Jannik Sinner celebra ufficialmente il saluto di Richard Gasquet al tennis. Con una prestazione di primo piano al Roland Garros sconfigge con autorità, senza sofferenza, il francese, simbolo di questo sport nel suo Paese. Una vittoria da tenere stretta per Jannik, che continua ad ottenere ottimi risultati e si sente sempre meglio, come spiega anche in conferenza stampa.
Non va dimenticato che Jannik è stato fermo 3 mesi, e ha giocato pronti, via 8 partite. Come si sente fisicamente? “Il corpo sta abbastanza bene, partite lunghe lunghe ancora non ne ho avute, anche se ho fatto il terzo contro Paul a Roma. Non era tanto fisica neanche la finale con Carlos. Il prossimo turno sarà molto più fisico, dovrò fare tante scelte giuste per vincere, sarà un passo importante. Finora ho avuto segnali positivi, questo mi serve. A questo punto conta poco essersi allenato poco fa con un giocatore [Lehecka a Roma], anche perché era il primo allenamento dopo tanto contro un giocatore forte, e le sensazioni non erano le stesse che ho avuto a fine torneo. Sarà una partita tosta, oggi ha giocato un ottimo tennis, ma credo che la cosa più importante sarà prepararsi al meglio. Dipende poi anche se fa caldo o freddo, abbiamo visto che le condizioni possono cambiare. Ma devo alzare il livello se voglio giocare alla pari“.
La sensazione è che uno come Sinner un problema del genere sia ben lungi dal doverselo porre. A prescindere dal conoscere o meno l’avversario di turno. E come ci si prepara, o meglio, come si sceglie il giocatore con cui allenarsi? “Scegliere con chi allenarsi è un misto di tante cose. Prima di un torneo importante preferisco più giocatori con caratteristiche diverse, specie sull’erba. Su terra è un po’ diverso, ma abbiamo sempre una logica sulla scelta di chi allenarsi, e soprattutto in quali giorni. Prima della partita preferisco uno che dà tanto ritmo, così fai tanti colpi. Ma ci sono anche giocatori che servono benissimo e stai a mezz’ora a rispondere per prepararti, finora la meccanica sta funzionando“.
“Prima del match sentivo qualcosa di diverso nella mia testa”, spiega Sinner riferendosi a Gasquet, “ma è stato un momento davvero bello. Ha delle belle persone attorno, ho detto tutto in campo, ma ha giocato in un’era davvero difficile, la migliore di sempre nel tennis, e ha ottenuto incredibili risultati. Meraviglioso condividere quel capitolo. Cambi il gioco tra terra e cemento, ma provo ad essere aggressivo come sul cemento, a rimanwre il giocatore che sono, ma aumenti la rotazione ad esempio. Qui è ventoso, cambi da un lato all’altro, ma soprattutto i movimenti tra terra e cemento cambiano, devi adattarti non solo a questo, ma anche all’avversario. Di sera la palla rimbalza di meno, e tocca essere più aggressivo, giocare più piatto. Poi di giorno dipende ovviamente se c’è il sole o è nuvoloso, cambia davvero velocemente. Condizioni diverse, ma è positivo aver giocato in entrambe”.
Si è ovviamente parlato anche del pubblico parigino, non sempre impeccabile secondo alcuni giocatori…ma sì secondo Sinner: “Ho giocato contro due francesi, e il pubblico è stato rispettoso. Ma contro i francesi l’atmosfera è diversa è ovviamente, così come lo è per noi in Italia. Può capitare che qualcuno urli, e forse fuori dai due campi principali è più caotico e rumoroso, ma è giusto che ci sia più tifo per i francesi a Parigi. Anche allo US Open contro gli americani e gli australiani all’AO è lo stesso. Ma mi diverto, la cosa più importante è giocare bene, motivo per cui le persone vengono a guardare il tennis“. Anche perché, onestamente, Parigi piace al n.1 al mondo: “Durante gli Slam provo a stare rilassato, il recupero è molto importante, ma a volte mi piace andare in giro, le persone a Parigi mi riconoscono un po’ meno, e posso camminare tranquillamente. Mi piace molto la città, ho bei ricordi qui“.