’ottavo game, quando ha trovato profondità e anticipo in risposta, strappando il servizio allo spagnolo e incamerando il primo set 6-3. Il ceco ha mostrato già in quella fase una superiorità nei colpi da fondo e una buona tenuta mentale nei momenti delicati, mentre Davidovich si è acceso a sprazzi, alternando vincenti spettacolari a soluzioni discutibili.
Il secondo set ha visto l’orgoglio del nativo di Malaga venire fuori. Dopo un avvio ancora incerto, lo spagnolo ha cominciato a variare meglio il gioco, trovando più continuità con il rovescio e costringendo Lehecka a muoversi di più. Il break decisivo è arrivato nel sesto gioco, con Davidovich abile a sfruttare un paio di gratuiti del ceco per mettere la testa avanti. Forte del vantaggio, lo spagnolo ha poi gestito con attenzione i propri turni di battuta, chiudendo il set 6-3 e riportando il match in parità. Era il momento in cui sembrava potesse cambiare l’inerzia, con Lehecka chiamato a reagire.
E la reazione non si è fatta attendere. Il terzo set è stato probabilmente il migliore del match per il ceco, che ha subito alzato il livello. Il game chiave è stato il quarto, durato dodici punti, in cui Lehecka ha difeso alla grande nei primi scambi e ha poi piazzato un diritto lungolinea che ha infiammato il suo angolo. Quel break ha spaccato in due il set: Davidovich ha perso fiducia, ha iniziato a sbagliare sempre più spesso in fase di impostazione, mentre Lehecka ha trovato ritmo e coraggio. Un secondo break nel sesto gioco ha portato il ceco sul 5-1, e il 6-1 finale è stato la naturale conseguenza di un dominio tecnico e mentale netto.
Nel quarto set lo spartito non è cambiato. Lehecka ha continuato a spingere, senza mai snaturarsi, e ha trovato subito un altro break nel terzo game, approfittando di un Davidovich visibilmente in calo, incapace di trovare soluzioni efficaci nei turni di battuta. Ancora più significativo è stato il secondo break, quello nel settimo game, con il ceco bravo a rispondere profondo e a comandare lo scambio sin dal primo colpo. Sul 5-2, Lehecka ha chiuso senza tremare, portando a casa il game decisivo a zero e issandosi al terzo turno di uno Slam in cui può davvero essere una mina vagante.
Per lui ora una sfida affascinante: affronterà il vincente dell’atteso confronto tra Jannik Sinner e Richard Gasquet.

A. Bublik b. [9] A. de Minaur 2-6 2-6 6-4 6-3 6-2 (di Carlo Galati e Roman Bongiorno)

Offre sprazzi di bel tennis e una certa dose di imprevedibilità il secondo turno tra Alex De Minaur e Alexander Bublik sul Court Simonne-Mathieu. Dopo due set dominati dall’australiano, l’estroso kazako ha finalmente trovato ritmo e precisione, riaprendo il match con un colpo di reni nel terzo parziale. Il punteggio recita 6-2 6-2 4-6 in favore del numero 11 del mondo, con il quarto set appena iniziato.
Il primo parziale aveva illuso Bublik e i suoi tifosi: il kazako, con la consueta aria svagata ma colpi che fanno male quando messi dentro, era partito fortissimo. Break in apertura e consolidamento per un sorprendente 2-0, approfittando di un De Minaur leggermente contratto, forse sorpreso dall’aggressività iniziale del rivale. 
L’australiano, sempre solido e paziente, ha cominciato a mettere in difficoltà Bublik con la sua consueta pressione da fondo campo, recuperi profondi e variazioni di ritmo. Il controbreak è arrivato immediato nel terzo game, e da lì De Minaur non ha più tolto il piede dall’acceleratore. Tre break consecutivi – terzo, quinto e settimo gioco – hanno ribaltato completamente il set, chiuso con un netto 6-2 in appena 32 minuti.

Il secondo set è stato ancora più a senso unico. La qualità di gioco del kazako è crollata, complici alcuni gratuiti di troppo e la scarsa resa al servizio. De Minaur ha continuato a muovere il gioco con intelligenza, impedendo all’avversario di trovare ritmo o di accorciare i punti, condizione che Bublik predilige. Ancora due break, questa volta nel terzo e nel settimo game, hanno permesso all’australiano di scappare via in tranquillità, con un altro 6-2 che sembrava mettere la parola fine all’incontro.
Come spesso accade con Bublik, l’inerzia può cambiare da un momento all’altro. E così nel terzo set il kazako ha dato un segnale diverso. Più ordinato negli scambi, più attento nei turni di battuta e anche più propositivo, ha tenuto botta fino al decimo gioco, in cui De Minaur ha concesso qualcosa di troppo. Due set point per Bublik, il secondo dei quali trasformato con una risposta profonda e aggressiva, proprio quando sembrava che l’australiano potesse aggrapparsi al tie-break.

Il quarto set ha confermato il cambio d’inerzia. Più sciolto e finalmente centrato nei colpi, Bublik ha continuato a premere, mentre De Minaur è apparso meno reattivo, più falloso e meno brillante negli spostamenti laterali. Il break decisivo è arrivato nel quarto game, con Bublik che ha capitalizzato un game disordinato dell’australiano, infilando tre risposte profonde e chiudendo con un rovescio vincente. Da lì in avanti, il kazako ha amministrato con intelligenza il vantaggio, affidandosi al servizio nei momenti caldi e mantenendo sempre il comando degli scambi.

Nel set decisivo, quello dove la maggior esperienza di de Minaur avrebbe dovuto far la differenza, è ancora il kazako a dominare il campo. Break in apertura di parziale, che mette sempre più peso sulle spalle dell’australiano. Bublik mantiene a zero i due turni di battuta successivi, impedendo ogni qualsivoglia tentativo di rientro. Forse stanco, forse conscio di non aver più energie per provare a rimontare, l’australiano si lascia andare a un altro break, uscendo definitivamente dal match.
Al servizio per chiudere, il kazako manca inizialmente tre matchpoint, facendosi rimontare da 40-0. Al quarto tentativo, però, la partita è sua, dopo 2 ore 55 minuti. Al prossimo turno,

[Q] H. Rocha. b. [19] J. Mensik 2-6 1-6 6-4 6-3 6-3 (di Carlo Galati e Roman Bongiorno)

Sembrava una pratica destinata a risolversi in fretta quella tra il ceco Jakub Mensik e il portoghese Henrique Rocha, invece la sfida valida per il secondo turno del Roland Garros ha preso una piega inaspettata. Il giovane ceco, classe 2005 e già rivelazione di inizio stagione, aveva imposto legge nei primi due set con autorità e disinvoltura, salvo poi subire il ritorno del lusitano in un terzo parziale ben più lottato. Il tabellone recita 6-2 6-1 4-6 in favore di Mensik, ma l’inerzia si è fatta improvvisamente meno chiara.
La prima parte di match era stata un monologo del talento di Prostejov. Imponente al servizio, solido nei fondamentali da fondo, lucido nel costruire il punto, Mensik aveva lasciato pochissimo a Rocha, apparso spaesato nei primi scambi e in netta difficoltà a tenere il ritmo imposto dall’avversario. Tre break – nel primo, quinto e settimo gioco – avevano consegnato il primo set al ceco, chiuso con un agevole 6-2 in poco più di mezz’ora.
Il secondo parziale, se possibile, è stato ancor più netto. Rocha ha continuato a faticare nei turni di battuta, spesso costretto a rincorrere nello scambio, mentre Mensik ha alzato ulteriormente la qualità, soprattutto con il diritto lungolinea, spesso utilizzato per spezzare l’equilibrio. Break centrati al terzo e settimo gioco, con ben poche repliche da parte del portoghese, che ha chiuso il set con l’ennesimo gratuito: 6-1, punteggio impietoso ma giusto per quanto visto in campo.
Con due set di vantaggio e tutto il controllo della partita, sembrava ormai che la strada per Mensik fosse in discesa. Ma nel terzo set, il match ha finalmente trovato un briciolo di equilibrio, merito soprattutto della maggiore intensità messa in campo da Rocha. Più sciolto nei movimenti, più aggressivo in risposta, il portoghese ha approfittato di un passaggio a vuoto del suo avversario, infilando due break – al terzo e al settimo game – che gli hanno consegnato il parziale con il punteggio di 6-4, nonostante un tentativo di rimonta di Mensik sul finale.
È di Rocha anche il quarto set che rimette in equilibrio un match che oggettivamente sembrava chiuso: è il bello e brutto del 3 su 5. In un set destinato al tie break è invece il portoghese a ottenere il break all’ottavo gioco, grazie ad una pressione sempre più costante sul dritto dell’avversario che commette troppi errori. Si chiude 6-3 e si va al quinto.
Il numero 200 del mondo, forte dell’inerzia ribaltata e del miglior tennis mostrato negli ultimi giochi, sembra avere ancora molte energie da spendere: immediato, nel terzo game, il break a favore del portoghese.
Mensik, al contrario, appare ormai impotente: in risposta non riesce ad avvicinarsi, al servizio traballa, ma riesce a difendersi. Dominando alla battuta, Rocha non ha neanche bisogno di servire per il match: secondo break a zero e sogno che diviene realtà per il giovane classe 2004. Al prossimo turno, interessante sfida con Alexander Bublik.

[14] A. Fils b. J.Munar 7-6 (3) 7-6 (4) 2-6 0-6 6-4 (di Carlo Galati e Roman Bongiorno)

In un match dal ritmo serrato e dai margini sottilissimi, Arthur Fils si prende i primi due set contro Jaume Munar con un doppio 7-6, conquistando entrambe le frazioni al tie-break e mandando in visibilio il pubblico del Philippe Chatrier. Il francese, classe 2004 e grande speranza del tennis transalpino, sta confermando quanto di buono mostrato nell’ultimo anno e si trova ora a un passo dal terzo turno del Roland Garros, all’interno dello stesso spicchio di tabellone di Jannik Sinner.

Entrambi i set sono stati contrassegnati da un copione molto simile: equilibrio, intensità da fondo e un break per parte nel cuore del parziale. Nel primo set, Fils è stato il primo a strappare il servizio all’avversario sul 3 pari, ma ha subito incassato il controbreak a zero nel game successivo, tradito da qualche errore di fretta. Nessun altro scossone fino al tie-break, dove il francese è salito di tono nei momenti chiave, chiudendo 7 punti a 5 con un bel diritto in avanzamento.

Il secondo set ha riproposto lo stesso scenario: break Fils, controbreak Munar immediato, e di nuovo parità fino al jeu décisif. Lì, però, Arthur è stato perfetto: prime in campo, risposte profonde e scambi accorciati con decisione. Il 7-3 finale nel tie-break ha certificato la sua superiorità nei momenti che contano, mentre Munar, pur solidissimo da fondo, ha mostrato qualche limite nei colpi d’attacco.

Ancora una volta, però, chi sembra già sconfitto vuol dimostrare di avere il tennis per continuare a lottare. Nel terzo gioco è Munar il primo a conquistare un break di vantaggio, ma, come già precedentemente accaduto , il controbreak è immediato. L’equilibrio che sembrava ormai ristabilito, impiega pochi attimi a spezzarsi definitivamente: fulminante break nel game successivo, e un altro ancora nel settimo gioco. Il francese, improvvisamente uscito dalla partita, sembra cominciare a faticare sempre più negli spostamenti laterali, condizionato da un qualche problema fisico. Chiude lo spagnolo in 40 minuti, con un punteggio finale che recita 6 giochi a 2.

Probabile che neppure il francese si aspettasse un così rapido ribaltamento, ma le energie sembrano ormai esaurite: il quarto set è pura formalità, 6 0 in 29 minuti. Un solo punto perso con la prima di servizio per Munar, 6 su 16 per il giocatore di casa. 15 errori non forzati e appena 4 vincenti, per chi sembrava a un passo dal terzo turno. Sommando la durata di terzo e quarto set, otteniamo un tempo comunque inferiore alla lunghezza dei primi due.

A inizio quinto, forse ripresosi dal totale blackout del quarto set, Fils sembra in grado di lottare, almeno nei primi scambi. Il break nel terzo game, però, taglia definitivamente le gambe al francese, ora a un passo da una clamorosa sconfitta.
Nonostante la disparità fisica in campo sia clamorosa, con Munar ancora capace di correre da un lato all’altro del campo senza stancarsi mai e Fils piegato in due dopo ogni punto, il punteggio non sembra volersi schiodare dal totale equilibrio: commuovente lotta del francese che, con un dritto sulla riga al limite dell’onirico, trova un insperato controbreak. Fils aizza il pubblico dopo ogni singolo quindici, e Munar comincia a pagare una minor brillantezza tecnica, continuando comunque a costringere l’avversario a fare il punto quattro volte. La surreale atmosfera francese condiziona sempre più i nervi dello spagnolo, e Fils ne approfitta: spinge sulle palle meno pesanti del suo avversario, e conquista due palle break. Due rovesci sotto al nastro permettono a Munar di continuare a provarci, alla ricerca delle buone sensazioni dei giochi precedenti. Fils si spegne ancora, e lo spagnolo torna a colpire ogni palla, rincorrendo qualsiasi traiettoria: 0-40. Il transalpino annulla la prima palla break seguendo a rete il servizio, poi tre dritti vincenti di pura follia, a tutto braccio, prima di sbagliare un comodo smash e mandare Munar alla quarta palla break. Servizio vincente sul servizio avversario, altra parità. Altro smash a rimbalzo sull’ennesimo miracoloso recupero avversario, altro errore: dritto in corso del francese per annullare la quinta chance di break. Dopo oltre 10 minuti di gioco, Fils può sfogare la frustrazione issarsi sul 5 a 4.
Munar comincia a rallentare e tardare sugli appoggi, sbagliando troppo e costringendosi a spendere ulteriori energie per provare a tener a bada un infuocato pubblico. Con due brutti gratuiti bimani, il maiorchino manda Fils a doppio matchpoint: finisce nel modo più incredibile, con un beffardo nastro che addormenta la veloce traiettoria del francese.
Se ancora avrà le energie per affrontare il prossimo turno, sarà uno fra Andrey Rublev e Adam Walton il suo avversario.


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