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Reading: Diciotto minuti con Vagnozzi per sapere tutto sull’attuale Jannik Sinner… raffreddato
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Interviste

Diciotto minuti con Vagnozzi per sapere tutto sull’attuale Jannik Sinner… raffreddato

"Grazie ai tre mesi di stop sarà più fresco a fine stagione". Il coach per il 2026? "Non è stato deciso, ma non posso farlo tutto l'anno". E quei due set point con Alcaraz a Roma...

Last updated: 31/05/2025 0:48
By Vanni Gibertini Published 30/05/2025
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17 Min Read
Simone Vagnozzi - ATP Roma 2025 (Foto Francesca Micheli)

📣 Guarda il Roland Garros sui canali Eurosport in streaming su NOW

Nel giorno del suo 42° compleanno (anche se lui, arrivando nel media center, ha spudoratamente barato dichiarando 28 anni ‘portati male’), Simone Vagnozzi, coach di Jannik Sinner, ha risposto ad alcune domande postegli dalla stampa italiana presente a Parigi. Ve le riportiamo in formato integrale.

—

Ti chiedo se siete al punto in cui speravate di essere, qui a Roland Garros e dopo le partite di Roma. Insomma, come sta andando il percorso?

Sicuramente siamo contenti per come siamo ripartiti dopo questi tre mesi e giocare così tante partite era l’obiettivo che ci eravamo prefissati. Gli ultimi giorni sono stati un po’ complicati, con un po’ di raffreddore, qualche acciacco, ma oggi stava già meglio. L’importante è che siamo riusciti ad andare avanti senza sprecare troppe energie. Speriamo che da domani possa alzare di nuovo il livello.

Due parole su Lehecka: come vedi questo match?

Sicuramente come terzo turno match ostico, è uno che colpisce forte da tutte e due i lati. Serve molto bene, quindi domani sarà importante, magari riuscire a non dargli troppo ritmo a non giocare troppo in linea. Ci abbiamo già giocato sul cemento, ma sulla terra è un po’ diverso. Bisognerà alzare il livello rispetto alle ultime due partite. Quando attacca è molto pericoloso, quindi dovremo cercare di muoverlo e non dargli l’opportunità di fare male.

Preferireste giocare il pomeriggio o la sera?

Come in tutte le cose, ci sono le aspetti positivi a giocare la sera e aspetti positivi a giocare di giorno, quindi vediamo domani poi a che ora si scenderà in campo.

Da questa pausa forzata secondo te quale è stato il maggiore vantaggio che avete ottenuto? Qual è stata concretamente la cosa che Jannik è riuscito a sviluppare meglio in questo periodo di pausa che altrimenti non ci sarebbe stato?

Ma io penso che i vantaggi si potranno vedere più nel lungo termine, non nel breve. Penso che quei tre mesi magari l’abbiano fatto un po’ staccare, magari arriverà mentalmente un po’ più fresco a fine stagione e quant’altro. Nel breve periodo penso che tanti vantaggi non ce ne siano stati. Sicuramente abbiamo potuto lavorare un po’ sul servizio su alcune variazioni sulle quali continuiamo di solito a lavorare durante i tornei, ma avendo un po’ più di tempo ci siamo riusciti a concentrare su quello. Sicuramente ha potuto lavorare un po’ più sul fondo atletico, però sapete bene che poi anche la partita conta tanto a livello di fisico e quindi quello fa parte anche dell’allenamento.

Visto che parliamo di sabato sera, tu sei interista?

Sì

Avete già qualche programma relativamente alla partita [la finale di Champions League]?

Intanto vediamo quando gioca Jannik, poi dopo ci guarderemo la partita dell’Inter. Per adesso pensiamo a Jannik, poi penseremo al resto.

Si nota che Jannik è sempre più sorridente e sereno nelle ultime immagini. È successo qualcosa o è solo una strategia d’immagine?

Naturalmente lui ha giocato l’anno scorso e fino a poco tempo fa con un peso sulle spalle. È importantissimo che ora si sia liberato. Ma lui è sempre stato uno molto molto solare, molto sorridente, naturalmente, e molto serio. Quando lavora, fa il suo lavoro al meglio che può, ma è sempre stato un tipo un ragazzo così quindi penso solo che si sia liberato di un peso che possa esprimersi ancora ancora più liberamente.

In tutte le interviste che hai rilasciato, hai sempre detto che c’è sempre stato qualcosa che ti ha sorpreso in positivo degli altri, cioè giorno per giorno è quasi una scoperta. In questi tre mesi e adesso in questa appendice in cui finalmente è tornata a giocare libero da ogni peso, qual è la cosa che ti ha sorpreso di più? Tecnica o caratteriale? 

Guardate, io penso che i primi giorni che siamo rientrati nel campo è partito subito con una mentalità incredibile. Non era scontato perché poi è l’obiettivo era lontano tra tre mesi. Quello sicuramente non è che mi ha sorpreso perché ormai lo conosco, però diciamo che poi determinati tipi di risultati avvengono anche perché lui fa le cose in una certa maniera.

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Nel tennis maschile, c’è un po’ la sensazione che ci siano che due giocatori siano un po’ sopra gli altri, e c’è ugualmente la sensazione che il livello medio soprattutto per i top 20-30-40 si sia alzato che ci siano più rischi per i giocatori che sono anche top 10 nell’incontrare chiunque sia comunque all’interno dei Master 1000. Che sensazione avete voi da dentro?

Quando i giocatori lottano anche per l’aumento dei montepremi, è anche per questo motivo qua, perché nel passato solo magari i primi 20 al mondo potevano permettersi un team di un certo di un certo livello. Adesso man mano che si stanno aumentando tutti i prize money, tutti i primi 100 del mondo si possono permettere un allenatore, un preparatore atletico, un fisioterapista, e questo fa sì che tutti riescano a migliorare il proprio livello. Quindi tante volte magari si sentono i giocatori che lottano per i soldi, e si pensa che i tennisti pensino solo ai soldi. Ma più denaro c’è, più il livello medio del tennis aumenta e questo è un po’ quello che sta succedendo nell’ultimo periodo. Fino a qualche anno fa, veramente, c’erano giocatori tra i primi 70-80 del mondo che si dovevano dividere il coach. Adesso se vedete tutti i giocatori hanno il preparatore atletico personale, e questo fa sì che comunque tutti i giocatori siano più preparati e fa sì che magari i giocatori, anche top 10 e top 20, a volte possano perdere con giocatori più indietro nel ranking, cosa che prima succedeva raramente.

E il fatto che ci siano due giocatori un gradino sopra gli altri?

Ma sicuramente Jannik e Carlos sono quelli che in prospettiva sembrano che possano stare lì per più tempo possibile. Poi due anni fa si parlava di Rune, si diceva che aveva due anni in meno, era più avanti in classifica e quant’altro, quindi poi dipende dall’evoluzione del giocatore. Questo non si sa mai, va in base alle scelte che fanno andar bene determinate cose.

Poi ci sono giocatori che possono arrivare da dietro, giocatori giovani. Sicuramente mettere la chip su Jannik e Carlos non è un grande rischio adesso. Sono quelliche sono più son pronti e con la mentalità per rimanere lì più a lungo.

Tra i giovani quali individueresti, come dove mettere la tua chip? Mensik? Fonseca?

Sicuramente Mensik e Fonseca sono quelli che nel breve periodo possono fare il salto più importante. Menski ha vinto già un Masters 1000 quindi ha fatto già dei risultati molto importanti. C’è anche Tien che gioca molto bene, magari ci metterà un po’ di tempo in più però penso che si stia sviluppando una generazione sotto e che farà parte dei top 10. C’è Draper che è top 5, l’anno scorso è cresciuto tantissimo e quindi penso che tra un po’ ci sarà una generazione importante.

A pagina 2 i pensieri sul previsto addio di Darren Cahill

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