di Jenny Rosmini
[2] C. Alcaraz b. D. Dzumhur 6-1 6-3 4-6 6-4
Una serata partita come un monologo da Oscar dello spagnolo, ma che col passare dei set ha assunto i contorni di un film ricco di imprevisti, in cui l’interprete non protagonista – il bosniaco Damir Dzumhur, ex numero 23 del mondo e con un passato da attore cinematografico (a 14 anni aveva partecipato come comparsa nel film Grbavica – 2006 di Jasmila Žbanić, vincitore dell’Orso d’Oro al Festival di Berlino e successivamente aveva avuto un ruolo significativo nel film tedesco Mörderischer Frieden – Snipers Valley, 2007 in cui interpretava il cecchino Durcan) si è guadagnato un ruolo da eroe drammatico. A 33 anni, Dzumhur ha opposto resistenza con intelligenza, cuore e colpi d’autore, riuscendo a strappare un set e a far tremare il numero 2 del mondo, che nel finale ha dovuto riaccendere tutta la sua energia per evitare il quinto.
Primo set: Alcaraz versione “blockbuster”
Dopo un piccolo brivido iniziale – due palle break salvate nel game d’apertura – il murciano ha subito messo in chiaro le gerarchie nel secondo gioco, in risposta: ritmo asfissiante, cambi di direzione repentini, e una mano fatata nelle chiusure a rete. Dzumhur ha risposto con solidità e coraggio, ben presente nel match, ma la potenza e la varietà dello spagnolo si sono dimostrate inaccessibili.
Già nel quarto game, Alcaraz si procura tre palle break. La terza è quella buona, concretizzata con un rovescio incrociato micidiale che lascia fermo l’avversario. È il momento in cui la diga bosniaca cede: Alcaraz dilaga fino al 4-1, poi strappa ancora il servizio nel sesto gioco e si porta rapidamente 5-1. Con due set point a disposizione nel game successivo, gli basta il primo: 6-1 in meno di mezz’ora.
Secondo set: copione già scritto, ma con qualche suspense
Il secondo set segue un copione già scritto, ma con qualche colpo di scena degno del miglior thriller sportivo. È Dzumhur, infatti, ad avere per primo una chance concreta: nel secondo gioco si procura una palla break, complici gli sforzi incessanti nel rincorrere le ormai proverbiali smorzate di Alcaraz, autentici colpi da regista del tennis moderno. Ma proprio una di queste palle corte spezza ancora le gambe del bosniaco e salva lo spagnolo, che tiene il servizio con disinvoltura. E come spesso accade dopo un’occasione mancata, arriva la punizione: Dzumhur si ritrova subito sotto 0-40 nel game successivo, e Alcaraz non perdona. Break e vantaggio 2-1. Il set prosegue con lo stesso ritmo martellante: Dzumhur cerca di rimanere agganciato, si costruisce un’altra palla break nel sesto gioco, ma Alcaraz la cancella con solidità e pazienza, vincendo un game faticoso da sette minuti che lo porta avanti 4-2. A quel punto, l’inerzia è tutta dalla parte dello spagnolo, che continua a scaricare dritti imprendibili. Dzumhur, generoso ma ormai stanco e colpito duramente nella tenuta fisica e mentale, cede definitivamente nel nono gioco: doppio fallo sul set point e secondo parziale in archivio, 6-3 per Alcaraz.
Terzo set: il colpo di scena del guerriero bosniaco
Il terzo set si apre con qualche scossa: Dzumhur si procura subito una palla break nel primo game, ma Alcaraz la cancella con un dritto esplosivo che mostra chiaramente la differenza di peso di palla tra i due. Ne arriva un’altra, ma anche questa viene respinta dallo spagnolo che, pur sbagliando qualcosa, riesce a salvarsi e ad andare sull’1-0. Il bosniaco tiene poi il proprio turno a zero con autorità per l’1-1, mentre Alcaraz, pur con qualche esitazione in più, sale 2-1. Prima del sesto gioco, però, la partita cambia tono: Dzumhur chiede l’intervento del fisioterapista per un dolore alla gamba. Un medical timeout che sembra preludere a una resa, e invece segna l’inizio della sua resistenza più nobile. Nonostante il fastidio, il bosniaco continua a correre, recuperare, e perfino a inventare colpi spettacolari, approfittando anche di qualche scelta poco lucida dello spagnolo. Si procura così un’altra palla break — la settima della serata — ma Alcaraz ancora una volta si esalta e l’annulla con classe. Subito dopo, però, arriva l’ottava, e stavolta Dzumhur sfonda: break e vantaggio 4-3.
Il pubblico apprezza la resilienza del bosniaco, che nonostante i due set persi e l’infortunio, continua a crederci e lottare punto su punto. Alcaraz ha subito tre occasioni per il contro-break nel game successivo, ma non riesce a concretizzarle: Dzumhur sale 5-3. Alcaraz tiene poi a zero il proprio turno, ma il bosniaco, servendo per il set, mostra nervi saldi e annulla altre tre palle break prima di chiudere 6-4. Un parziale da applausi, figlio di cuore, esperienza e orgoglio.
Quarto set: sceneggiatura riscritta fino all’ultimo ciak
Il quarto set si apre con un colpo di scena degno dei migliori script: Dzumhur conquista subito due palle break e, stavolta, non le spreca. Va avanti 1-0 e conferma il break con autorevolezza. Sull’onda dell’entusiasmo, il bosniaco continua a comandare gli scambi, mostrando una manualità sopraffina e una lucidità da veterano. Alcaraz, dal canto suo, accusa il colpo e inizia a mostrare qualche segno di nervosismo. Le tre palle break non sfruttate nel game successivo – che portano il totale a 9 mancate tra terzo e quarto set – sembrano alimentare il disagio dello spagnolo, mentre Dzumhur allunga fino al 3-1.
Ma nel sesto gioco, quando la tensione sale, Alcaraz reagisce: si riaccende il fuoco competitivo del murciano, che strappa il contro-break e si rimette in carreggiata, 3-3. Il match torna in equilibrio, ma l’inerzia è cambiata. Lo spagnolo tiene il servizio con autorità e sale 4-3, apparendo ora più lucido e rinfrancato. Nell’ottavo game, complice qualche errore e una scelta sbagliata del bosniaco, Alcaraz conquista il break che gli vale la possibilità di servire per il match: da 1-3 a 5-3. Ma non è finita. Il game decisivo si rivela tutt’altro che semplice: sul 15-40, Dzumhur approfitta di un errore di dritto e di un nastro beffardo per ottenere il contro-break, riaprendo clamorosamente la partita: 5-4 Alcaraz. Il bosniaco serve per il 5 pari, ma finisce subito sotto pressione. Alcaraz si procura un primo match point, che Dzumhur cancella con un gran dritto in accelerazione. Ma il secondo è quello buono: lo spagnolo chiude 6-1 6-3 4-6 6-4 dopo 3 ore e 14 minuti di battaglia.
Una vittoria che sembrava scontata all’inizio, ma che si è trasformata in una prova di maturità contro un avversario coriaceo, che ha messo in scena una prestazione da applausi. Per come si è evoluta, questa partita avrebbe forse meritato il quinto set, se non altro per rendere pieno merito al cuore e al tennis di Damir Dzumhur. Carlos Alcaraz approda così agli ottavi di finale del Roland Garros, dove affronterà lo statunitense Ben Shelton. Per lo spagnolo si tratta dell’undicesimo ottavo di finale raggiunto negli ultimi dodici tornei del Grande Slam disputati. L’unica eccezione resta la sconfitta al secondo turno dello US Open dello scorso anno, quando fu eliminato a sorpresa da Botic van de Zandschulp.