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Interviste

Roland Garros. Swiatek: “Ho capito di poter vincere sotto pressione, ne avevo bisogno”

Iga Swiatek spiega che la chiave per girare il match è stata seguire un consiglio “inadatto” del coach Fissette: “Da sola non ci sarei arrivata”

Last updated: 02/06/2025 16:59
By Michelangelo Sottili Published 02/06/2025
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9 Min Read
Iga Swiatek – Roland Garros 2025 (foto via Twitter @WTA)

📣 Guarda il Roland Garros sui canali Eurosport in streaming su NOW

Era sotto di un set e un break, Iga Swiatek, 6-1 2-0 per Elena Rybakina, ma la quattro volte campionessa di Parigi ha saputo riprendersi e far suo il match in volata. Esultanza smodata alla fine per Iga che due giorni fa, in attesa del match che avrebbe deciso la sua avversaria agli ottavi, aveva fatto chiaramente capire di preferire Rybakina alla bestia nera Ostapenko. E, infatti, ha avuto chiaramente ragione (…) e può proseguire la corsa verso il primo titolo del 2025. Anzi, verso la prima finale da un anno a questa parte, per cominciare, con il prossimo ostacolo Elina Svitolina ai quarti, anch’ella vittoriosa in rimonta e ancor più vicina alla sconfitta – tre match point salvati contro Jasmine Paolini. Dopo la vittoria, Iga spiega innanzitutto le chiavi per ribaltare l’andamento della sfida: “Nel secondo set ho iniziato a rispondere di più sulle prime di servizio. Questo mi ha dato l’opportunità di giocare più scambi. Darmi più tempo è stata la chiave, perché Elena giocava a un ritmo incredibile, molto veloce, quindi mi ci dovevo adattare”.

D. È stata una grande esultanza alla fine. Considerando gli ultimi mesi, specialmente sulla terra, cosa significa per te questa vittoria?
“Significa molto. Avevo bisogno di una vittoria così, per sentire quelle sensazioni, per capire che sono in grado di vincere sotto pressione, e anche se le cose non vanno nel verso giusto, riuscire comunque a ribaltare il match e vincerlo. Sicuramente è una grande conferma per me. Sì, volevo proprio una partita così. Ovviamente è bello anche avere il pieno controllo del match, ma contro grandi giocatrici non è sempre possibile. Sono felice di aver lottato e di aver anche trovato soluzioni in campo.“

D. Sul tuo modo di rispondere al servizio, sembrava che ti fossi spostata qualche passo più indietro, come hai detto, per darti più tempo. Sono curioso, com’è farlo, visto che normalmente vuoi stare vicino alla linea di fondo e colpire presto? Che sensazione hai avuto a prenderti più tempo?
“Sì, in effetti lo avevo un po’ provato in allenamento. Wim [Fissette, l’allenatore] ha cercato di convincermi ogni tanto a provarlo, ma non ero mai sicura che fosse nelle mie corde. Ricordo che qualche anno fa, quando ho iniziato a essere più aggressiva, ho cominciato a vincere di più. Ma credo che ora le ragazze servano più forte, e tutte si stanno evolvendo. Ci sono dei limiti a ciò a cui puoi reagire. Quindi credo che il coaching oggi mi abbia davvero aiutato, perché da sola non ci sarei arrivata. Anche se l’ho provato un po’ in allenamento, è comunque una cosa strana per me.“

D. Ne hai accennato. Siamo abituati a vederti vincere con punteggi netti e dominanti. Oggi è stato l’opposto. Ti chiedo: quanto sono diverse le sensazioni di soddisfazione ora rispetto a quando vinci in modo più comodo? E ti dà più fiducia per il resto del torneo?
“Come ho detto, è una grande conferma per me sapere che posso gestire la pressione e tutto il resto. Ma onestamente, non mi aspettavo un punteggio facile contro Elena. Contro di lei ho anche vinto con un punteggio netto, ma anche perso. È bello superare delle difficoltà durante il match.”

D. C’è stato un momento notevole verso la fine del terzo set: pensavi di aver brekkato, ha fatto doppio fallo, siete andate entrambe alla sedia, poi il giudice di sedia è sceso e ha detto che il servizio era buono. Come gestisci un momento del genere? Perché è chiaramente una questione di forza mentale.
“Non ci ho pensato troppo. Quando mi sono avvicinata, la palla sembrava aver toccato la linea. Elena, credo, non ha chiesto il parere del giudice, ma lui ovviamente deve controllare se ha dei dubbi. Certo, per un attimo ho pensato che fosse finita, ma d’altra parte mi sono rifocalizzata subito. Non è stato un grosso problema per me. Semplicemente… ero pronta per i punti successivi. Non è che avessi fatto qualcosa di sbagliato o che avessi mancato qualcosa su cui rimuginare. Era solo una situazione, è passata, e io ero comunque pronta per la palla successiva. Non era sotto il mio controllo, quindi ho semplicemente voltato pagina.”

D. Iga, ti chiedo: quanto ti diverti in una battaglia in tre set come questa, quando è tardi, il match è tirato e può andare in un senso o nell’altro? Ti diverti in quei momenti?
“Sì, mi diverto, a meno che non stia giocando male — e che questo sia il motivo per cui ci sono tre set. Ma oggi non sentivo di giocare male. Abbiamo giocato bene entrambe, quindi mi sono divertita.”

D. Come fai a restare mentalmente presente quando le cose iniziano così male? Hai perso otto dei primi nove game, 6-1, 2-0. Un giocatore ha detto che, in una situazione simile, pensava già agli orari dei voli, a quando lasciare Parigi. Come mantieni positività, concentrazione e fiducia quando il punteggio sembra disperato?
“Non è che io sia super positiva, perché so cosa sta succedendo, e so anche che può diventare difficile. Ma questo non cambia il fatto che continuo a lottare per ogni punto. Sono anche consapevole, e lo sento, che quando c’è un punteggio così non è facile mantenere quel livello. Quindi so che devo essere pronta quando si presenta l’opportunità, se lei mi lascia rientrare un po’, o se riesco a cambiare qualcosa per giocare di più il mio gioco, allora devo avere la mente abbastanza lucida per coglierla e farmi trovare pronta. Tutto qui. Per questo ho continuato a giocare, e basta. Mi sentivo già piuttosto male. Avevo accettato che potevo anche perdere il match, ma questo non cambiava il fatto che volevo lottare comunque.”

D. Ora hai 25 vittorie consecutive qui al Roland Garros. Il record è Chris Evert con 29. Quanto è importante per te questo traguardo?
“Non ne avevo idea, quindi…“

D. Perdona se mi concentro su un singolo aspetto, ma è stato un match incredibile. In un turno di servizio, hai fatto tre doppi falli in poco tempo. Ti è mai successo prima in un singolo game? E come pensi di affrontare questo aspetto nei prossimi match?
“Non credo mi fosse mai successo prima, ma onestamente quei servizi… ci ho provato. Sono andati fuori, ma avevo deciso di forzare. Forse volevo farli troppo perfetti, invece di scegliere un’opzione più sicura. Quindi non è che fossi tesa o che non stessi lavorando per metterli dentro. Era più una questione di prendersi dei rischi, e credo che siano usciti di poco. D’altra aprte, se la palla fosse stata un centimetro più in là, sarebbe stato un gran secondo servizio. Non ci voglio pensare troppo. Forse cercherò di bilanciare un po’ meglio il rischio e la sicurezza, ecco.”

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