A Parigi in scena uno scontro di visioni: Jannik, maestro della misura e della previsione, sfida Andrey, potenza istintiva in cerca di equilibrio. Più che un ottavo, un test di maturità mentale per il russo.
Jannik Sinner approda agli ottavi del Roland Garros con l’autorevolezza di chi non è solo in forma, ma in pieno controllo del proprio tennis. Nessun set perso, rendimento in crescita costante e una padronanza del ritmo che annulla il tempo e lo spazio dell’avversario, Jannik gioca in avanti, costringendo l’altro a rincorrere idee prima ancora che colpi. È un tennis che anticipa, domina e impone.
L’ultima prova è stata la vittoria netta su Jiri Lehecka, battuto in tre set in poco più di due ore e concedendo appena tre game all’avversario, senza mai dare l’impressione di poter invertire l’inerzia. «Considerando come ha giocato Jannik, il suo approccio alla partita e il modo in cui mi stava distruggendo praticamente in tutto ciò che accadeva in campo, penso che questi tre game siano stati un grande successo per me oggi. Non credo che avrei potuto fare qualcosa di diverso», ha ammesso il ceco nel post-partita. Parole che confermano ciò che i numeri raccontano già da sé: Sinner ha concesso appena 9 punti sul proprio servizio e ne ha vinti 45 in risposta, dominando completamente i turni di battuta di un avversario solido come Lehecka. Ha messo a segno 31 colpi vincenti, commettendo solo 9 errori non forzati a fronte dei 29 dell’avversario, il tutto con una costanza mentale che lo rende ormai impermeabile alla pressione. Sinner ti fa sentire in trappola: è come se sapesse in anticipo dove si muoverà l’avversario o quale direzione prenderà il suo colpo, e fosse sempre lì ad aspettarlo, un attimo prima.
Questa prestazione richiama una vittoria altrettanto impressionante nei quarti di finale degli Internazionali d’Italia 2025, dove Sinner ha sconfitto Casper Ruud con un netto 6-0, 6-1, dimostrando una forma eccezionale anche sulla terra battuta. Inoltre, l’altoatesino è l’unico giocatore ad aver raggiunto almeno gli ottavi di finale in ciascuno degli ultimi otto tornei del Grande Slam disputati da Wimbledon 2023, un’impresa che lo avvicina ai grandi del tennis moderno. Questi risultati evidenziano non solo la sua abilità tecnica, ma anche una costanza mentale che lo rende impermeabile alla pressione.
Se Sinner incarna il controllo, Rublev è l’esempio del caos che cerca ordine. A gennaio, durante l’Australian Open, ha confessato al Guardian di aver vissuto momenti di profonda depressione. Parole crude: «Mi odiavo per ogni errore. Mi facevo male da solo, non sapevo più perché giocassi a tennis. Ora sto meglio, mi sento libero da quella ansia folle».
Questo Rublev è diverso? Lo ha mostrato a Doha, dove ha vinto, ma anche nelle sue conferenze: parla più lentamente, riflette di più. Lavorare con Marat Safin lo ha aiutato a ridimensionare le aspettative: «Marat mi ha detto che nessuna vittoria vale quanto la serenità. E che se non riesco a godermi il tennis, non vale la pena farlo». Ma i fantasmi non sono del tutto svaniti. Durante il torneo di Amburgo, dove ha perso in finale contro Flavio Cobolli, Rublev ha mostrato ancora segni forti e evidenti di nervosismo: durante un momento di frustrazione, si è colpito ripetutamente la racchetta sul ginocchio fino a procurarsi una ferita sanguinante. Un gesto che ha riacceso dubbi sulla sua capacità di gestire la pressione nei momenti decisivi.
Ad ogni modo in campo Rublev è ancora lo stesso martello da fondocampo: colpi piatti, velocità da cemento anche sulla terra, intensità. Nei primi due turni ha battuto Harris e Walton senza troppo affanni. Il ritiro di Arthur Fils gli ha regalato un giorno di riposo supplementare. E ora ha l’occasione di prendersi quella semifinale Slam che in dieci tentativi in cui si è spinto fino ai quarti non è mai arrivata.
Precedenti
Jannik Sinner e Andrey Rublev si sono affrontati nove volte sul circuito ATP, con Sinner in vantaggio per 6-3. La loro rivalità, iniziata nel 2020, ha visto partite intense e combattute su diverse superfici, all’epoca Rublev stava vivendo l’esplosione del suo tennis lineare e aggressivo
Il primo incontro risale al 2020 a Vienna, dove Rublev vinse per ritiro di Sinner. L’italiano, allora diciannovenne, si ritirò dopo appena cinque minuti di gioco, sul punteggio di 2-1 per Rublev. Il motivo fu una vescica al piede destro, problema che già lo affliggeva da tempo e che lo costrinse ad abbandonare il match per evitare ulteriori complicazioni. Nel 2021, Sinner ottenne la sua prima vittoria contro Rublev nei quarti di finale del torneo di Barcellona, imponendosi per 6-2, 7-6(6). Nel 2022, i due si affrontarono due volte su terra battuta: a Monte Carlo, Sinner vinse in tre set, mentre al Roland Garros Rublev avanzò ancora una volta per abbandono di Sinner nel terzo set. Dopo aver vinto il primo set 6-1 e perso il secondo 4-6, Sinner si trovava sotto 0-2 nel terzo set quando fu costretto a ritirarsi a causa di un infortunio al ginocchio sinistro. Questo problema fisico era già emerso nel match precedente contro Mackenzie McDonald e si aggravò durante l’incontro con Rublev, impedendogli di proseguire.
Nel 2023, Sinner consolidò la sua superiorità con vittorie a Miami e Vienna. Il 2024 vide tre confronti: Rublev vinse a Montreal, mentre Sinner si impose agli Australian Open e a Cincinnati. In particolare, nel match di Cincinnati, Sinner rimontò un set di svantaggio per vincere 4-6, 7-5, 6-4, dimostrando grande resilienza. Complessivamente, Sinner ha vinto 15 set contro i 7 di Rublev, evidenziando una maggiore efficacia nei momenti decisivi. Le partite tra i due sono spesso equilibrate, ma dato significativo: Jannik ha vinto tutti e tre i tie-break disputati contro Rublev.
In vista del loro prossimo incontro al Roland Garros, Sinner sembra avere un leggero vantaggio, sia per il bilancio positivo negli scontri diretti sia per la sua recente forma. l’altoatesino ha mostrato di avere una lettura del gioco di Rublev sempre più precisa. Ha imparato a limitarne le accelerazioni, a spezzarne il ritmo con variazioni in back e a imporgli un’inerzia psicologica che il russo tende a subire.
Un match di controllo contro forza, strategia contro istinto
Tatticamente sarà una partita affascinante. Sinner cercherà di variare l’altezza della palla per uscire dal ritmo imposto dal russo, soprattutto sul rovescio in diagonale dove Rublev tende a irrigidirsi. Le rotazioni liftate e le aperture dello spazio con il rovescio lungolinea saranno fondamentali per aprire il campo e poi colpire col diritto. Dall’altra parte, Rublev dovrà puntare su una partenza aggressiva: quando ha vinto contro Sinner, è riuscito a dettare lui la velocità, senza lasciare il tempo al rivale di manovrare.
Il servizio sarà una delle chiavi: l’altoatesino ha aumentato la percentuale di prime in campo e vince più del 75% dei punti con la prima, ancora nessun doppio fallo! Rublev sembrerebbe più stabile, ma resta soggetto a brevi blackout emotivi. Se riuscirà a contenerli, il match sarà molto più aperto di quanto il ranking lasci intendere.
Più che un ottavo, una prova di maturità
In gioco non c’è solo un posto nei quarti. Per Sinner è l’occasione per riaffermare la propria leadership, consolidare la narrazione di campione “resistente” dopo la parentesi difficile da poco lasciata alle spalle. Per Rublev, invece, è una sfida esistenziale: la possibilità di dimostrare, a sé stesso più che al mondo, di essere un tennista completo, capace non solo di vincere, ma di reggere l’urto della pressione.
Si disputerà un incontro tra due modi diversi di stare in campo e gestire la tensione. Ogni scambio racconterà qualcosa del percorso personale di ciascuno. Anche senza parlare di grande rivalità, è in confronti come questi che il tennis mostra la sua dimensione più umana.
Jenny Rosmini