La seconda semifinale Slam in carriera arriva sulla terra rossa di Parigi! Lorenzo Musetti chiude gli occhi e sogna come aveva fatto l’estate scorsa proprio su questo campo alle Olimpiadi.
Con la vittoria odierna ha dimostrato di poter vincere pur non giocando benissimo in alcuni tratti, ha saputo soffrire e pazientare, prima di colpire alla prima occasione avuta. Di certo, dal punto di vista mentale comincia a farsi sentire un po’ di stanchezza, come conferma il suo coach Simone Tartarini: “Si sentiva stanco mentalmente più che fisicamente. E’ stato bravo a vincere il primo set, poi nel terzo è stato abile a restare lì a tenere il servizio sul 5-5 e poi ha conquistare il break che gli è valso il parziale. Nel quarto set è salito di livello colpendo bene la palla. Sono sfide che aiutano il giocatore a salire di livello”.
Al momento, nel 2025, sono 19 i successi su terra battuta per Musetti: “Bravo lui – commenta il coach di Lorenzo – senza dubbio, non contiamo i successi ma lavoriamo sulla crescita graduale, sullo studiare le varie situazioni. Adesso oggettivamente è stanco, soprattutto a livello mentale. Dopo la gara, mentre faceva un po’ di bicicletta, mi ha chiesto un giorno di riposo completo domani. Ha bisogno di staccare perché stiamo spingendo come i matti da diverso tempo. Ci siamo fermati per un infortunio dopo Montecarlo per 5/6 giorni poi è stato un crescendo. A livello nervoso ha bruciato tanto”.
Ha letto le dichiarazioni di Jannik e gli ha fatto piacere: “Anche Muso è tifoso di Jannik come degli altri azzurri. Sono tutti amici e sta venendo fuori un gran movimento. Si sono sentiti con Flavio dopo la sua vittoria di Amburgo, c’è un bel clima che fa bene a tutti”, ha dichiarato Tartarini.
Ecco cosa lo ha colpito di positivo di oggi: “Mi ha dato retta più del solito. Spesso gli dico di “stare zitto” ma non mi ascolta, oggi invece è stato bravo a stare lì con la testa a dimostrazione che un minimo di lucidità l’aveva ancora”.
Quando ha colpito la giudice con la palla hai tremato? “Ho pensato che è un cazz**e: lo ha fatto involontariamente ma ha rischiato tantissimo. Il nostro è un rapporto altissimo, dopo 15 anni insieme sono l’amico, il padre, lo zio. Anche durante il momento difficile vissuto assieme non abbiamo mai smesso di credere l’uno nell’altro”.
Poi Simone Tartarini si volta alle spalle: “Ogni tanto involontariamente viene fuori qualche aneddoto come le volte in cui abbiamo dormito nello stesso letto per risparmiare. All’Australian Open da junior, ad esempio, un po’ per abitudine un po’ per risparmiare. Poi ci siamo presi i nostri spazi”.
Ma cosa rimane di più nella mente la soddisfazione per aver centrato la semifinale a Wimbledon o quella Olimpiadi? “Dobbiamo dire che sono romantico e per me le Olimpiadi hanno un valore notevole. Sono percorsi diversi quello di Wimbledon e delle Olimpiadi, ma davvero è stato straordinario. Vincere una medaglia alle Olimpiadi ti segna la vita e il percorso fatto è stato molto impegnativo, sia nei tornei che hanno preceduto Parigi 2024 che poi le varie tappe per arrivare al bronzo”.
Poi Simone Tartarini riflette sul colpo che il carrarino ha migliorato più di ogni altro: “Il dritto e il servizio sono i colpi che ha migliorato tanto. Col servizio abbiamo modificato il gesto. Durante l’off season abbiamo avuto poco tempo per provare a modificarlo. Aveva male al braccio durante l’Australian Open, terminato lo Slam australiano, ci siamo fermati e prima di andare in Sudamerica abbiamo lavorato due settimane in maniera intensa. Abbiamo accorciato il gesto che ora gli dà il controllo totale del lancio della palla. Gli abbiamo semplificato il movimento”.
Ubaldo Scanagatta, direttore di Ubitennis.com, ha ricordato la vittoria di Firenze quando Musetti aveva appena 16 anni. Ecco cosa ricorda di quel periodo il coach di Lorenzo: “Da lì è decollato prima di vincere l’Australian Open juniores a 16 anni, ma aveva fatto quarti a Wimbledon e semifinale all’Us Open. Quando siamo arrivati nel mondo del professionismo abbiamo smesso di salire una scala e ne abbiamo cominciata un’altra. Abbiamo cominciato a crederci quando abbiamo battuto Wavrinka a Roma. Stiamo pensando step by step senza alcun tipo di problema. Sta crescendo all’ombra di Sinner? Non c’è rivalità. E’ chiaro che uno che vince due Slam e l’altro che fa solo medaglia di bronzo alle Olimpiadi abbia più visibilità dell’altro. Ma non c’è dualismo“.