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Opinioni

Roland Garros: perché Musetti-Alcaraz non avrebbe dovuto giocarsi con il tetto chiuso

Un venerdì senza pioggia a Parigi e Sinner-Djokovic in condizioni diverse. Il tetto andava gestito in maniera migliore

Last updated: 09/06/2025 10:29
By Pellegrino Dell'Anno Published 07/06/2025
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6 Min Read
Carlos Alcaraz e Lorenzo Musetti - Roland Garros 2025 (foto X @rolandgarros)


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Venerdì 6 giugno 2025 a Parigi non verrà di certo ricordata come una brutta giornata. No, non in senso metaforico, ma in senso concreto: da un punto di vista meteorologico la giornata era buona. Nonostante la pioggia del giovedì e qualche goccia al mattino, l’allarme era rientrato e le condizioni erano tutt’altro che negative. Certo, c’erano le nuvole, c’era un po’ di vento, ma le previsioni parlavano chiare: non era prevista pioggia fino a sabato. Ma perché quest’ampio preambolo più da Meteo.it che da Ubitennis? Per cercare di dare una spiegazione al tetto chiuso durante la semifinale Musetti-Alcaraz.

Ovviamente l’esito del match non è dipeso da quello, anzi il tetto chiuso ha reso il terreno più pesante, vista l’assenza di vento che dunque non faceva volare via terra dal campo. E di conseguenza la situazione sorrideva sicuramente all’azzurro tra i due, con una palla che correva di meno e una sofferenza minore alle accelerazioni dello spagnolo. Che gli ha permesso di fare partita pari nei primi due set. Al netto di ciò, il Roland Garros è un torneo outdoor. E tale dovrebbe rimanere.

Venerdì 6 giugno infatti tutte le altre partite, tra tornei juniores e doppi, si sono svolte tranquillamente. E senza interruzioni. Addirittura gli incontri sul Lenglen, anch’esso dotato di tetto, si sono giocati senza chiuderlo. Perché i tornei dello Slam non dovrebbero giocarsi indoor. O, peggio ancora, creare incongruenza di condizioni tra le due semifinali in maniera ingiustificata, visto che Sinner-Djokovic si è giocata sotto il cielo, non stellato, di Parigi. Giustamente visto il meteo, consultando quanto è presente al riguardo sul sito del Roland Garros:

“Ogni partita che inizia con il tetto chiuso continuerà così fino alla fine dell’incontro. Se il tempo migliora e il gioco può continuare all’aria aperta, l’arbitro può decidere di aprire il tetto alla fine della partita per il seguente incontro”

Dunque il problema della prima semifinale riguarda il pre. Le condizioni per iniziare con il tetto chiuso dovrebbero infatti essere di pioggia imminente. O di maltempo fino a poco prima dell’incontro, che obbliga quindi a prevenire il rischio. Niente di simile c’era a Parigi venerdì 6 giugno, neanche un vento eccessivo. Come ad esempio c’era stato nel quarto di finale Musetti-Tiafoe. Visto che, come detto anche da Lorenzo in conferenza stampa, già dal mattino in maniera forse eccessivamente prematura, si vociferava una soluzione del genere: “Già ci avevano informato che si sarebbe giocato molto probabilmente con il tetto chiuso. Ci hanno poi dato la conferma poco prima della partita”.

Le motivazioni sono abbastanza fallaci, essendo evidente che si sarebbe potuto (e dovuto) procedere in maniera diversa. Viene quindi da chiedersi se sia il caso di irrigidire i paletti per quanto concerne l’utilizzo del tetto. Che è una soluzione di emergenza, da attuare in quelle situazioni in cui c’è una difficoltà oggettiva, se non impossibilità, a giocare outdoor.

Un uso eccessivo rischia di causare pesanti disparità. E rendere quasi quello dei (in questo caso) due campi principali un torneo a parte. Che diventa indoor all’esigenza. Ad esempio anche prima e durante la semifinale Sabalenka-Swiatek il maltempo non era così intollerabile da obbligare a giocare sin da subito con il tetto chiuso, ma si è optato per il minor rischio possibile. Quel giorno poi ha effettivamente diluviato durante Boison-Gauff, ma ore dopo l’inizio della prima semifinale. Anche in quel caso scelte condivisibili per non stravolgere gli orari, che hanno poi permesso di giocare le due partite con le stesse condizioni, ma che andrebbero regolamentate in modo migliore.

Per evitare che, tra un po’, si arrivi a chiudere il tetto anche per sfuggire al vento. Che può essere anche fastidioso quanto una pioggia leggera, ma fa parte del tennis. Ciò non sta a significare che per forza ci si debba attenere alle tradizioni quando c’è modo di fare dei miglioramenti. Ma neanche stravolgere in maniera netta l’essenza e il gioco dei tornei. Gli Slam sono tornei outdoor. Diluvia, non si può giocare? Usare il tetto è più che giusto. Si ha paura che possa piovere o ha piovuto poco prima? Se non piove si inizi con il tetto aperto, in caso di necessità si procederà per chiuderlo.

O, quantomeno, si facciano giocare i match importanti con le stesse condizioni. Anche perché, a dirla tutta, prometteva più pioggia il cielo durante Sinner-Djokovic che durante Musetti-Alcaraz.

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